L'angolo di Jane

La preda - Irène Némirovsky


Titolo: La preda Titolo originale: La Proie Autrice: Irène Némirovsky Traduzione: Laura Frausin Guarino Casa editrice: Adelphi pag: 176 formato: ebook (esiste anche in cartaceo) prezzo: 6,99 €
Pubblicato nel 1938, a pochi anni da quello che fu il terribile epilogo della vita della scrittrice, morta nel 1942 in un campo di concentramento, “La preda” è uno dei romanzi più intensi e tragici di Irène Némirovsky ed ideale complemento di “David Golder” , che le diede la fama nel 1930.Se David Golder era l'emblema di quel mondo della finanza senza scrupoli, che aveva disastrato l'economia francese e mondiale, il giovane ambizioso protagonista di “La preda” si muove invece sulla superficie dell'altro lato della medaglia del potere: la politica, che nella visione di  Némirovsky è una specie di grande macchina teatrale delle illusioni.Jean-Luc Daguerne è nato nel momento sbagliato, tanto che può dire della sua generazione: “Al banchetto della vita commensali sfortunati, giunti quando i pasticcini sono finiti e il barman ha messo via lo shaker” e “Julien Sorel poteva ancora contare su una parte della società. Ma noi?... A cosa appigliarsi oggi?... Tutto scricchiola. Neppure il denaro è sicuro. Intorno a noi, niente. Nessun appiglio” o ancora “Beauty is cheap...”, ugualmente, in Europa, in quell'autunno del 1933, l'intelligenza veniva venduta a salari da fame." (a quanto pare tutte le crisi economiche si assomigliano).Dichiaratamente ispirato al celebre personaggio de "Il rosso e il nero" di Stendhal, Julien Sorel, disposto a tutto per ottenere il suo luccicante posto nel mondo, ma infine piegato dalla forza travolgente dei sentimenti, Jean-Luc ne seguirà in gran parte le orme, diventandone però una versione molto più nera e spietata, in nome di una ascesa ad un potere che, una volta visto da vicino, apparirà molto più misero di quanto non sembrasse.Nato in una famiglia povera, Jean-Luc Daguerne aspira vagamente ad un futuro migliore, ma quando la bella e ricca Édith Sarlat di cui è innamorato, figlia di un banchiere, tenta di abbandonarlo per sposare un uomo del suo stesso ceto sociale, trattando il ragazzo con la più totale noncuranza, inizia il vero e proprio processo di indurimento del protagonista de “La preda”.Vedendosi considerato senza importanza, perché privo di relazioni e denaro, Jean-Luc rimodella le proprie aspirazioni e decide di usare la stessa Édith per introdursi in quel mondo che lo ha messo alla porta. Proprio perché non l'ama più, Jean-Luc riuscirà infine a riconquistarla, ma da quel momento in poi ogni essere umano avrà poca o nulla importanza per il giovane, che sarà un marito crudele, un padre gelido, un pessimo amico e che tutto e tutti sacrificherà, senza alcuno scrupolo, per introdursi nel mondo della politica, l'unico che conservi qualche simulacro di influenza, dopo il crollo dei grandi poteri finanzieri.“La preda” è non solo Édith, usata come un oggetto per accrescere la propria importanza, ma è la società stessa, nella quale Jean-Luc si muove come un essere ferino che attende di poter colpire al momento giusto, per ottenere i massimi vantaggi.Non tutto però andrà come Jean-Luc aveva previsto: molte macchinazioni falliranno, il risultato di parecchi sforzi sarà deludente, ma soprattutto accadrà qualcosa di totalmente inaspettato per un uomo disposto troppo facilmente ad accantonare la propria umanità.Una donna, povera come era stato lo stesso Jean-Luc, riesce infine a conquistare la corazza dell'emulo di Julien Sorel, ma in maniera del tutto involontaria: essa infatti non ama affatto Daguerne, ma un suo amico, per di più da questi abbandonato proprio nel momento del più grande bisogno.E' così che Jean-Luc dovrà affrontare qualcosa verso cui la sua tendenza al calcolo si troverà del tutto impotente perché, come ci dice la stessa Némirovsky: “Per sapere come reagiscono gli uomini basta l'intelligenza. Per sapere come reagiremo noi, ci vuole l'esperienza”.Chi, come Jean-Luc, non abbia mai conosciuto una passione autenticamente travolgente, non può prevedere come questa possa diventare infinitamente più distruttiva di qualunque fredda lotta per il potere.Come il fuoco scioglie il ghiaccio ed infine lo consuma, così Jean-Luc è destinato a soccombere alla forza delle sue stesse incontrollabili emozioni, che gli mostreranno la vacuità di tutto ciò che in passato ha ritenuto importante.“La preda”, come molti dei libri di Irène Némirovsky, ha un protagonista molto più pieno di ombre che di luci, a tratti insopportabilmente cattivo, ma mai come in questo romanzo, la scrittrice è andata a fondo nei sentimenti del suo personaggio, alla ricerca di quell'umanità, che si annida in ogni uomo e che “gli squali” della società  ritengono, non a torto, una fonte di debolezza, perché lo è sempre per chi si ostina a negarne l'esistenza.Nonostante la freddezza iniziale del suo personaggio, questo è forse uno dei libri più emozionanti di Irène Némirovsky, proprio per la sua capacità di rendere vivo il personaggio di Jean-Luc,  rappresentandone sia i lati peggiori e calcolatori che quelli più imprevidilmente sentimentali.Non sarà Julien Sorel (chi può esserlo del resto?), ma Jean-Luc Daguerne è senz'altro uno dei personaggi meglio riusciti di tutta la vasta, e bellissima, produzione di Irène Némirovsky.Di Irène Némirovsky ho recensito anche:I falò dell'autunnoIl malintesoJezabelDavid GolderIl calore del sangueL'affare Kurilov