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Messaggio #34 »

Post N° 33

Post n°33 pubblicato il 12 Maggio 2008 da anonimalamente

Ancora giorno

 

Capitolo trentunesimo

 

Ci fu un minuto di silenzio e nessuno volle interromperlo. La birra era finita e ne aprimmo altre che passarono assieme al tempo ed ai discorsi di Chicco.

-         Sai anche di cosa sono curioso?

-         No Chicco, ma inizio a non poterne più.

-         Se qualche socio-psico-fisilosofo-telegenico ha dato qualche nuova definizione alla nostra generazione. A che lettera dell’alfabeto sono arrivati?

-         Generazione X, o XY. Non mi ricordo più, che incognita bisogna trovare?

-         Io la chiamerei generazione T.

-         Perché T?

-         Generazione terminale. Dopo di noi necessariamente sarà tutto diverso, che ci piaccia o no e soprattutto che lo vogliamo o no.

-         Ti riferisci al Grande Parapiglia.

-         Esatto. Dovremmo cambiare anche il nome della nostra era. Dalla scoperta dell’America al Grande Parapiglia non sarà più l’era moderna, ma l’era ….

-         Di merda.

-         No, l’era del consumo. Consumo di materia prima che in questo caso è la nostra atmosfera.

-         E dopo ci sarà l’era della rigenerazione.

-         No. Quella del sacrificio. Fidati. Dio ….

-         Non ti sapevo così pessimista Chicco.

-         Elisa, vuoi che ti faccio il punto della situazione. L’economia mondiale sta andando a puttane, mettici che la mano d’opera in Cina è tanta, ma non infinita, dopo dove si va? Torniamo in sud America? Non credo si siano già dimenticati cosa abbiamo combinato lì. Mettici poi che quando siamo in difficoltà, per sistemare tutto, facciamo una bella e simpaticissima guerra, e non è pessimismo, è la storia, hai presente Gianbattista Vico? Ecco, non ha servito un cazzo. Ma almeno ci sparavamo con obici del cazzo e baionette. Hai presente le bombe atomiche, plutoniche, idrogene, merdologiche. Senza contare il batteriologico, il chimico. Almeno una volta ci rimaneva l’ossigeno ed una temperatura tutto sommato gradevole. Ora va a puttane anche quello, se ne sono accorti gli orsi polari e c’è ancora qualcuno della razza superiore che ha coraggio di dire “non è vero niente, è la natura che fa il suo corso”. E sto solo dicendo quello che posso immaginare dalle informazioni che ho. Ottimista? Io sono ottimista, spero sopravviva qualcuno. Hai mai letto “ I sicari dell’economia”?

-         No.

-         Fallo. Poi mi dici cosa c’è da essere felici.

-         Vedi Elisa quello che vuole dire lui- disse Carlo –lo puoi paragonare al mondo dei dietologi.

-         Cioè?

-         Tutti ad inventarsi una dieta diversa. Ingrassi? Cambi dieta. Ma il problema non è la dieta è lo stomaco. Si è sformato ed è diventato troppo grande, per cui non ti senti mai sazio. Capisci? Se per riempirti mangi terrine di insalate o litri d’acqua, prima o poi la fame ti ritorna. Bisogna invece far tornare lo stomaco più piccolo. E costa sacrificio. Hai capito?

-         Quasi.

-         Questo discorso vale per l’economia come per l’energia. Ci propongono diete diverse, ma il problema è che dobbiamo necessariamente consumare meno. Punto e basta.

-         Bravo Carlo, spiegazione sublime.

-         E ora Elisa, se vuoi, con un altro esempio ti spiego perché effettivamente un po’ pessimista lo sono?

-         Dimmi.

-         Vedi, prendi il problema delle sigarette. La gente sa che può morire, ma continua fumare. Questo perchè la nicotina è piacevole. Cosa ti fa pensare che smetteremo di inquinare? Sappiamo che sbagliamo, ma la comodità raggiunta è piacevole.

-         Effettivamente sarà dura.

-         Adesso capite il mio odio verso i psicologi e sociologi. “I giovani sono depressi quindi la buttano sull’alcol e sulle droghe”. E ci credo, mi sto spaccando il culo per non avere nulla dal futuro. Cos’è, si possono divertire solo loro?

-         Si sono divertiti così tanto da toglierci il futuro. La cosa migliore che potrebbero fare è stare zitti. Muti e con sguardo fisso a terra.

-         Si perché, poi, sono solo i giovani a farsi. Si consumano quintali di droga al giorno e sono solo i giovani. Siamo sempre meno, il consumo cresce e sono solo e sempre i giovani.

-         Poi la puttana di turno tira le cuoia e vengono fuori gli altarini.

I discorsi continuavano, ogni tanto, per vivacizzarsi, il nostro guidatore sorpassava la macchina di Alberto per poi farsi ripassare. Una volta li passammo con Chicco che aveva appoggiato le natiche al finestrino. Era ubriaco di nuovo cosa che ci fece fare varie soste per andare alla toilette.

-         Vedete gente, è inutile che vi incazziate con i politici. Potrebbero anche ridursi lo stipendio, ma il problema non sono gli eletti, ma quelli non eletti. I trombati. A loro bisogna trovare un posto. Allora via ad inventarsi altre cose. Commissario, consulente e via così.

-         Oppure tornano ad insegnare, ma mi dico, dopo dieci anni passati a Roma, senza corsi di aggiornamento, senza un cazzo, con che titolo tornano? Non sanno più un cazzo.

-         Hai ragione. Anzi, proprio perché sono stati a Roma io gli toglierei anche la laurea. Saranno stati anche professori, ma non è che hanno fatto un gran lavoro.

 

Verso le otto e mezza arrivammo a casa. Tutti prima di entrare in paese si misero due gocce di collirio negli occhi ed uno alla volta furono scaricati davanti alle rispettive case.

Arrivò il mio turno, l’ultimo. Quando ci fermammo davanti alla mia abitazione strinsi la mano a Filippo.

-         Grande vecchio.

-         Ci sentiamo.

-         Domani ti passo a prendere?

-         Si….Che merda.

-         Dai shanti. Grande vecchio.

-         Ciao allora.

Se ne andò, io entrai e ci fu l’ultima e forse più gradita sorpresa, i miei genitori erano andati via a cena. Mi lavai accuratamente, mi preparai da mangiare qualcosa di leggero e mi fiondai a letto pensando “Chissà che schizzi domani. Ancora un altro giorno”.

 
 
 
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