Creato da parsival51 il 19/02/2009
briganti o rivoluzionari

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mareinburrasca_F
mareinburrasca_F il 08/01/10 alle 14:14 via WEB
.. la guerra non ha mai nè vinti , nè vincitori.... ma ne deve rimanere la memoria per evitarla ..

 
parsival51
parsival51 il 08/01/10 alle 14:12 via WEB
perchè la storia la scrive chi vince....

 
mareinburrasca_F
mareinburrasca_F il 08/01/10 alle 14:09 via WEB
perchè i libri di storia non hanno mai evidenziato tutto questo ? perchè non sono mai stati fatti processi contro tali crimini di guerra ?

 
valeria.61
valeria.61 il 07/01/10 alle 22:49 via WEB
Rifiutando la definizione del brigantaggio come fenomeno delinquenziale che ci è stata impartita, sarebbe storicamente corretto accogliere un’interpretazione più convincente, ovvero quella di una «rivolta anarcoide, risposta selvaggia, priva di regole e di programmi, di un popolo stremato da antiche questioni economiche» (R. Nigro). Una rivolta in cui può accadere che il brigante diventi ciò che Friedrich Schiller, nel dramma «I Masnadieri», voleva che fosse: «Un giustiziere contro la madre di tutti gli inganni: la politica». Paradossalmente, vittima della storia, anche il Piemonte ha avuto i suoi briganti: nel 1796, contro l’occupazione francese. E non erano briganti tanto diversi da quelli che l’Italia unificata dai Savoia decise di far giustiziare sul campo con l’applicazione della legge Pica. Tale legge, contraria a molte disposizioni costituzionali, colpiva non solo i presunti briganti, ma affidava ai tribunali militari anche i loro parenti e congiunti, semplici sospetti o nullafacenti. Non è una coincidenza storica con quanto sarebbe avvenuto nel Novecento, se la legge Pica fu promulgata dal parlamento della Destra, preceduta da inchieste parlamentari a porte chiuse, o senza un numero sufficiente di parlamentari. La legge Pica avrebbe fornito i presupposti giuridici a quella che era, in pratica, una vastissima e radicale operazione di repressione, a volte sfociata in veri e propri casi di crimini contro l'umanità, come per la distruzione dei paesi di Pontelandolfo e Casalduni, e il genocidio di tutti gli abitanti. Il parlamento della nuova Italia non volle vedere nella rivolta sociale delle province una violenta reazione all’aggressione piemontese. Infatti, già gli eventi del 1860-61 (dopo un susseguirsi di occupazioni violente: dai barbari ai normanni, agli svevi, agli angioini e agli aragonesi) vennero accolti dalla popolazione come un ennesimo episodio di sopraffazione e di assoggettamento: il governo piemontese appariva, in definitiva, un altro usurpatore che non aveva fatto i conti con la diffusa delusione per il fallimento del nuovo governo nel migliorare le durissime condizioni di sfruttamento e sopraffazione, ereditate dai Borbone. Come a dire: cambia il padrone, ma gli sfruttati son sempre gli stessi. Non si trattava altro che di resistere, quindi, a un nuovo «conquistatore»: così il brigantaggio, che all’inizio era un fenomeno politico in appoggio ai Borboni, divenne protesta sociale, resistenza. Una vera, e propria, «guerra civile».

 
valeria.61
valeria.61 il 07/01/10 alle 17:58 via WEB
Veramente non ravviso un sostegno alla Lega... del resto non potrei essere più lontana da quel sedicente partito. Vero è che, pur di strumentalizzare, si producono carte false distorcendo o mettendo a tacere la verità, come quella delle deportazioni della gente del Sud. Cara Larosabluette, non ho sposato nessuna «legge sempre vera» in quanto di formazione scientifica, né era nelle intenzioni offrire un quadro del pensiero gramsciano (si presume conosciuto a livello scolastico)... Solo, non ritengo questa la sede per affrontare questioni sui massimi sistemi né dibattiti personali. Grazie.

 
parsival51
parsival51 il 07/01/10 alle 13:07 via WEB
le discussioni anche se contrapposte generano conoscenza..... i post servono a questo e il mio blog è aperto ai commenti e interventi proprio per creare un "cenacolo" di discussione grazie

 
parsival51
parsival51 il 07/01/10 alle 13:02 via WEB
hai colto il senso ...i briganti di ieri sono stati i partigiani della seconda guera mondiale...sono stati chiamati briganti ma, anche loro lotavano contro chi ritenevano un invasore....e anche chi si aspettava cambiamenti rimase deluso non è cambiato niente e a oppressori si sostituirono altri oppressori.... non giudico negativo il processo di unificazione ...è stato negativo il modo con cui è stato fatto

 
larosabluette
larosabluette il 07/01/10 alle 12:21 via WEB
La tua analisi Valeria da ragione alla Lega... tu parli di metodo induttivo quando dal particolare si passa all'universale stabilendo così una legge sempre vera..........essendo stata annoverata la storia fra le scienze io preferisco il metodo deduttivo e quindi leggere una frase nel contesto di un articolo per capirne il significato.......... abbiamo formazioni penso diverse e questo probabilmente ci mette su piani contrapposti. Sei una persona molto preparata sull'argomento in questione.... volevo farti i complimenti per il tuo modo di argomentare....

 
valeria.61
valeria.61 il 06/01/10 alle 22:58 via WEB
Larosabluette, direi di non condividere il tuo pensiero... In fondo dal particolare si deduce l'universale... A dire che nel presente blog non si trattava di condurre un'analisi del pensiero storico gramsciano còlto nella sua interezza e nel contesto più generale – perché non è questa la sede –, bensì di valutare l'intima coerenza della frase citata ai fini del contesto dell'autore del blog. Frase che del resto è stata non solo messa in luce dalla storiografia marxista (non dimentichiamo il periodo nel quale emerge tale conclusione, quando ben altri fermenti si agitavano in campo politico-sociale), ma ha contribuito ad allargare il dibattito storiografico da più parti, anche rispetto alla storiografia liberale. Se oggi il dibattito storico si è arricchito, è proprio grazie alla ripresa della lettura gramsciana del Risorgimento in termini di «rivoluzione passiva», della nascita dello Stato unitario come conquista regia, della mancata rivoluzione sociale che approfondì il divario tra le minoranze dei patrioti e le grandi masse contadine. Ovvero tra le due Italie, il Centro-Nord e il Meridione, dove braccianti delusi dalla mancata distribuzione delle terre e soldati sbandati del disciolto esercito borbonico dettero vita, dopo il 1860, a una guerra civile etichettata con il nome di brigantaggio. Etichetta che – guarda caso – venne coniata dagli intellettuali di Stato...

 
larosabluette
larosabluette il 06/01/10 alle 15:14 via WEB
Valeria non sono d'accordo con te...quando si estrapola una frase da un contesto più ampio ha un significato assoluto, cioè quello che l'autore vuol dare......preferisco leggere ciò in un contesto più ampio....solo allora capisco se l'autore del blog ha estrapolato ciò in modo oggettivo o soggettivo...
 
 
 

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