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Post n°4050 pubblicato il 22 Novembre 2013 da artfactory
Amedeo Modigliani nasce nel 1884 a Livorno ma fu a Parigi, dove si trasferì nel 1906, che trovò il milieu ideale per dare pieno respiro alla sua creatività. Come molti altri artisti che vissero a cavallo tra i due secoli, anche Modigliani si fece interprete del disagio e del malessere di cui vedeva avvolta l’umanità. Un senso di incertezza e di inquietudine che hanno dei risvolti evidenti nel linguaggio pittorico che, non più pago di linee e forme tradizionali, lotta e anela ad una liberazione per poter così tradurre i tormenti di fine secolo Amedeo Modigliani, Nudo seduto, 1917 Amedeo Modigliani, Jeanne Hèbuterne, 1918-1919 “In Dedo tutto era semplicemente orientato alla purezza nell’arte. Il suo orgoglio insopportabile, la sua ingratitudine torva, la sua arroganza, tutto ciò altro non era se non l’espressione dell’aspirazione a una purezza cristallina, a una schiettezza incondizionata nei propri confronti, nella vita, così come nell’arte, che non escludeva la riservatezza. Era trasparente ma fragile come vetro; e anche freddo come vetro, per così dire. E questo era un’aspetto caratteristico di quell’epoca, che di null’altro parlava se non della purezza nell’arte e che null’altro aveva in mente.” (Max Jacob) Amedeo Modigliani, Nudo seduto, 1916 capolavoro..magico......... Amedeo Modigliani “Un carattere complesso. Un porco e una perla. L’ho incontrato nel 1914 in una pasticceria. Mi sono seduta di fronte a lui. Hascisc e brandy. Non ne sono rimasta particolarmente impressionata. Non sapevo chi fosse. Aveva un aspetto ripugnante, selvatico, avido. Lo incontrai nuovamente nel Café Rotonde. Era rasato e aveva un aspetto affascinante. Si tolse il berretto con un movimento aggraziato, arrosì e mi pregò di andare a vedere con lui i suoi lavori. E io vi andai. Aveva sempre in tasca un libro, Maldoror, di Lautréamont. Il primo quadro ad olio rappresentava Kisling. Disprezzava tutti fuorchè Picasso e Max Jacob. detestava Cocteau. Non faceva mai qualcosa di buono sotto l’influenza dell’hascisc.” (Béatrice Hastings) |
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