L'angolo di Jane

Il contrario della morte – Roberto Saviano


Titolo: Il contrario della morte Autore: Roberto Saviano Casa editrice: Corriere della Sera pag: 59 costo: 1 euro (+ il costo del quotidiano, perché si tratta di una pubblicazione abbinata al Corriere della Sera)
Dall'autore del celebratissimo (anche su questo blog) “Gomorra”,caso editoriale del 2006, “Il contrario della morte” è un brevissimo racconto incentrato sulla storia di Maria, giovanissima promessa sposa di Gaetano, un soldato caduto in Afghanistan, che vive già come una vedova, nonostante i suoi diciassette anni. Maria è il simbolo di un rapporto con l'esercito e con la guerra che nel meridione sembra avere poco a che fare con parole come “missioni di pace” o con il patriottismo: in questo racconto-reportage la guerra è una opportunità per chi ha pochi mezzi di accumulare in breve molto denaro, da utilizzare magari, come nel caso narrato da Saviano, per sistemarsi e metter su famiglia. Secondo l'autore ci sono intere famiglie per le quali l'ultima guerra non è, come insegnano a scuola, la seconda guerra mondiale, ma di volta in volta l'Iraq, l'Afghanistan, il Libano che per i soldati coinvolti e le loro famiglie sono guerre a tutti gli effetti, sebbene nominalmente non lo siano. Giovani che rischiano ogni cosa per aver un opportunità, che a volte hanno successo, ma che altre, una volta reduci, sono tormentati da ricordi shockanti o dal timore di ammalarsi a causa dell'uranio impoverito.Il titolo di questo breve racconto, che viene venduto abbinato al Corriere della sera, fa riferimento ad una canzone di Sergio Bruni,”Carmela”:Tu piangi solo se nessuno vedeE strilli solo se nessuno senteMa non è acqua il sangue nelle veneCarmela Carmèse l'amore è il contrario della morte...“Il contrario della morte” mantiene lo schema narrrativo di Gomorra ( che descriveva la prepotente presenza della Camorra in Campania), a metà fra romanzo e resoconto giornalistico. Anche in questo racconto, come in Gomorra, l'autore ci mostra una realtà vissuta in una dimensione “epica”, dove forte è il contrasto fra la volontà di vivere di amare dei protagonisti, e l'ingombrante presenza di una morte che in ogni momento può affacciarsi ad infrangere i loro sogni. Ne emerge una visione della vita campana che sembra fare di questo territorio una specie di terra perennemente in guerra. Una cosa che mi ha impressionata è che l'autore sostiene che molti ragazzi utilizzino delle piastrine metalliche appese al collo, simili a quelle dei soldati, con inciso il loro nome e gruppo sanguigno, utile per riconoscerli nel caso in cui cadessero vittima di incidenti, agguati o sparatorie. Onestamente io non so se sia vero, ma all'interno del racconto mi è sembrata l'unica nota un po' stridente e se volete “esagerata”: forse Saviano qui ha calcato un po' la mano sul melodramma. Nonostante questo ho apprezzato il racconto e lo stile dello scrittore, come pure le informazioni preziose per capire meglio il vissuto di coloro per il quali la “guerra” non è solo una parola sentita in televisione.Di Roberto Saviano ho recensito anche “Gomorra” al post n° 169