VOLPI e GALLINE

Meglio soffrire le pene della gabbia che credere di essere liberi perchè la gabbia non la vedi

 

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ZANZIBIRRE A ZANZIBAR cap 1°

Post n°37 pubblicato il 06 Febbraio 2009 da marcosoppi

 

 

 

 

 

JAMBO BWANA!!!!...sono passati due mesi ed è ora che mi metta a scrivere qualcosa prima che mi dimentichi tutto.
Zanzibar...africa equatoriale...esattamente a sud dell'equatore,di pochi gradi.
quindi qui l'acqua che scende dallo scolo del lavandino gira in senso orario...per via dei campi magnetici credo.
è tutto un po' diverso a sud dell'equatore...a partire dal fatto che qui si va verso l'estate mentre a milano ,mi dicono, ha nevicato tanto come in una boccetta con dentro il duomo quando la giri.
i milanesi che arrivano qui,tanti,non sono piu' i classici zampetti come qualche anno fa...c'è un po' di tutto perche' ormai  l'industria del turismo si è accorta che la quantità è più proficua che la qualità.
Zanzibar ha nel destino e nel nome il fatto di essere un posto frequentato da gente che va e che viene...prima del turismo fai da te c'erano le spezie...cioe' c'erano solo le spezie...e quindi olandesi ,portoghesi,inglesi hanno trafficato qui per secoli.
Ora le spezie le compri in graziose ciotoline di vimini e per pochi dollari ti fanno sentire un capitano di brigantino olandese che si porta a casa il suo meritato carico di noce moscata.
Oppure a metà tra un cuoco ospite della clerici e un piccolo jack sparrow che traffica in cumino,curry e zafferano.
Poi il nome di questa isola...ZANZI...bar;chissà se in italia qualche buontempone ha già sfruttato questo nome per darlo al suo esercizio pubblico...mi sembra di aver visto da qualche parte un "Giangi Bar"probabile nel milanese e sicuramente in televisione negli anni 80.
Vi ricordate voi Silvio Orlando,Karina Huff,Gigio Alberti(quello che impicca la scimmia in Marrakech Express),david Riondino e compagnia cantante nella sit com omonima?
Una buona copia di "Cheers" sempre degli anni 80 ma americano.
Insomma...questo posto ,grazie al turismo e in generale alla gente che va e che viene,è il calssico pezzo d'africa che si è tirato fuori dalla povertà più cruda.
Nonostante tutto però non vi aspettate una città moderna....
Zanzibar in realtà non è uno stato ma fa parte della repubblica di Tanzania...zanzibar è un'isola sulle coste della tanzania...e Stone town è la capitale.
Stone town è addirittura patrimonio unesco...ma vi assicuro che è tutto tranne quello che potrebbe farvi pensare ad un posto meritevole di ciò,secondo i nostri canoni europei.E come se in italia l'unesco facesse sito lo zen a palermo.
Io ci sono stato un paio di volte ed è una città strana...a metà tra una favelas brasiliana e milano...prendete il peggio di tutte e due e levate la criminalità della favelas.
Otterrete una città fatiscente,con un solo semaforo,senza troppa segnaletica stradale ma con il traffico che tutti i milanesi ben conoscono e gente in mezzo alla strada e carretti tirati da asini ovunque.
Un delirio!!!
Io credo che questo sia un ottimo motivo di unicità,e forse l'unesco ha pensato bene di renderla patrimonio mondiale culturale.
Ovviamente non è per questo motivo ma devo capire il perchè...sicuramente c'è di mezzo la storia e i viaggiatori che sono passati di qua.Forse anche il mix di culture che si sono sovrapposte...creando un papocchio di architetture.
Ora come ora qui vince il musulmano,non integrale nè integralista,ma le ragazze girano molto coperte,alcune addirittura col velo tipo burka.
Altre solo con il velo tipo madonna e altre ancora semplicemente col vestito lungo...già fin da piccoline.
Però lavorano,anzi,lo fanno più dei maschi.
Gli uomini qui,spesso e volentieri,li vedi seduti sotto grosse capanne col tetto in makuti.(intrecciato di foglie di palma da cocco).
Questa cosa del makuti è un'altra storia interessante su come l'europeizzazione dell'africa non sia esattamente la migliore via per tutti.
Dunque:viviamo su un'isola che per tutto l'anno ha delle temperature che si aggirano intorno ai 30 gradi...e da che mondo è mondo ,facendo un caldo porco,le costruzioni tipiche erano e sono fatte in legno e fango...col tetto in makuti.
Con l'evolversi del tempo e delle situazioni ovviamente ci si modernizza anche qui e ormai quasi tutte le case sono fatte in muratura...forse corallo impastato con calce.
Un'ottima idea perchè il corallo non assorbe calore e quindi all'interno della casa è sempre fresco.
Ma arriva il turismo e arrivano i soldi...e ad un certo punto spuntano i primi ricchi.
bene...come si riconosce un ricco da un povero qui a zanzibar?
Dal tipo di casa che ha,anzi...dal tipo di tetto che ha.
E qui io vado fuori di testa perchè il ricco è ricco,e lo mostra a tutti,quando si può permettere il tetto della casa in lamiera.
Minchia in lamiera...30-35 gradi,pareti in corallo e tetto in lamiera color argento.
Sembra quasi che il tetto sia caduto sulla casa proveniente da un aereo caduto nell'oceano indiano...però è uno status simbol e quindi tetto in lamiera.
E soprattutto c'è la contraddizione.
Tutti i villaggi turistici,tutti gli alberghi,tutte le strutture ricettive hanno rigorosamente il tetto in makuti perchè fa molto africa e l'ospite che arriva dalla tegola europea gli sembra di essere orzowei almeno per una settimana,salvo poi lamentarsi delle formiche nella doccia o del fatto che non c'è il frigobar,e quando c'è che è a pagamento.
Quindi i veri ricchi hanno i tetti i makuti e quelli che sono un po' più ricchi dei poveri lo mostrano comprandosi tetti in lamiera europea.

Di Zanzibar vi racconterò dello swahili(che sto assimilando poco a poco),vi potrei raccontare della vegetazione e della fauna...potrei pizzicarmi sul viso dicendovi di quanto poco io stia lavorando e di quanto mi stia godendo una vacanza lunga 4 mesi.
Ma non ho più tempo ora,ci sentiamo alla prossima...è l'ora della zanzi birra.

TUTAUNANA KESHU E LALAH SALAMA(ci vediamo domani e buona notte)

 
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Data di creazione: 01/12/2007
 

RIME DA DIARIO (LE POESIE DEL SOPPI)

Una volta il semaforo che sta a Milano in piazza del Duomo fece una stranezza. Tutte le sue luci, ad un tratto, si tinsero di blu, e la gente non sapeva più come regolarsi. Attraversiamo o non attraversiamo? Stiamo o non stiamo? Da tutti i suoi occhi, in tutte le direzioni, il semaforo diffondeva l'insolito segnale blu, di un blu così blu il cielo di Milano non era stato mai. In attesa di capirci qualcosa gli automobilisti strepitavano e strombettavano, i motociclisti facevano ruggire lo scappamento e i pedoni più grassi gridavano: "Lei non sa chi sono io!"... Finalmente arrivò un vigile e si mise lui in mezzo all'incrocio a districare il traffico. Un altro vigile cercò la cassetta dei comandi per riparare il guasto, e tolse la corrente. Prima di spegnersi il semaforo blu fece in tempo a pensare: "Poveretti! io avevo dato il segnale di "via libera" per il cielo. Se mi avessero capito, ora tutti saprebbero volare. Ma forse gli è mancato il coraggio".

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