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« Messaggio #37Messaggio #39 »

Post N° 38

Post n°38 pubblicato il 12 Maggio 2008 da anonimalamente

Ancora giorno

 

Capitolo ventiseiesimo

 

Quando ci ritrovammo tutti e tre di nuovo in cucina felici per il bel lavoro compiuto arrivarono le ragazze e ci fecero i complimenti.

Stavamo per decide il da farsi, vista l’ora, quando una voce si intromise.

-         Filmata? Anzi aspettate un attimo che prima vado in bagno a guardarmi allo specchio. Chissà cosa mi avranno scritto i miei simpaticissimi amici in fronte?

-         Guarda Alberto che l’altra volta tu eri sveglio quando ci siamo scarabocchiati. E’ dopo che ti sei dimenticato.

-         Allora siete stati tu e lui a sporcare tutti?- Domandò Michele spuntato in quel momento in cucina.

-         Ahia.

-         Bene sta sera ci penso io a farvi uno scherzetto.

Iniziavo a preoccuparmi riguardo alla serata in arrivo.

-         Allora? Non si era detto filmata?

Venne acceso il pc e Chicco si mise furiosamente a guardare nel raccoglitore di cd alla ricerca di qualcosa di particolare.

-         Cosa stai cercando?

-         Un film, anzi un documentario. Si intitola “The corporation” o qualcosa del genere. Dopo che l’hai visto vedrai che cambierai opinione su un sacco di cose.

-         Ma è di quel tipo grassissimo?

-         No, è molto più vero. Hanno fatto di tutto per non farlo uscire. Se lo trovo ce lo guardiamo e poi mi dici.

Dopo dieci minuti di ricerche lo trovammo e ci mettemmo comodi in cucina. Erano tornate anche le ragazze belle riposate e ci sistemammo nella piccola cucina come al cinema.

Il documentario fu molto lungo e alla fine ci lasciò tutti quanti in uno strano stato di agitazione interna. Dovevo dar atto a Chicco che dopo la visione avevo già cambiato opinione riguardo a molte cose. Per ringraziarlo gli girai una mega canna di erba, che lui prese senza dire nulla, ma guardandomi negli occhi. Aveva capito il mio gesto.

Ormai era ora di cena e le ragazze si rimisero a cucinare di loro spontanea volontà.

-         Però questa volta lava qualcun altro. Non mi fregate più. Capito Elisa?

-         Noi cuciniamo, voi lavate. Poi, Carlo, mi sembra logico che se qualcuno oggi l’ha già fatto, il lavoro toccherà a qualcun altro.

-         Ti stai riferendo a me Elisa?- Disse Filippo.

-         E anche a te Alberto.- Disse la sua ragazza indicandolo.

-         Ma Elisa, io sono allergico al detersivo.- Esclamò Filippo.

-         Che stronzata che ho appena sentito. Dio ….

-         Se vuoi te la faccio passare io l’allergia, ho giusto qui un paio di medicine. Si chiamano birra e trombe. Le più forti del mercato.

-         Stavo scherzando. Stavo solo scherzando. Lavo io, tranquilli, mi metto i guanti.

-         Smettila con questa storia, che ci fai sentire in colpa- dissi intervenendo, conoscendolo da lunga data e continuai –tu non hai nessuna allergia. Non raccontare palle.

-         Va bene, va bene. Niente guanti, ho capito.

Mangiammo solo la pastasciutta poiché nel sugo c’era di tutto dai funghi, al tonno. Il problema fu la digestione e per favorirla finimmo le bottiglie di amari.

Questo ci prese in contropiede. Avevamo una cassa di birre e due tre litri di vino più l’immancabile bottiglia di grappa. Frugando nei mobili alla ricerca di bozze dimenticate nei giorni precedenti trovammo due bottiglie di diverse marche di rum e una di limoncello sigillata.

-         Ma chi è che ha portato tutta queste cose da bere?- Domandai incuriosito nel vedere tutte bottiglie che io e Filippo non avevamo comprato.

-         Io e Chicco siamo andati a fare una contro spesa alcolica. Non ci fidevamo dei vostri conti.

-         Fatto bene.

Iniziai a versare in tutti i bicchieri il poco di vino bianco che avevamo e facemmo un brindisi:

-         Al nostro sabato sera.

-         Al nostro sabato sera.- Risposero tutti in coro.

Era stato acceso lo stereo con un cd di una serata di Timo Mass. Le ragazze iniziarono, per così dire, a ballare. Io invece rimasi seduto con Chicco che si trovava ad aver sempre al suo fianco Carlo. Avevano bevuto un litro di vino e si vedeva nelle loro rosse guance.

Mi guardarono e Carlo riempì tre bicchieri di grappa. Io non dissi di no e buttai giù alla russa imitato da loro. Per scherzare versai di nuovo e ributtammo giù in gola.

Mi sentivo bene anche se iniziavo a sudare a causa dello strano microclima che si era creato dentro la cucina a causa delle nove persone fumanti e alticce.

Io, Carlo e Chicco rimanemmo seduti per guardare gli altri ballare. Alberto teneva banco in “pista” e Michele si esibì in mosse da John Travolta in Pulp Fiction che mi facevano vergognare al suo posto. Non lo avevamo mai visto così lanciato.

Girai un paio di canne che accendevo e passavo subito alle donne. Poi ne girai una per noi tre. Quando finimmo la pausa spinello Carlo ricominciò a macinare litri di alcol.

 
 
 
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