L'angolo di Jane

L'uomo a rovescio – Fred Vargas


Titolo: L'uomo a rovescio Titolo originale: L'homme à l'envers Autrice: Fred Vargas Traduzione: Yasmina Melaouah Casa editrice: Einaudi pag: 328 costo: 15,50 euro
Tra le montagne del Mercantour, in Francia, sembra aggirarsi un lupo di proporzioni gigantesche, capace di fare razzia di pecore, ma anche di uccidere gli esseri umani che osano sbarrargli il passo. La bestia è inafferrabile,capace com'è di muoversi da una zona ad un'altra con grande velocità. Insospettito dallo strano comportamento del lupo,un animale che non attacca l'uomo se questo non gli toglie ogni via di fuga,  il naturalista canadese Lawrence insinua il dubbio che non si tratti di un semplice animale, ma di un folle convinto di essere una creatura scaturita dalle leggende, un uomo a rovescio, un lupo mannaro. La polizia è troppo scettica per seguire una simile pista, così Camille (fidanzata francese di Lawrence), Soliman e “il Guarda” (un vecchio pastore), partono su uno sgangherato camion bestiame all'inseguimento dell'assassino, attraverso le Alpi, per fermarlo prima che colpisca ancora. Ad attendere Camille nel suo viaggio ci sarà però anche un non previsto reincontro con il commissario Adamsberg, un amore del passato,indissolubilmente legato alla donna dallo strano filo del destino, che li allontana e poi li riunisce in un ciclo perenne.Mistero,amore e morte si uniscono per tessere la trama di questo libro, che questa volta (al contrario di “Chi è morto alzi la mano” recensito al post n°356) ha una trama molto più noir che non gialla. Fred Vargas scava nell'animo dei suoi personaggi alla ricerca del vero motore delle loro azioni: ognuno dei protagonisti ha un motivo per imbarcarsi nell'avventura all'inseguimento dell'uomo a rovescio, e inaspettatamente per ognuno di essi è una forma d'amore, a volte anche estremamente contorta.Anche se questo è cronologicamente il primo libro, fra quelli pubblicati in Italia, in cui appare il commissario Adamsberg, in realtà questo personaggio fa la sua prima comparsa in “L’Homme aux cercles bleus “ ancora inedito nel nostro paese, forse per questo il legame che unisce Camille e Adamsberg viene dato per scontato come un dato di fatto (anche se potrei sbagliarmi non avendo letto il libro). Anche la presentazione del personaggio viene diluita lungo tutto il volume:un investigatore che cerca indizi prima di tutto nella storia degli indagati e nella loro personalità, un uomo che sembra perennemente distaccato dalla realtà, perso nei propri pensieri, ma che ogni tanto riesce a vedere acutamente come pochi.Il punto di forza di questo libro sta proprio nella costruzione dei personaggi, con personalità dalle sfumature complesse, oltre alla grande capacità della Vargas di riuscire a guardare con umorismo ad ognuno di essi.L'intreccio giallo è invece forse troppo funambolico: la trama fa davvero i salti mortali per giungere al giusto epilogo e alla risoluzione del mistero.La frase dell'autrice riportata in tutti i libri della Vargas “Non sopporto i gialli ultraviolenti che raccontano crimini complicatissimi (che nella realtà non esistono): un delitto è sempre semplice”, mi lascia questa volta un po' perplessa. Inoltre  ci sono forse troppi punti in comune  con “Chi è morto alzi la mano”, compreso il personaggio di Lawrence, che sembra una nuova declinazione di quello dell'evangelista Mathias: biondo, muscoloso,alto, taciturno e grande osservatore. Il libro è  però costruito magistralmente per quanto riguarda l'approfondimento psicologico dei singoli personaggi e lo stile della Vargas è sempre impeccabile, forse anche troppo realistico nel ricostruire il linguaggio di ognuno dei protagonisti (a volte anche infarcito di volgarità se chi parla  viene definito come rozzo).Il commissario Adamsberg è un personaggio affascinante come pochi: del resto un uomo contorto e innamorato avrà sempre il suo pubblico.