L'infinito

e semplicemente stupendo il tuo nuovo post complimenti

Piccole nuvole che il bianco splendido fa diventare luminose, vengono tagliate da una linea che dall’azzurro del cielo terso va sopra di loro. La fanno, volando, i gabbiani dalla voce rauca che non riesce a cantare. Segnano la linea nera che, con l’azzurro ed il bianco, fa una pittura che sembra voglia parlare. Lo stridio, che sembra il gracidar di rane, chiama ricordi antichi che dimenticati, ovvero spariti dalla mente cosciente giacevano, forse, nella biologia del corpo. Ora tornano come piccole bianche nubi che, immobili e silenziose, si muovono perché tagliate dalla linea nera che non è segnata da nessuno. Oltre, in alto, molto in alto, si vede il fenomeno strano di un punto nero che, correndo velocemente sullo spazio curvo nella cupola azzurra del cielo, lascia una striscia bianca che, prima lineare, si espande, si diffonde, si dissolve e sparisce. L’azzurro, ora uniforme ed immobile, guardato, fa perdere il senso del tempo perché lo sguardo non vede più oggetti che fanno figure e forme, ma va senza che nessuna cosa lo fermi. Non è più finito, come quando guarda le cose. Ormai sono certo di sapere che la vista fa, nella mente, figure. Non sono certo se il suono che giunge all’orecchio, forma una realtà che si può chiamare con lo stesso nome, figure. Sono, forse, piccole nubi bianche.