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time&silence
Post n°3838 pubblicato il 20 Giugno 2010 da artfactory
La pittura? Esiste e resiste con noi DAl giornale: M entre a Basilea impazza la fiera del contemporaneo globale, con segnali peraltro confortanti rispetto alla crisi. E mentre a Berlino è in scena quella che un buon racconto cannibale definirebbe «l'ultima Biennale dell’umanità», stracolma di scarti, immondizia e visioni devastanti sulla nostra specie, è ancora possibile, cercando con attenzione, trovare ottime proposte di quella buona pittura che i critici liquidano come demodé e che invece ottiene riscontri e consensi dal pubblico degli appassionati (e dei collezionisti).
time&silence2 Esiste un modo di far pittura che si pone fouri dal tempo, dalle mode, dalle tendenze. Un modo "antico", al quale il pittore si tiene ancorato e che tiene come punto di riferimento sicuro, fermo e stabile, resistente alle tante pressioni o sollecitazioni del nostro presente Rinnovarsi Natura e spirito, orizzonti di paesaggi e astratti confini, austere sintesi di luoghi reali e spazi mentali .... la visione rinasce con nuove forme, suggerendo possibilità di evoluzione...... Un quadro di fossat i le stelle di Mario schifano Riprendo Il cosmo non ha retto… ed ha pianto le sue lacrime copiosamente. Molte di queste caddero in California, a New York, a Seattle, a Londra… in quell’anno magico ed irripetibile che deve per forza essere stato il 1967. Poche, intense e luminosissime, caddero anche vicino Roma, bagnando Mario Schifano, pittore, ma anche scultore e poeta di quella corrente artistica chiamata pop-art (dalla quale ha, peraltro, sempre preso le distanze). Rapito da cotanta bellezza, decide di allestire un gruppo musicale, per dare una forma sonora ad alcuni suoi allestimenti visivi, nei quali stava esplorando tutte le possibilità di accostamenti fra due soli colori. Questi “esperimenti” ricordano molto da vicino quelli fatti da Warhol con i Velvet Underground nella sua Factory, ma anche ciò che i Pink Floyd, con i Light Shows, stavano elaborando durante le loro lunghe sessions lisergiche all’Ufo Club. Certo, a Roma non c’erano il fermento di New York e Londra, ne tanto meno Schifano aveva a disposizione Lou Reed e John Cale o Syd Barrett e Roger Waters… ma ciò che riuscì a far tirare fuori a Le Stelle ha un valore incredibilmente più alto e (passatemi il termine) nobile, di quanto ne abbiano gli indiscussi capolavori dei due più celebri “rivali” . “Dedicato A…” è, da un punto di vista musicale, uno snodo cruciale per la musica europea, tutta. Il lavoro è diviso in due parti disgiunte e ben distinte. Il lato A del vinile (purtroppo stampato in origine solo in 1000 copie, di cui le prime 250 circa di colore rosso) contiene il solo componimento “Le Ultime Parole Di Brandimante, Dall’Orlando Furioso, Ospite Peter Hartman E Fine (Da Ascoltarsi Con Tv Accesa, Senza Volume)”, suite anarchica di quasi 18 minuti, che deve molto di più a Cage ed alla musica medievale, che ai migliori lavori di rock, prodotti fino ad allora; dai quali sembra anzi volersi distaccare, così da poter liberamente frantumare e dilatare forma e sostanza, canoniche, della canzone. Sperimentazione in embrione, che risulta essere uno sguardo in avanti, sulle maggiori avanguardie in ambito rock degli anni a seguire, a prevedere la ricerca psichedelica anglo-sassone, la musica progressiva italiana o la dilatazione cosmica tedesca. “Bradimante” evoca visioni ancestrali e presagi di un oscuro avvenire, dove estratti di jingles pubblicitari si sciolgono in un madrigale, deturpato dalle affilatissime corde di una chitarra estremamente acida. Voci umane e rumori di transistors si inseguono in un oceano spaziale ai confini di un era oscura, dove anche l’anima lacerata del blues del Delta, tenta un difficile ricongiungimento con i ritmi tribali africani… terra da cui venne strappata nel nome di dio e della schiavitù. Sul più “normale” lato B Le Stelle Di Mario Schifano, Nello Marini (organo e pianoforte), Urbano Orlandi (chitarra), Giandomenico Crescentini (basso) e Sergio Cerra (batteria), confezionano un piccolo capolavoro lisergico, suddiviso in 5 brani, che vagabondano in lungo ed in largo lo spettro caleidoscopico della migliore psichedelia. “Molto Alto” è un concentrato di Velvet Underground, Neu!, Silver Apples e Suicide… mentre “Susan Song” è un sublime esercizio di cantautorato italiano eseguito con la malinconia eterea di Nick Drake, che discute con la parte più mite e pacata del Peter Hammill dei primi Van Der Graaf Generator. “E Dopo” fonde il vaudeville ad un blues acido, con una chitarra hendrixiana impegnata a zittire una cantato teso e sofferto, quasi un’interpretazione di Demetrio Stratos che fa il verso a Battisti-Mogol, prima della freakedelia di “Intervallo” , dove il rock’n’roll non è ancora garage ed il beat assume dei connotati zappiani, tanto è folle il sottofondo di voci che ridono, sguaiate facendo versi. La finale “Molto Lontano (A Colori)” chiude rassicurante questo inestimabile lavoro, con un flauto di pan che si intreccia ad discorso tessuto dalle sapienti mani velvetiane, tra le dissonanti ritmiche newyorkesi e le liquide visioni delle migliori menti californiane. Da brividi. Ma come detto Roma non è New York o Londra, quindi Le Stelle si trovano a cadere nel breve volgere di una stagione, con all’ attivo un singolo e questo autentico capolavoro, a conferma di quanto fosse buona l’aria che si respirava in quel magico anno che fu il 1967. Da avere Spostiamoci un attimo
Le visioni nuove nella vita Bernard Aubertin, Clous n.315, 1971
Venezia - dall'undici gennaio 2010 al 10 febbraio 2011
La mostra presenta una collettiva di artisti che hanno usato la monocromia nelle loro opere, in un percorso che va dagli anni sessanta ai novanta ----------------------------------------------------------------------------------------------- ... IL GATTINO TIME SILENZIO A
Silenzio prima di nascere, silenzio dopo la morte, la vita è puro rumore tra due insondabili silenzi. Isabel Allende, Paula, 1995
La saggezza umana insegna già molto, se insegna a tacere. Jacques Bénigne Bossuet, Elévations à Dieu sur tous les mystères, 1727 (postumo)
La parola è una chiave, ma il silenzio è un grimaldello. Gesualdo Bufalino, Il malpensante, 1987
È meglio tacere cento cose che andrebbero dette piuttosto che dirne una sola che meriterebbe d'essere taciuta. Girolamo Cardano, Della mia vita, 1643 (postumo)
Rapinarti del silenzio, non è già un crimine? Guido Ceronetti, Viaggio in Italia, 1983
Quando non hai niente da dire, non dire niente. Charles Caleb Colton, Lacon, 1820
Mai l'uomo è padrone di sé come quando tace. Joseph Antoine Dinouart, L'arte di tacere, 1771
Talvolta il silenzio del saggio vale più del ragionamento del filosofo: è una lezione per gli impertinenti e una punizione per i colpevoli. Joseph Antoine Dinouart, L'arte di tacere, 1771
Bisogna vedere e udire, ma saper tacere. Baltasar Gracián y Morales, Oracolo manuale e arte della prudenza, 1647
Fa' silenzio intorno a te, se vuoi udir cantare l'anima tua. Arturo Graf, Ecce Homo, 1908
Capita di dover tacere per poter essere ascoltati. Stanisław Jerzy Lec, Pensieri spettinati, 1957
Il silenzio non ha mai tradito nessuno. Antoine Rivarol, Massime e pensieri, 1808 (postumo, 1941)
Dall'albero del silenzio pende il suo frutto, la pace. Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, 1851
Certamente l'esistenza umana sarebbe molto più felice se negli uomini la capacità di tacere fosse pari a quella di parlare. Ma l'esperienza insegna fin troppo bene che gli uomini non governano nulla con maggior difficoltà che la lingua. Baruch Spinoza, Etica, 1677
TRARRE SPUNTI I MOSAICI Un mosaico silenzioso La basilica medieovale ALCUNI STUDI UTILI L 'arte romana silenziosamente a.p.a.
proverbi cinesi L'uomo che riesce a vedere le cose piccole ha la vista limpida e il cuore sereno. L'uomo che sa ben parlare non vale quello che sa ascoltare con attenzione. L'uomo che sposta le montagne comincia portando via i sassi più piccoli. L'uomo è una barca, la vita è la sua scia e quando scende la notte non rimane traccia Non conbaciano con schifano Ma forse...... Il flauto La musica Time ssss A .P.A. |
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