L'angolo di Jane

Nascita di una rivoluzione - Irène Némirovsky


Titolo: Nascita di una rivoluzione Titoli orinali: Nassaice d'une rivolution ; Magie; Emile Plater Autrice: Irène Nemirovsky Traduzione: Monica Capuani,  Simone Buttazzi Casa editrice: Castelvecchi pag: 59 costo: 7,5 €
Nel 1918 la famiglia di Irène Némirovky fu costretta a fuggire da San Pietroburgo, dove viveva, perché i Soviet avevano messo una taglia sulla testa del padre Leonid, un ricco banchiere.A partire dal 1917 l'intera città era in stato di agitazione a causa della rivoluzione russa e le immagini di quel cambiamento epocale, segnate dalla violenza e dal sovvertimento di ogni precedente sicurezza, rimasero per sempre impresse nella mente della allora appena quattordicenne Iréne.In “Nascita di una rivoluzione", che dà il titolo a questo trittico di brevi racconti, pubblicato da Castelvecchi, la scrittrice rievoca le immagini che turbarono la sua infanzia, appena l'inizio di quello che sarebbe accaduto di in seguito, in cui vibra quell'atmosfera di rabbia, follia e desiderio di rivalsa che sarebbe poi sfociata in un bagno di sangue. Al centro del racconto un episodio in cui non avviene ancora un delitto, ma in un certo senso è come se fosse accaduto: un uomo, accusato di essere una spia della polizia, viene messo contro un muro come se dovesse essere fucilato, davanti ai suoi figli. Alla fine viene risparmiato, ma quel desiderio di punire e vendicare, in spregio ai sentimenti di umanità, sembra essere il nucleo dell'anima rivoluzionaria.  “Qual è l'istante in cui nasce una rivoluzione?” si chiede la scrittrice: forse il momento in cui uomini e donne vengono presi dalla brama di distruggere, certamente perché esasperati e perché non sembra esserci altro modo di agire, ma con il risultato che la vendetta di sostituisce all'effettivo realizzarsi della giustizia per cui si combatte.Il secondo racconto “Magia”, è ambientato in un'epoca appena successiva, in cui la famiglia di Iréne  Némirovksy era rifugiata in Finlandia, insieme ad altri profughi russi, a causa della rivoluzione. Le notti scure e lunghe del paese nordico costringono i giovani a trascorrere la serata al chiuso, in una stanza comune, facendo giochi di società. Proprio il gioco con una tavola ouija, usata in teoria per mettersi in comunicazione con gli spiriti, è lo spunto per questo racconto un po' gotico, non direttamente collegato alla rivoluzione, se non per l'introduzione che rievoca quel periodo storico.Il terzo scritto “Emile Plater” non è un vero e proprio racconto, ma sembra piuttosto un abbozzo di testo teatrale, in cui viene rievocata la figura di una giovane rivoluzionaria polacca, Emilia Plater, una specie di Giovanna d'Arco della modernità, che nei primi decenni dell'800, indignata dell'ignavia dei suo compatrioti, si sacrificò in prima persona per scacciare i russi dalla propria patria, perdendo la vita.Sicuramente il pezzo forte della raccolta è il primo racconto, ma qualunque cosa questa autrice scriva è un pezzo di valore, perché Irène Némirovsky ha il dono di saper infondere vita alle parole e di comunicare l'esperienza attraverso le emozioni.Molto bella e sentita anche l'introduzione di Susanne Scholl che fa un parallelo fra la rivolzione russa di inizio '900 e quanto accaduto invece nell'unione sovietica nel 1990, mettendo in luce, proprio come sembra fare Némirovsky nel suo primo racconto, che le rivoluzioni trascinano con l'idea della lotta ad un obiettivo da distruggere, anche se a volte non è ben chiaro dove stiano effettivamente conducendo.Di Irène Némirovsky ho recensito anche:La nemicaIl balloLa sinfonia di Parigi e altri raccontiLa predaI falò dell'autunnoIl malintesoJezabelDavid GolderIl calore del sangueL'affare KurilovLa moglie di don Giovanni