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La trama

Post n°19 pubblicato il 17 Gennaio 2006 da ManuMazzi
Foto di ManuMazzi

Ecco la trama de "Un caffè a Kathmandu":
un po' lunga, è vero, ma preferisco lasciarla così di proposito...
sia mai che invece di leggere questa sintesi ristretta,
non riesca a suscitare l'interesse ad acquistare il libro da leggere per intero...

La trama...

Michela, una fotografa ticinese - nata e vissuta nel cantone svizzero di lingua italiana -, vince un concorso di lavoro internazionale indetto da un'associazione di volontariato non governativa tricolore: partirà, alla volta del Nepal per un mesetto o poco più, con altri due colleghi sconosciuti (Carlos, cameraman spagnolo e Franck, un giornalista inglese residente da anni in Italia, che fungerà da capo-gruppo  carismatico). Il loro compito sarà quello di sviluppare un progetto particolare: un filmato-documentario sui “children street”, ovvero sui bambini che vivono per strada.

Ed è proprio durante le loro uscite, necessarie per effettuare le riprese e gli scatti fotografici da supporto al progetto, che viene descritta con parecchi dettagli la realtà di questi cuccioli d'uomo, appartenenti spesso alle caste inferiori. Tra gli argomenti trattati viene anche data un'opinione - con un pizzico di tono polemico - sulle adozioni a distanza: sempre più di "moda" in occidente. Durante i primi giorni di permanenza a Kathmandu, capitale nepalese, Micky, Franck e Carlos fanno conoscenza di altri personaggi: i più importanti sono Antonio, distinto signore napoletano e la sua gentil segretaria Raffaella. Nel frattempo la conoscenza fra i tre avviene in maniera molto cauta per diversi motivi, anzi per parecchi sospetti fondati. Testimone involontaria di quanto accade, è Micky, che assiste… e fotografa… una passerella di passi falsi, che la portano a sospettare di tutti: ma uno solo è il vero "colpevole". Di che cosa? Si capirà dal 18esimo capitolo in poi.

Tra gli avvenimenti: uno scambio di buste in segreto fra Carlos e Antonio, un furto ai danni di Franck, forse messo a segno da Raffaella e Carlos, un comportamento scorretto da parte di Franck verso il gentil sesso, e verso la stessa Micky, che si vede costretta a reagire anche violentemente, una raccomandazione particolare da una curatrice nepalese, che mette in guardia la protagonista, un personaggio ambiguo che segue i movimenti di Micky e pare avere un intrallazzo con Carlos, e poi ancora una fuga all'impazzata della fotografa-testimone inseguita da un nuovo personaggio, il quale le apre un po' di più gli occhi sul problema - ovvero lo sfruttamento di bambini e donne a sfondo sessuale - gettando però, ancora una volta, dubbi sui vari protagonisti…

Dubbi e sospetti offuscati anche da un sentimento che sta nascendo in Micky per Carlos. Da Katmandu il gruppo si sposta poi a Pokhara (una nota località nepalese a qualche ora dalla capitale). Ma a un certo punto spariscono tutti: Micky rimane sola ad affrontare gli ultimi giorni in Nepal. Organizza il necessario e rientra quindi a Locarno, la sua cittadina natale, che si affaccia sul Lago Maggiore. Qui finirà il progetto con l'aiuto di un ex collega, poi deciderà di ritirarsi in solitudine per qualche giorno nella cascina di montagna, al fine di rimettere a posto tutti i tasselli del puzzle. Ma non prima di aver avuto una sorpresa inaspettata via internet: uno dei protagonisti si rifà vivo spiegandole tutto ciò che era successo nei minimi dettagli…

L'ultimo vero evento imprevedibile - con tanto di un'allettante proposta che le cambierà la vita - Micky lo vivrà proprio in montagna, sul Monte Comino (sito nelle Centovalli), un luogo per certi versi fuori dal mondo: il suo nuovo Nepal. 

Il verdeggiante paesaggio, il clima capeggiato dal monsone e l'inquinamento atmosferico della nazione terra delle nevi eterne, ma anche la svogliatezza, le contraddizioni e la povertà di un popolo che ama la libertà, così come le tradizioni, le convinzioni e un'infinità di particolari che immortalano il Nepal per quello che è oltre alle montagne, è quanto emerge giocoforza tra le righe di «Un caffè a Kathmandu», che a sua volta mette gli stessi contenuti a confronto con la realtà più nota alla protagonista: la sua Svizzera, il suo Ticino.

 
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