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Nessuno può insegnarecon 1200 euro al mese

Post n°749 pubblicato il 02 Settembre 2008 da anacleto.mitraglia

LA NAFTALINA mi è sempre piaciuta moltissimo: al contrario che a
Michele Serra, il quale trova un forte odore di naftalina nelle riforme
scolastiche proposte dal ministro Gelmini. Ricordo la beatitudine con
cui, a tarda primavera, aprivo gli armadi dove mio padre e mia madre
avevano chiuso i cappotti e le pellicce invernali, e aspiravo l'odore
di naftalina, che mi rammentava profumi molto più squisiti.

Michele Serra ha perfettamente ragione su un punto capitale. Non potrà
esserci nessun rinnovamento della scuola italiana, se il governo non
aumenterà in modo considerevole gli stipendi dei maestri elementari e
dei professori delle medie e del liceo. Non è possibile insegnare con
uno stipendio di 1200 euro al mese.

Con questa somma non si possono comprare libri e nemmeno giornali: né
si acquistano vestiti, cappotti e golf nuovi, senza i quali nessuno
avrà mai il rispetto degli alunni, visto che oggi la dignità esiste
solo se è accompagnata da danari. Leopardi con il vecchissimo cappotto
sfilacciato e Baudelaire con le scarpe bucate non sono eroi del nostro
tempo. Come il governo trovi i soldi, non so e non mi importa di
sapere. So soltanto che dal 1945, quando qualcuno tocca questo
argomento, la risposta è sempre la stessa: "Non c'è danaro". Mentre il
danaro c'è, sempre, per le cose più sciocche.


Una di queste cose fu, appunto, quella di moltiplicare gli insegnanti
nella scuola elementare: con un costo enorme. Un maestro solo (a parte
l'insegnante di lingue straniere) è del tutto sufficiente. Ricordo
maestre intelligenti ed eroiche che, nei piccoli paesi, fronteggiavano
nello stesso tempo tre classi, alternando italiano e aritmetica,
geografia e storia.










Per quanto so, la scuola elementare italiana, negli anni dal 1935 al
1970, era piuttosto buona. Sarebbe sbagliato, invece, aumentare il
numero degli scolari nelle classi, in specie nelle scuole elementari e
medie. Non si può insegnare l'italiano a quaranta ragazzi
contemporaneamente, come facevo negli anni tra il 1954 e il 1959,
quando ero professore negli avviamenti. C'è un problema: i maestri e le
maestre del 2008 sono ancora capaci di insegnare cinque o sei materie?




La scuola elementare e media non ha bisogno di computer, come diceva
Silvio Berlusconi anni fa. Il computer è anche troppo usato, oggi, in
Italia. Col risultato che ragazzi di tredici anni lo usano
meravigliosamente, come un gioco spettacolare, ma non sanno scrivere
una lettera in italiano.




Credo che tra voto e giudizio scolastico non ci sia una vera
differenza. Tutti i professori sanno che i voti riflettevano un
discussione tra professori e preside in camera di consiglio: "tu a
quello togli due materie a settembre, e a questo ne aggiungo una io".
Quanto ai giudizi psicologici, la pretesa di comprendere, analizzare e
giudicare un bambino o un ragazzo, è completamente insensata. Nessun
professore sa chi è veramente un alunno di otto o quindici anni: non lo
sanno nemmeno il padre o la madre, e nessun altro essere umano.

Settantacinque anni fa, Giorgio Manganelli, il quale è stato lo
scrittore italiano più intelligente dell'ultimo mezzo secolo, veniva
ritenuto da tutti (presidi, maestri, professori, compagni) un idiota.
Dobbiamo dare pochissimo peso ai voti e ai giudizi della scuola: sono,
fatalmente, un meno peggio.

I libri scolastici sono troppi, e spesso sono cattivi. Ricordo una
immensa e mostruosa antologia per i ginnasi-licei, che non spiegava i
testi, ma cercava di diffondere la terminologia strutturalista
("diegesi", "attante"). Forse sarebbe necessario istituire una specie
di concorso statale, con cui stabilire quali libri scolastici sono
adatti, e quali no. Capisco che si tratta di una proposta pericolosa,
perché non ho fiducia negli eventuali giudici.

I ragazzi non leggono, o leggono troppo poco. Spesso, i professori non
sono in grado di consigliare i libri giusti. Non è possibile far
leggere a un quindicenne La coscienza di Zeno (libro per lui noioso e
incomprensibile), invece che I ragazzi della via Paal o Delitto e
castigo, che egli amerebbe appassionatamente. Forse è ingenuo sperare
in una buona lista di libri, proposta dal Ministero dell'Istruzione.

(
2 settembre 2008)La Repubblica

 
 
 
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