L'angolo di Jane

Amok - Stefan Zweig


Titolo: Amok Titolo originale: Amok Autore: Stefan Zweig Traduzione: Emilio Picco Casa editrice: Adelphi pag: 105 costo: 10 €“Le situazioni psicologiche misteriose esercitano su di me un fascino addirittura sconvolgente, mi intriga fino al midollo scoprire connessioni, e le persone singolari riescono con la loro sola presenza ad accendere in me un desiderio di conoscerle che è non di molto inferiore a quello del possesso di una donna”.
Queste le parole con cui il narratore di questo breve libro, in viaggio sul transatlantico Oceania, spiega il suo interesse per la storia dell'uomo incontrato per caso una notte sul ponte della nave, che verrà raccontata in Amok; la stessa frase però ben si adatta all'intera opera di Zweig, spesso incentrata proprio su intense narrazioni di personalità singolari, al limite tra la normalità la a follia.Scritto nel 1922, lo stesso anno di “Lettera di una sconosciuta”, questo racconto ne sembra la versione speculare al maschile, perché anche in questo caso alla base di tutto c'è una attrazione istantanea e non ricambiata che diventa ossessione. Se la storia di “Lettera di una sconosciuta” si dipana però lungo molti anni, quella di Amok è invece una passione bruciante, immediata e devastante, che porterà alla rovina tanto colui che la prova che l'oggetto della sua passione.A raccontare la sua vicenda al narratore è un medico che per molti anni ha lavorato in oriente, è lui stesso a descrivere ciò che lo ha portato alla rovina: l'amok. Cos'è?“E' più di una ebbrezza... è una follia rabbiosa, una specie di idrofobia umana... un accesso di monomania omicida, insensata, non paragonabile a nessun'altra intossicazione alcolica...”E' appunto l'amok che si impossessa di un dottore quando una donna inglese, di cui non conosceremo mai il nome, si rivolge a lui perché lo aiuti a praticare un aborto.L'uomo prova una immediata attrazione per la sconosciuta e giunge al punto di chiederle favori sessuali in cambio del suo aiuto. La donna indignata se  ne va, ma l'uomo la insegue nella città da cui proviene,  terrorizzato dal suo stesso comportamento che capisce essere frutto della follia.Il dottore è preda di una furia inspiegabile, fatta di amore e odio e brama passionale che infine sarà fonte della sua stessa distruzione, come se le fiamme di tali sconvolgenti emozioni lo avessero consumato.Se “Lettera di una sconosciuta” descriveva una stalker in un certo senso “buona”, qualcuno ossessionato, ma che si tiene in disparte, “Amok” invece si basa sullo stesso genere di ossessione, ma declinato in chiave distruttiva, uno stalker “cattivo”, anche se in questo caso la vicenda ha invece una durata brevissima.La nascita del sentimento dell'ossessione, dell'amok, è imperscrutabile ed è vagamente attribuita all'ambiente esotico in cui il dottore si trova.Ammetto di aver preferito “Lettera di una sconosciuta” ad “Amok”: la prima è una versione esasperata di un amore non ricambiato, l'espressione malata di sentimenti in fondo comuni, il secondo è invece una versione violenta degli stessi, che esiste purtroppo nella società (ne leggiamo fin troppo spesso nella cronaca  nera), ma che proprio per la sua natura mi lascia, come lettrice, distante.La sconosciuta della lettera ispira compassione, quasi solidarietà,  mentre il dottore di Amok, che prova una passione che non comprende lui stesso, è una figura psicologicamente meno approfondita: è posseduto dall'amok, così come potrebbe aver preso un colpo di sole. Lo devo ammettere: per la fine della sconosciuta ho provato dispiacere, ma il personaggio principale di Amok lo avrei buttato fuoribordo io stessa.La scrittura di Zweig è come sempre perfetta, peccato che questa volta abbia scelto di raccontare un personaggio così poco affascinante.Di Stefan Zweig ho recensito anche:Lettera di una sconoscosciutaMendel dei libriPauraBruciante segretoNovella degli scacchiAmerigo Magellano