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riflessioni

Post n°24 pubblicato il 27 Febbraio 2010 da virginia1965
Foto di virginia1965

 ... vediamo se riesco a esprimere quello che penso, in relazione al mio rapporto con l’altro sesso, in relazione a quello che è stata la mia vita passata.

 Pensate ad una persona che non riesca a fare delle cose; ad esempio non riesce a lanciarsi con il paracadute, o non riesce a prendere un aereo o semplicemente non riesce a guardare in basso dalla cima di un grattacielo o non riesce a sollevare 200 chili o non riesce a nuotare per 20 vasche ecc. ecc.

 Si tratta di varie cose che qualcuno non riuscirà mai a fare o per paura o perché proprio fisicamente non ce la fa.

 Pensa ora al fatto che questa persona abbia veramente voglia di farle queste cose, ma qualcosa, più forte della sua volontà razionale, glielo impedisce; i limiti sono fisici e/o psicologici.

Davanti a questi esempi, relativi a cose pratiche, nessuno dice nulla, nel senso che nessuno si stupisce che alcuni non riescano a farle, tutto sommato non succede nulla…

 Ma prova a pensare, per analogia, che una persona desideri tantissimo relazionare in modo intimo e completo con un'altra persona e non abbia gli strumenti per farlo.

 E’ ormai noto e assodato che per stabilire un buon rapporto di relazione con un’altra persona è necessario aver un buon rapporto con se stessi, avere una serenità interiore ben salda, aver avuto un processo di crescita emotiva senza particolari scossoni in un’atmosfera di serenità e di amore.

 Se per qualcuno non è stato così, avrà sempre delle difficoltà nelle relazioni con gli altri perché è privo delle basi necessarie.

 Le difficoltà psicologiche ed emotive sono allo stesso livello di quelle fisiche.

Se una persona ha degli handicap di qualche tipo, non riuscirà a fare delle cose, se è cieco non potrà vedere, se è sordo non potrà sentire ecc ecc

 Prendiamo in considerazione il fatto che il carattere si forma in tenera età dove i bimbi (in quanto ancora bimbi) assorbono tutto ciò che gli sta intorno e lo fanno diventare parte di loro stessi, che li segnerà, nel bene e nel male, per il resto della vita.

 Se durante il periodo dell’infanzia e dell’adolescenza di un bambino il clima in cui è vissuto non è stato dei migliori, se l’amore che dovrebbe essere dovuto ad ogni creatura appena nata è venuto a mancare, se chi  ne aveva il dovere non  si è occupato emotivamente di questo bambino, non lo ha dotato degli strumenti necessari per affrontare in modo sereno il resto della vita.

 A volte ci si porta dietro il carico negativo di esperienze passate, che se non vengono elaborate in qualche modo, non se ne vanno e producono una serie di effetti negativi, tanto di impedire alla persona di costruire una relazione che abbia delle buone basi e delle buone caratteristiche.

 L’analisi psicologica è molto più difficile quanto più i “danni emotivi” sono stati fatti lontani nel tempo. Andare a scoperchiare vecchi vissuti di una persona e cercare di curare quel dolore subito da chi non aveva la razionalità per farsene una ragione (in quanto bambino) può essere traumatico e a volte anche inutilmente gravoso.

 Detto questo, non voglio dire che sia tutto perduto, che queste povere anime in pena non abbiamo la possibilità di vivere una vita sostanzialmente serena, ma certamente hanno maggiori difficoltà a trovarne la strada.

 Si tratta di persone più diffidenti nei confronti del prossimo, ovvero troppo credulone; più egoiste, ovvero troppo generose; più impaurite da ogni cosa che non conoscono, ovvero del tutto impavide sprezzanti del pericolo ecc. ecc.

 Per restringere il campo alla questione della relazione tra UOMO E DONNA, se nessuno ha insegnato al famoso bimbo di prima che cosa sia l’amore (anche solo riferito all’amore per la vita stessa) sarà ben difficile che riesca ad amare profondamente e senza riserve, sia che si tratti del prossimo, dei figli, del partner.

 Se è cresciuto in un’atmosfera di sopportazione, di litigiosità, se non è stato coccolato dagli adulti che gli stavano intorno, se non ha avuto esempi di coppie felici nella sua infanzia non potrà aver imparato cosa significa l’amore, la comprensione, l’affetto, la bontà, l’amore per la vita stessa.

 Quindi, come chi non è in grado di vedere un tramonto perché non è dotato della vista, così chi non è dotato della capacità di amare non sarà in grado di relazionare con il prossimo in modo equilibrato e costruttivo.

 Rimedio? Si certamente è possibile tentare di rimediare a tutto ciò; la consapevolezza, la conoscenza di stessi, le esperienze fatte, l’aiuto del prossimo, anche un po’ di “buona volontà” o meglio di disponibilità di lasciarsi andare, di correre qualche rischio, certamente possono portare a buoni risultati. Anche una sorta di “allenamento psicologico” a comportarsi in un certo modo aiuta, come allenarsi per fare le 20vasche di cui si diceva all’inizio.

 E ora? Chissà se state ancora leggendo, ma credo di si.

 Tornando a me stessa, non avendo la forza e la serenità interiore necessaria per relazionare in modo corretto, mi comporto come la famosa favoletta della “volpe e l’uva” che recita così:

 <<< C’era una volpe che vide un vigneto con dell’uva matura e le venne una grande voglia di mangiarla. Ci provò in tanti modi a prenderla dalla pianta, ma non ci riuscì affatto perché l’uva era troppo alta e lei non sapeva saltare così in alto. Alla fine per non ammettere la sua incapacità disse: tanto quell’uva è acerba! >>>

 Siccome nessuno mi crederebbe se dicessi che sono incapace di amare un uomo, faccio prima a dire che non lo voglio, davanti gli altri ne esco meglio, ma per me ogni volta non è un “semplice  prendere quello che viene” è sempre un sogno, un desiderio, una speranza  che anch’io un giorno possa farcela ad amare un uomo senza riserve e soprattutto a credere che un uomo possa amarmi!

 Virginia

 
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