« Pillola abortivaricerca sugli embrioni umani »

Post N° 5

Post n°5 pubblicato il 01 Marzo 2006 da anna999

Sulla questione della presunta incompatibilità tra la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza e la legge 40 sulla procreazione assistita : chi insiste su questa affermazione, gioca già subdolamente sul fatto che nessuno vuole eliminare quella che è quasi unanimamente considerata una buona legge (la 194) (non certo come la volevano i radicali), per rimettere sempre in discussione la legge sulla procreazione assist. e contrastare i maggiori controlli che anche in questo campo oggi vengono fatti, ovviamente coerentemente con la legge stessa.

Non è in alcun modo sostenibile il minimo contrasto tra le due leggi per ben 2 colossali motivi :

 

  1. Le leggi, che cercano di tutelare di volta in volta i soggetti più deboli nella vita quotidiana di un paese, non devono essere particelle di un’unitaria visione filosofica teoretica, bensì devono intervenire su fenomeni particolari che possono verificarsi in condizioni molto diverse. Cioè, anche trattando lo stesso oggetto (es. la maternità), in ambiti diversi possono verificarsi rischi di abusi molto diversi, possono essere coinvolti terzi in misura assolutamente diversa ed in modo più o meno volontario; ed ancora bisogna considerare le reali possibilità di soluzione o uscita da una situazione prevista o non prevista. Cioè la legge ha una finalità eminentemente pratica, che deve tener conto di come le cose effettivamente si svolgono o potrebbero svolgersi al di là delle motivazioni teoriche generali. Cioè ogni fenomeno che si svolge in condizioni particolari può e deve essere regolato da una legge specifica. Dando per scontato ovviamente che sia giusta e fatte salve ovviamente le basi di diritto della Costituzione.
  2. Anche non volendo riconoscere il punto 1, rimanendo quindi nell’ambito particolare delle due leggi, esse potrebbero addirittura concorrere a formare un’unica legge (per es.sulla maternità difficile), data la coerenza dei princìpi seguiti. Infatti entrambe hanno il primo fine di evitare ogni abuso o strumentalizzazione, da parte di strutture sanitarie o chiunque altro, della situazione di difficoltà in cui versano donna o coppia, prevedendo innanzitutto l’obbligo di una corretta e completa informazione su tutte le vie percorribili. Nessuna delle due leggi considera l’embrione come un grumo, mentre la seconda si spinge un po’ più in là (essendo stato in questo caso il grumo ricercato), considerandolo come un terzo soggetto che deve avere delle tutele; senza con ciò considerarlo ancora pari agli individui adulti o considerare i suoi diritti in contrasto con quelli della madre. Viene seguito in questo caso il principio di precauzione, considerando anche tutta la situazione come ricercata,non necessaria e molto strumentalizzabile da un certo business. L’interruzione di gravidanza lascia invece giustamente solo alla donna la scelta finale, nella più totale autonomia, riconoscendo che il bene del nascituro è strettamente dipendente da quello della madre, non certo disprezzando la vita dell’embrione. In entrambi i casi si cerca di tutelare gli interessi sia della madre che del figlio. Per quanto riguarda la procreaz.assist. si pone l’accento sui diritti dell’embrione, prodotto ad hoc, senza una riconosciuta necessità effettiva, e senza contrapporli ai diritti di una donna, perché in questo caso non si ravvisano diritti della donna che possano venire lesi( per lo meno dall’embrione, (piuttosto che da medici maldestri)), trattandosi di una sua scelta “a priori”( cioè prima che l’embrione abbia  vita). In questo caso non esiste la “donna” come parte in causa ma semplicemente un individuo adulto che aspira a diventare genitore, in una forma fortemente assimilabile a quella maschile; non c’entra qui la tutela della condizione femminile. Per quanto riguarda invece la legge sull’aborto l’accento viene fortemente e giustamente posto  sul riconoscimento della più totale autonomia e libertà della donna, in questo tipo di scelta. Cioè la donna deve giustamente sempre essere l’unica a decidere del suo corpo e per il suo bene : nel caso di aborto, questo è una conseguenza che ricade sull’embrione come parte del corpo della donna e del suo destino. Nel caso di procr.artif. non si può parlare di ricadute, ne’ di embrione parte del corpo della madre, ne’ di “autodeterminazione”, libertà individuale della donna o destini comuni : le operazioni sul corpo dell’embrione sono semplici violenze su un soggetto estraneo che si è voluto far esistere in modo forzato (e che ha comunque già un sesso definito,anche femminile).Qui l’aspirante madre si ritrova ad essere esattamente come un uomo che volesse intervenire sull’embrione da lui generato; perché non anche, allora, dentro il corpo di una donna, piuttosto che in una provetta, se non fa differenza? ( cioè se la discriminante (tra i due casi procr.ass. e grav.indesiderata) non può essere la volontà di difesa dell’integrità del proprio corpo e della propria vita, cioè praticamente il fatto che il concepimento sia avvenuto all’interno o fuori del corpo della madre).                                                                                                                                                                                                     
  3.  

  4. /   Quando riusciremo a ficcarci bene in testa che ognuno può e deve decidere del suo proprio corpo, e non violentare (nè artificialmente né “naturalmente”) quello di alcun altro essere umano, anche se quest’ultimo non ha alcun potere e non ha ancora un prezzo sul mercato, oppure ce l’ha basso ?! E’ questa la base di ogni giustizia. I governi che non riconoscono questo principio non basano le loro leggi sul concetto di giustizia, ma, nel migliore dei casi, su quello di stabilità, o controllo, e “convenienza” sociale. Il controllo delle nascite dei più poveri e il favoreggiamento delle nascite, anche artif. ma assolutamente “regolari”, dei più ricchi sono il metodo più subdolo per mantenere lo status quo delle classi dominanti. /

 

Perciò non esistono punti di contrasto tra le due leggi, ne’ in via teorica ne’ tanto meno per un’applicazione rigorosa. Si cerca semplicemente di evitare ogni abuso sui soggetti più a rischio da qualsiasi parte provenga.

 

Si potrebbe poi invece discutere sul contesto da cui si originerà la “libera scelta” della donna di abortire, dal momento che nessuno di noi è un’isola nel mare. C’è infatti da chiedersi come mai possa venire considerato una tragedia per una donna avere un figlio in una società civile e opulenta come la nostra. In fondo l’aborto è una specie di burka che nascondendo “il peccato” permette alle donne di “girare per strada” (integrazione soc. o famigliare, emancipaz.professionale…). Alle ragazzine viene proposto il modello di una donna seduttiva,trasgressiva e, come suol dirsi e fa molto onore,”sessualmente attiva”. Guai però a volersi tenere un figlio clandestino o anche il frutto di un amore vero senza la tutela di un padre : allora sì che si è proprio puttane e ci si deve vergognare. Più perbenismo ipocrita e borghese di così : cosa ci stanno a fare allora libertà sessuale delle donne, tutela della maternità sul lavoro e servizi sociali assistenziali? Nonché la possibilità di far adottare subito il bambino da una coppia che lo desidera tanto e a cui sono state riconosciute tutte le garanzie offerte. Scorgere un briciolo di femminismo e di reale democrazia nella cultura abortista è davvero difficile. Non a caso, fortunatamente, con l’avanzare dell’emancipazione femminile in Italia, gli aborti stanno naturalmente calando sempre di più. Offrire più informazione e sostegno nei consultori accelererebbe la vivibilità delle libertà della donna in modo visibile(non da solo ovviamente), e proprio non si capisce perché debba essere così osteggiata, anche da parte di alcuni medici, l’offerta di una scelta diversa dall’aborto, con aiuti inclusi, in completo accordo con la legge,e specialmente per le minorenni, cioè i soggetti più inconsapevoli, meno preparati e più socialmente deboli. Subire un aborto, senza una profonda e decisa convinzione, per una ragazzina alla prima gravidanza, significa soccombere ad una violenza brutale ed è il probabile inizio di una vita devastata; molto peggio che sapere di aver messo al mondo un bambino, che può molto volentieri essere accudito da altri, in un momento in cui non si era ancora pronti. Forse sarebbero di più i nonni a vergognarsene…, a volte ingiustamente. Ma tant’è….Se la legge deve servire ancora vecchi tabù, nel rispetto delle vergogne morali più “di clan”, allora non tiriamo in ballo, per favore, libertà, progresso e femminismo!

La cultura abortista, laddove riuscisse ad affermare l’eliminazione di ogni considerazione sulla “negazione” che come minimo l’aborto comporta, toglierebbe alla società le madri migliori, quelle che invece di vedere il figlio come un bene per se’, si farebbero maggiormente carico delle proprie responsabilità e doveri di madre, non sentendosi, magari erroneamente, all’altezza di garantire la felicità al figlio; inoltre la scontatezza di un ricorso all’aborto diffuso vanificherebbe la possibilità della libera scelta ed il giusto ruolo riconosciuto dalla legge solo alla donna in questo caso. Infatti in paesi con un alto tasso di aborti volont.,come in Francia e altrove, di certo non v’è un’emancipazione femminile maggiore e soprattutto diffusa in tutti i ceti sociali. Non basta una donna primo ministro a liberare tutte le donne, come Pakistan insegna.  

  1.  

Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
Commenti al Post:
Nessun Commento
 
 
 
 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

I miei Blog preferiti

- A proposito
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

sospesonelventoalex_sailrklessPierreRochesalotto.redazione
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963