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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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I falň dell'autunno - Irčne Némirovsky

Post n°833 pubblicato il 26 Aprile 2012 da bluewillow
 

Titolo: I falò dell'autunno Titolo originale: Les Feux de l'automne Autrice: Irène Némirovsky Traduzione: Laura Fausin Guarino Casa editrice: Adelphi pag: 238 costo: 13,50 € (acquistato con promozione adelphi -25%, fino al 29 Aprile)

Ambientato in un arco di tempo che spazia dalla prima alla seconda guerra mondiale, tra il 1912 e il 1941, "I Falò dell'autunno" è forse uno dei libri più arrabbiati di Irène Némirovsky.
Attraverso la vita di un gruppo di giovani parigini, che si conoscono fin dall'infanzia, questo libro descrive l'ascesa nella società di un nuovo tipo di individuo, il cui sistema di vita e insieme di valori è esattamente l'opposto di quelli anteguerra: il faccendiere senza scrupoli, l'uomo che deve vivere al di sopra delle sue possibilità, con quanto più denaro, più potere, relazioni influenti e più donne possibile, e meglio ancora senza alcun merito particolare in alcun campo.

La guerra, con la sua mentalità rapace finirà per contagiare la società di una nuova inquietudine, dividendo gli individui in "vecchi" (non necessariamente d'età), ancorati ad una scala di valori in cui hanno ancora importanza onestà e autenticità, e "nuovi" audaci conquistatori.
Se figure senza scrupoli e avidi faccendieri potevano essere guardati con distacco e con una certa tolleranza, perché parte inevitabile di un sistema sociale, nel periodo fra le due guerre, quando ancora brillava una illusione che la pace potesse durare (come in David Golder), in questo libro, scritto quando la Francia sembra sull'orlo di una sconfitta, invece, non c'è più alcun tipo di sopportazione verso quelle scaltre figure che hanno barattato la sicurezza della patria con il denaro, sfruttando la corruzione del sistema: è colpa loro se la Francia è stata invasa dai tedeschi, se l'esercito è fornito con attrezzatura scadente, se la libertà è stata sacrificata sull'altare del denaro.
L'ingenua e fedele Thérèse Brun e il suo primo marito e cugino Martial Brun, sono in questo libro le figure principali che incarnano la mentalità di chi cerca di vivere secondo una scala di valori più autentica, fatta di amore, rispetto, dovere: concetti che si riveleranno drammaticamente antiquati al termine della prima guerra mondiale.

La ferocia della guerra segnerà infatti l'ascesa di personaggi come Raymond Détang e della sua disinibita consorte Renée che, tenendosi abilmente lontani dal sangue e dalla polvere del conflitto, useranno invece tutta la potenza "di fuoco" delle relazioni sociali, per farsi strada attraverso affari loschi.

In mezzo a questi due opposti, oscilla invece Bernard Jaquelain, inizialmente simile a Thérèse, ma che tornerà così cambiato dalla scioccante esperienza della prima guerra mondiale, da venire travolto dalla vita vissuta per l'attimo, e dall'esaltazione per il denaro e il potere di Détang e Renée.
Amori, tradimenti, fiumi di denaro e corruzione, segneranno la vita di Bernard e Thérèse che finiranno per attrarsi, ma anche per respingersi proprio per il loro differente modo di trovare la felicità.
Thérèse sarà fedele e amorevole come qualcosa di inevitabile, tanto che la sua bontà è quasi una non-scelta e che di lei dice l'autrice :"E andava all'amore come ci si butta nel fuoco, sapendo che se ne uscirà gravemente feriti o addirittura uccisi, e che si morirà per niente, di una morte incerta e senza gloria."

Bernard invece dovrà vivere e scontare il male della sua inquietudine fino a causare un danno proprio a chi dovrebbe invece proteggere, affascinato dalla nuova mentalità:
"Vieni e prendi" dicevano gli uomini e le donne "senza mai domandarti se è bene o male. Sono tempi felici e spregiudicati. Approfittane".

"I falò dell'autunno" sono quelli che i contadini bruciano nei campi per preparare il terreno alla semina e renderlo più fertile: prima che qualcosa cresca c'è bisogno di passare attraverso distruzione e devastazione. Allo stesso modo Thérèse e Bernard vedranno bruciare le loro vite, il loro matrimonio, fino a quando non arriverà il momento in cui qualcosa potrebbe infine crescere, anche se questa possibilità rimane fino alla fine solo una speranza, non una certezza.

Quest'opera di Irène Némirovsky non poté mai essere rivista dalla sua autrice, che la lasciò come abbozzo, dopo essere stata catturata e portata nel campo di concentramento di Auschwitz, dove morì ad appena 39 anni. La scrittrice però lasciò alcune indicazioni su alcune parti che avrebbe voluto cambiare o elidere: l'insieme degli appunti è stato riordinato da una studiosa italiana, Teresa M. Lussone, a cui si deve la stesura definitiva dell'opera pubblicata prima in francese da Albin Michel e poi in italiano da Adelphi.

Nonostante questo sia un testo non rivisto dall'autrice, la voce di Irène Némirovsky è inconfondibile: un misto di grande capacità descrittiva di intricate relazioni sociali e di fine caratterizzazione psicologica, che ci permette di osservare non solo come ogni personaggio appare agli altri, ma anche come esso stesso si auto-percepisce, come si considera, quale è nell'insieme la sua filosofia di vita.
Un libro questo drammaticamente attuale, proprio per il tipo di rapace scalatore del successo che descrive: rovina della Francia durante la seconda guerra mondiale, e rovina tuttora di molti paesi (di certo ve ne ricorderà uno che vi è molto vicino...).

"Ora, avere successo quando si ha talento, cultura o un intelligenza superiore è in definitiva, piuttosto ovvio. La vera scaltrezza sta nell'avere successo senza possedere nessuno di questi doni, essere un accademico senza avere genio, un uomo di stato senza saper riconoscere l'isola di Giava su una carta geografica; è fare i soldi senza aver lavorato, darla a bere agli altri restando un mediocre in tutto, come Raymond Detàng. Questo sì che è segno di ammirazione. Ce ne sono due o trecento così in Francia, centocinquanta solo a Parigi. Sono i nostri maestri."

 

 
 
 
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