Se non lasci cadere la tua personalità, non riuscirai a trovare la tua individualità. L'individualità è data dall'esistenza; la personalità è imposta dalla società, è un meccanismo sociale.
La società non può tollerare l'individualità, perché nessun individuo sarà mai succube come una pecora. L'individualità ha la qualità del leone, il leone si muove da solo. Le pecore vivono sempre nella folla, sperando che lo stare nella folla faccia sentire al calduccio. Stare in una folla fa sentire protetti, al sicuro. Se qualcuno attacca, in una folla è possibilissimo salvare se stessi. Ma da soli? Solo i leoni si muovono in solitudine.
Ognuno di voi è nato leone, ma la società continua a condizionarvi, a programmare la vostra mente in funzione dell'essere una pecora. Vi dà una personalità, una personalità rassicurante, gentile, manierata, obbediente. La società vuole schiavi, non persone saldamente devote alla libertà. E vuole schiavi perché tutti gli interessi istituzionali richiedono obbedienza.
Creato da artfactory il 05/09/2005 |
Post n°4051 pubblicato il 08 Aprile 2014 da artfactory
Cos’è il mare? Distanza smisurata
Mi succede anche di parlare o di agire un pò troppo rapidamente, quando invece sarebbe meglio pazientare...siiiiii M'infiamma il desiderio O questo che da presso ci raggiunge, battito blu su spiaggia scintillante, dove l’acqua si fa aerea spuma? Amore è forse la scossa che percorre turgide vene nel rossor del sangue e tende i nervi come fosse lama? O forse questo gesto indefinibile che il mio corpo trasporta verso il tuo quanto il tempo ritorna al suo principio? Come il mare, l’amore è pace e guerra, ardente agitazione, calma profonda, lieve sfiorar di pelle, unghia che segna. José Saramago ![]() |
Post n°4050 pubblicato il 22 Novembre 2013 da artfactory
Amedeo Modigliani nasce nel 1884 a Livorno ma fu a Parigi, dove si trasferì nel 1906, che trovò il milieu ideale per dare pieno respiro alla sua creatività. Come molti altri artisti che vissero a cavallo tra i due secoli, anche Modigliani si fece interprete del disagio e del malessere di cui vedeva avvolta l’umanità. Un senso di incertezza e di inquietudine che hanno dei risvolti evidenti nel linguaggio pittorico che, non più pago di linee e forme tradizionali, lotta e anela ad una liberazione per poter così tradurre i tormenti di fine secolo Amedeo Modigliani, Nudo seduto, 1917 Amedeo Modigliani, Jeanne Hèbuterne, 1918-1919 “In Dedo tutto era semplicemente orientato alla purezza nell’arte. Il suo orgoglio insopportabile, la sua ingratitudine torva, la sua arroganza, tutto ciò altro non era se non l’espressione dell’aspirazione a una purezza cristallina, a una schiettezza incondizionata nei propri confronti, nella vita, così come nell’arte, che non escludeva la riservatezza. Era trasparente ma fragile come vetro; e anche freddo come vetro, per così dire. E questo era un’aspetto caratteristico di quell’epoca, che di null’altro parlava se non della purezza nell’arte e che null’altro aveva in mente.” (Max Jacob) Amedeo Modigliani, Nudo seduto, 1916 capolavoro..magico......... Amedeo Modigliani “Un carattere complesso. Un porco e una perla. L’ho incontrato nel 1914 in una pasticceria. Mi sono seduta di fronte a lui. Hascisc e brandy. Non ne sono rimasta particolarmente impressionata. Non sapevo chi fosse. Aveva un aspetto ripugnante, selvatico, avido. Lo incontrai nuovamente nel Café Rotonde. Era rasato e aveva un aspetto affascinante. Si tolse il berretto con un movimento aggraziato, arrosì e mi pregò di andare a vedere con lui i suoi lavori. E io vi andai. Aveva sempre in tasca un libro, Maldoror, di Lautréamont. Il primo quadro ad olio rappresentava Kisling. Disprezzava tutti fuorchè Picasso e Max Jacob. detestava Cocteau. Non faceva mai qualcosa di buono sotto l’influenza dell’hascisc.” (Béatrice Hastings) |
Post n°4049 pubblicato il 21 Novembre 2013 da artfactory
Avrò notizie di te Thomas Newman Whisper of a thrill(Meet Joe Black Soundtrack)
Non dobbiamo avere paura
José Saramago ![]() all’interno del frutto più distante, nel vibrare della nota più discreta, nella conchiglia più ritorta e risonante, nello strato più denso di pittura nella vena che nel corpo più ci sonda, nella parola che dica più dolcezza, nella radice che più scende, più nasconde, nel silenzio più fondo della pausa in cui la vita si è fatta eternità, nel silenzio più fondo della pausa in cui la vita si è fatta eternità, cerco la tua mano, decifro la causa di non credere e volere, infine, intimità. José Saramago ![]() A. |
Post n°4048 pubblicato il 21 Novembre 2013 da artfactory
COCCIANTE CANTA COCCIANTE - IO CANTO - ARENA DI VERONA Canto con voi per il semplice di ogni stagione.... A.P.A. Parlava. Parlava molto. Non tralasciava niente |
Post n°4047 pubblicato il 19 Novembre 2013 da artfactory
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Post n°4046 pubblicato il 29 Gennaio 2013 da artfactory
costruire niccolo' Fabi Credo nel potere che ha l'immaginazione di plasmare il mondo, di liberare la verita' dentro di noi, di cacciare la notte, di trascendere la morte, di incantare le autostrade, di propiziarci gli uccelli, di assicurarsi la fiducia dei folli. Credo nelle mie ossessioni, nella pace delle foreste sommerse, negli orgasmi delle spiagge deserte, nell'eleganza dei cimiteri di automobili, nel mistero dei parcheggi multipiano, nella poesia degli hotel abbandonati. Credo nelle rampe in disuso di Wake Island che puntano verso il Pacifico della nostra immaginazione. Credo nella bellezza di tutte le donne, nella perfidia della loro immaginazione che mi sfiora il cuore, nell'unione dei loro corpi disillusi con le illusorie sbarre cromate dei banconi dei supermarket, nella loro candida tolleranza per le mie perversioni. Credo nella morte del domani, nell'esaurirsi del tempo, nella nostra ricerca di un tempo nuovo, nei sorrisi di cameriere d'autostrada e negli occhi stanchi dei controllori di volo in aeroporti fuori stagione… Credo nelle posture di Ronald Reagan, di Margaret Thatcher e della Principessa Diana, negli odori dolciastri emessi dalle loro labbra mentre fissano le telecamere di tutto il mondo. Credo nella pazzia, nella verità dell'inesplicabile, nel buon senso delle pietre, nella follia dei fiori, nel morbo conservato per la razza umana dagli astronauti di Apollo. Credo in Max Ernst, Delvaux, Dalì, Tiziano, Goya, Leonardo, Vermeer, De Chirico, Magritte, Redon, Duerer, Tanguy, Facteur Cheval, torri di Watts, Boecklin, Francis Bacon. Credo in tutti gli altri artisti invisibili rinchiusi nei manicomi del pianeta. Credo nell'impossibilita' dell'esistenza, nell'umorismo delle montagne, nell'assurdita' dell'elettromagnetismo, nella farsa della geometria, nella crudelta' dell'aritmetica, negli intenti omicidi della logica. Credo nelle donne adolescenti, nel potere di corruzione della postura delle loro gambe, nella purezza dei loro corpi scompigliati, nelle tracce dei loro umori lasciate nei bagni di motel malandati. Credo nei voli, nell'eleganza dell'ala e nella bellezza di ogni cosa che abbia mai volato, nella pietra lanciata da un bambino che porta via con se' la saggezza di statisti e ostetriche. Credo nella gentilezza del bisturi, nella geometria senza limiti dello schermo cinematografico, nell'universo nascosto nei supermarket, nella solitudine del sole, nella loquacita' dei pianeti, nella nostra ripetitivita', nell'inesistenza dell'universo e nella noia dell'atomo. Credo nella luce emessa dai televisori nelle vetrine dei grandi magazzini, nell'intuito messianico delle griglie del radiatore delle automobili esposte, nell'eleganza delle macchie d'olio sulle gondole dei 747 parcheggiati sulle piste catramate dell'aeroporto. Credo nella non esistenza del passato, nella morte del futuro, e nelle infinite possibilita' del presente. Credo nello sconvolgimento dei sensi: in Rimbaud, William Burroughs, Huysmans, Genet, Celine, Swift, Defoe, Carroll, Coleridge, Kafka. Credo nei progettisti delle piramidi, dell'Empire State Building, del Fuererbunker di Berlino, delle rampe di lancio di Wake Island… Credo nei prossimi cinque minuti. Credo nell'emicrania, nella noia dei pomeriggi, nella paura dei calendari, nella perfidia degli orologi. Credo nell'ansia, nella psicosi, nella disperazione. Credo nelle perversioni, nelle infatuazioni per alberi, principesse, primi ministri, stazioni di rifornimento in disuso (piu' belle del Taj Mahal), nuvole e uccelli. Credo nella morte delle emozioni e nel trionfo dell'immaginazione. Credo in Tokyo, Benidorm, La Grande Motte, Wake Island, Eniwetok, Dealey Plaza. Credo nell'alcolismo, nelle malattie veneree, nella febbre e nell'esaurimento. Credo nel dolore. Credo nella disperazione. Credo in tutti i bambini. Credo nelle mappe, nei diagrammi, nei codici, negli scacchi, nei puzzle, negli orari aerei, nelle segnalazioni d'aeroporto. Credo a tutti i pretesti. Credo a tutte le ragioni. Credo a tutte le allucinazioni. Credo a tutta la rabbia. Credo a tutte le mitologie, ricordi, bugie, fantasie, evasioni. Credo nel mistero e nella malinconia di una mano, nella gentilezza degli alberi, nella saggezza della luce. What I believe - James Graham BALLARD |
Post n°4045 pubblicato il 22 Gennaio 2013 da artfactory
:) Siamo solo aliti di vento soffi delicati appesi alle pareti di un cielo senza confini. Siamo polveri e profumo di erba, di fiori mescolati al profumo del mare, della luna, della notte, del giorno, del tempo che corre e sparge intorno a se i semi dei ricordi. Siamo come ali in volo, da sempre, dal primo tuffo nell' aria all' ultimo sogno caduto nel nostro cuore da una stella in dono. Tagore ![]() l'importanza della gentilezza della semplicita' della dolcezza di essere |
Post n°4044 pubblicato il 20 Gennaio 2013 da artfactory
Osho Commento: La carta richiama un antico racconto Zen in cui si narra di un leone, allevato da pecore, e che quindi pensava di essere una pecora. Finché un giorno, un vecchio leone lo acchiappò e lo portò in riva a uno stagno, mostrandogli così il riflesso del suo volto. Molti di noi sono come questo leone - l'immagine che abbiamo di noi stessi non ci viene dalla nostra esperienza diretta, ma dalle opinioni degli altri. Una "personalità" imposta dall'esterno rimpiazza l'individualità che sarebbe potuta crescere dall'interno. Diventiamo simili a tutte le altre pecore del gregge, incapaci di muoverci liberamente, e inconsapevoli della nostra vera identità. quattro carte Il bambino può diventare consapevole solo se nella sua vita precedente ha meditato a sufficienza, se ha creato sufficiente energia meditativa per lottare contro l'oscurità che la morte porta con sé. Ci si perde semplicemente in un oblio, poi d'acchito ci si trova in un nuovo ventre e si dimentica completamente il vecchio corpo. Esiste uno stacco: questa oscurità, questa incoscienza crea la discontinuità. Osho Hyakujo: The Everest Commento: Le mani dell'esistenza assumono la forma dei genitali femminili, l'apertura della madre cosmica, rivelando all'interno una miriade di immagini, volti di altre epoche.
2 Se hai trovato la verità dentro di te, non c'è nient'altro, in tutta l'esistenza, da trovare. La verità opera attraverso di te. Quando apri gli occhi, è la verità che apre gli occhi. Quando li chiudi, è la verità che chiude i suoi. Osho The Great Zen Master Commento: La Voce Interiore non parla usando parole bensì il linguaggio senza parole del cuore. È simile a un oracolo che dice solo la verità. Se avesse un volto, assomiglierebbe a quello che vedi al centro di questa carta: attento, presente, all'erta, e in grado di accettare sia l'oscurità che la luce, simbolizzate dalle due mani che reggono il cristallo. Il cristallo stesso rappresenta la chiarezza che proviene dalla trascendenza di tutte le dualità. 3 Occorre prender nota di queste tre cose: l'amore più basso è sesso - è fisico - e l'amore più elevato e raffinato è compassione. Il sesso è al di sotto dell'amore, la compassione ne è al di sopra; l'amore è esattamente nel mezzo. Osho Zen, Commento: Ciò che chiamiamo amore in realtà è un intero spettro di relazione, che si estende dalla terra al cielo. Al livello più terreno, l'amore è attrazione sessuale. Molti di noi restano bloccati lì, poiché i nostri condizionamenti hanno gravato la nostra sessualità con ogni sorta di aspettative e repressioni. In verità, il "problema" più grande rispetto all'amore sessuale è che non dura mai per sempre. Solo se accettiamo questo fatto, possiamo poi celebrarlo veramente per ciò che è - accoglierne l'accadere, e dirgli addio con gratitudine allorché non c'è più. 4 la solitudine Quando sei solo, non è che sei solo, è che ti senti isolato - ed esiste un'incredibile differenza tra l'essere soli e il sentirsi isolati. Quando ti senti isolato, pensi all'altro, ne senti la mancanza: si tratta di una condizione negativa. Osho Commento: Quando accanto a noi non c'è nessuna "persona che conti", possiamo o sentirci soli, oppure godere la libertà che la solitudine porta con sé. Quando non troviamo alcun sostegno tra gli altri per le verità che percepiamo profondamente dentro di noi, possiamo sentirci isolati e amareggiati, oppure celebrare il fatto che la nostra visione è salda a sufficienza da sopravvivere al potentissimo bisogno umano di essere approvati dalla famiglia, dagli amici o dai colleghi.
eee
Solo tu... Nessuno può salvarti se non tu stesso. sarai continuamente messo in situazioni praticamente impossibili. Ti metteranno continuamente alla prova con sotterfugi, inganni e sforzi per farti capitolare, arrendere e/o morire silenziosamente dentro. Nessuno può salvarti se non tu stesso e sarà abbastanza facile fallire davvero facilissimo ma non farlo, non farlo, non farlo. guardali e basta. ascoltali. vuoi diventare così? un essere senza volto, senza cervello, senza cuore? vuoi provare la morte prima della morte? nessuno può salvarti se non tu stesso e vale la pena di salvarti. è una guerra non facile da vincere ma se c'è qualcosa che vale la pena vincere è questa. pensa al fatto di salvare il tuo io. il tuo io spirituale. il tuo io viscerale. il tuo io magico che canta e il tuo io bellissimo. salvalo. non unirti ai morti-di-spirito. mantieni il tuo io con umorismo e benevolenza e alla fine se necessario scommetti sulla tua vita mentre combatti, fottitene del prezzo. Fallo! fallo! allora saprai esattamente di cosa sto parlando. Charles Bukowski un bel resoconto settimanale con un che la vita e' una ... |
Post n°4043 pubblicato il 15 Gennaio 2013 da artfactory
Lo Zen afferma che, se abbandoni il sapere - e nel sapere è inclusa ogni cosa: il tuo nome, la tua identità, tutto quanto, poiché queste cose ti sono state date dagli altri - se lasci cadere tutto ciò che gli altri ti hanno dato, acquisirai nel tuo essere una qualità totalmente diversa: l'innocenza. Sarà una crocifissione della "persona", della personalità, e avverrà una resurrezione della tua innocenza: di nuovo tornerai a essere un bambino, rinato, Osho Commento: Il vecchio raffigurato in questa carta irradia nel mondo un diletto di bimbo. È circondato da una sensazione di grazia, quasi fosse a casa, in pace con se stesso e con ciò che la vita gli ha portato. Il vecchio sembra avere una comunicazione giocosa con la mantide religiosa posata sul suo dito, come fossero due vecchi amici. I fiori rosa che piovono a cascata intorno a lui indicano un tempo di abbandono, rilassamento e dolcezza. Sono una risposta alla sua presenza, un riflesso delle sue qualità. l'Accettazione di se... La Viola nel Giardino del Re
Non puoi migliorarti. E non sto dicendo che non avverrà mai alcun miglioramento, ricordalo – tuttavia non puoi migliorarti. Quando smetti di migliorarti, la vita ti migliora. In quel rilassamento, in quella accettazione, la vita inizia ad accarezzarti, la vita inizia a fluire attraverso di te. Nessun altro è mai stato simile a te e nessun altro sarà mai simile a te; tu sei semplicemente unico, senza confronti. Accetta ciò che sei, amalo, celebralo – e proprio in quella celebrazione inizierai a vedere l’unicità degli altri, l’incomparabile bellezza di ogni essere umano. L’amore è possibile solo quando esiste una profonda accettazione di se stessi, dell’altro, del mondo. L’accettazione crea l’ambiente in cui l’amore cresce, il terreno in cui l’amore può fiorire.
Ho sentito raccontare: Un re andò nel suo giardino e trovò alcuni dei suoi alberi morenti, fiori e cespugli stavano appassendo. La quercia disse che stava morendo perché non riusciva a essere alta come il pino. Osservando il pino, il re lo trovò piegato perché non riusciva a sostenere i grappoli come la vite. E la vite stava morendo perché non era in grado di fiorire come la rosa. Infine trovò una viola, fresca e fiorente come sempre. Alla domanda del re, la viola rispose: “Ho dato per scontato che, quando mi hai piantata, volevi una viola. Se avessi voluto una quercia, una vite o una rosa, avresti piantato quelle. Per cui ho pensato: visto che avevi piantato proprio me, dovevo fare del mio meglio per essere ciò che volevi. Io posso solo essere me stessa, e sto cercando di esserlo al meglio delle mie capacità”. Tu sei qui perché questa esistenza ha bisogno di te, così come sei. Altrimenti sarebbe esistito qualcun altro! L’esistenza non ti avrebbe aiutato a essere qui, non ti avrebbe creato. Tu stai adempiendo qualcosa di assolutamente essenziale, qualcosa di fondamentale, così come sei. Se Dio avesse voluto un Buddha, ne avrebbe potuti creare quanti ne voleva. Ne ha generato uno solo, era sufficiente, e lo ha appagato nel profondo. Da allora non ne ha più prodotto un altro. Invece ha creato te. Pensa semplicemente al rispetto che l’universo ti ha dimostrato! Sei stato scelto tu, non Buddha, non Cristo, non Krishna. E il motivo è questo: tu eri più necessario. Ora sei tu il più adatto. Il loro lavoro è compiuto, essi hanno contribuito la loro fragranza all’esistenza. Ora tu devi contribuire la tua. Ma i moralisti, i puritani, i preti continuano a insegnarti, facendoti impazzire… è come se dicessero alla rosa: “Diventa un fior di loto.” E al loto: “Che fai? Devi diventare qualcos’altro”. Fanno di tutto per far impazzire l’intero giardino, e ogni cosa sta morendo – e questo perché nessuno può mai essere qualcun altro. È impossibile. Ecco cos’è accaduto all’umanità: tutti stanno fingendo. Ogni autenticità, ogni verità è perduta, tutti cercano di apparire diversi da ciò che sono. Guarda semplicemente te stesso: stai fingendo di essere qualcun altro. E puoi solo essere te stesso – è impossibile, né potrà mai accadere, che tu sia qualcun altro. Rimarrai te stesso, sempre e comunque. Puoi godere di questa realtà e fiorire, oppure condannarla e appassire. Fino a che uno non si espone, c’è esitazione, possibilità di tornare indietro e, sempre, inefficacia. Rispetto ad ogni atto di iniziativa e creazione c’è solo una verità elementare, l’ignorarla uccide innumerevoli idee e splenditi piani. Nel momento in cui uno si espone definitivamente anche la provvidenza si muove. Ogni sorta di cose accade per aiutare, cose che, altrimenti, non sarebbero mai accadute. Una corrente di eventi ha inizio dalla decisione, facendo sorgere a nostro favore ogni tipo di incidenti imprevedibili, incontri e assistenza materiale, che nessuno avrebbe sognato potessero venire in questo modo. Tutto quello che puoi fare, o sognare di poter fare, incomincialo. Il coraggio ha in sè genio, potere e magia. Incomincialo adesso. – Johann Wolfgang Goethe Non rinunciare mai A.P.A. |
Post n°4042 pubblicato il 02 Gennaio 2013 da artfactory
Fabrizio de André - LE PASSANTI
ODE AL PRIMO GIORNO DELL'ANNO Lo distinguiamo dagli altri come se fosse un cavallino diverso da tutti i cavalli. Gli adorniamo la fronte con un nastro, gli posiamo sul collo sonagli colorati, e a mezzanotte lo andiamo a ricevere come se fosse un esploratore che scende da una stella. Come il pane assomiglia al pane di ieri, come un anello a tutti gli anelli:i giorni sbattono le palpebre chiari, tintinnanti, fuggiaschi, e si appoggiano nella notte oscura. Vedo l'ultimo giorno di questo anno in una ferrovia, verso le piogge del distante arcipelago violetto, e l'uomo della macchina, complicata come un orologio del cielo, che china gli occhi all'infinito modello delle rotaie, alle brillanti manovelle, ai veloci vincoli del fuoco. Oh conduttore di treni sboccati verso stazioni nere della notte. Questa fine dell'anno senza donna e senza figli, non è uguale a quello di ieri, a quello di domani? Dalle vie e dai sentieri il primo giorno, la prima aurora di un anno che comincia, ha lo stesso ossidato colore di treno di ferro: e salutano gli esseri della strada, le vacche, i villaggi, nel vapore dell'alba, senza sapere che si tratta della porta dell'anno, di un giorno scosso da campane, fiorito con piume e garofani. La terra non lo sa: accoglierà questo giorno dorato, grigio, celeste, lo dispiegherà in colline lo bagnerà con frecce di trasparente pioggia e poi lo avvolgerà nell’ombra. Eppure piccola porta della speranza, nuovo giorno dell’anno, sebbene tu sia uguale agli altri come i pani a ogni altro pane, ci prepariamo a viverti in altro modo, ci prepariamo a mangiare, a fiorire, a sperare. Ti metteremo come una torta nella nostra vita, ti infiammeremo come un candelabro, ti berremo come un liquido topazio. Giorno dell'anno nuovo, giorno elettrico, fresco, tutte le foglie escono verdi dal tronco del tuo tempo. Incoronaci con acqua, con gelsomini aperti, con tutti gli aromi spiegati, sì, benché tu sia solo un giorno, un povero giorno umano, la tua aureola palpita su tanti cuori stanchi e sei, oh giorno nuovo, oh nuvola da venire, pane mai visto, torre permanente! Pablo Neruda |
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