Gira si la vòi gira'

Detto romanesco


Chi se la passa a lustrini, nun fa lume a marzo
Chi ha poco da spendere, non può certo scialare, anzi, appena la stagione glielo consente, deve saper risparmiare persino la legna. Il lustrino equivaleva a cinque soldi. Accendere i fuochi all'imbrunire negli ultimi tre giorni di febbraio e nei primi tre di marzo era un antico rito pagano, rimasto misterioso, ma che certamente era intenso ad auspicare il risveglio della vita nelle viscere della terra. In campagna il rito aveva anche lo scopo pratico di concimare in modo elementare i campi con i rami secchi e le erbe tagliate dopo la prima potatura.Al tempo dei romani erbe e ramoscelli venivano bruciati alle calende di marzo in onore di Lucina, dea dei parti. In Romagna si accendono ancora grandi falò, detti "focarine". Va ricordato inoltre che il primo giorno di marzo dava inizio al calendario religioso dell'antica Roma. Nelle case romane dei benestanti era abitudine e rito dar vita al nuovo fuoco, mentre le vestali, nel tempio, riaccendevano la fiamma sacra sfregando dei legni particolari, come era stato loro insegnato dai riti di una severa ed antichissima tradizione. 
     S. Maria Maggiore  Antichissima basilica nata sopra il    tempio di Giunone Lucina al tempo di papa Liberio che vide in sogno, il 4 Agosto, la madre di Cristo la quale gli confidò di desiderare una chiesa nella zona dell'Esquilino e il luogo preciso fu individuato da una nevicata miracolosa e chiaramente inconsueta. I primi nomi della basilica furono S. Maria della neve e basilica Liberiana.