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« Messaggio #59Messaggio #61 »

Post N° 60

Post n°60 pubblicato il 12 Maggio 2008 da anonimalamente

Ancora giorno

 

Capitolo quarto

 

La nostra regione era finita e noi invece appena all’inizio del viaggio. Carlo, allungando le sue enormi braccia, iniziò a rovistare nel bagagliaio finché trovò un vassoio di tramezzini. Li voleva condividere con tutti, e “con tutti” intendeva anche le persone nell’auto che ci seguiva. Con nostro dispiacere.

Stavamo smettendo di guardarlo con gli occhi dolci per cercare di fargli cambiare volontà quando sentenziò:

-         Uno possiamo mangiarlo in anticipo. Se no la fortuna cosa conta?

-         Cosa centra la fortuna con i tramezzini Carlo?- Domandò Chicco.

-         Tu sei montato, per caso, in questa auto e hai la fortuna di viaggiare con una persona che, per caso, ha preparato dei tramezzini. Montavi di là- ed indicò con il dito la macchina dietro -fumavi una bella canna d’erba. Se io invece tengo le mie cose per me e aspetto che si è tutti quanti  per condividerle, non conterrebbe più l’auto in cui decidi di montare e non ci sarebbe più la fortuna… -Eravamo sbigottiti e leggermente confusi -…e tu non vuoi uccidere la fortuna? Vero? Quindi per non fare torto a nessuno uno ce lo pappiamo ora.

Mangiammo in silenzio, chi turbato da un mondo senza dea bendata e dal suo gravoso compito di tenerla in vita e chi come me, invece, cercava di capire come avesse fatto a fare quel ragionamento per auto ingannarsi.

La strada saliva leggermente ed iniziò a scapparmi la pipì, il freddo, entrato dal solito finestrino leggermente aperto, mi aveva stimolato. Feci presente del mio problema e tutti si accodarono alla richiesta di fermarsi al primo distributore. Correvamo in una superstrada distrutta dalle buche e con interruzioni continue, prima riducendola a una corsia per senso di marcia, poi addirittura a dover prendere una deviazione su e giù lungo le colline che però ci permise di vedere un bel panorama, tanto non avevamo fretta.

-         Non le aggiustano per costringerti a prendere l’autostrada. Sti bastardi.- Disse il nostro autista.

-         Macchè è l’Anas che fa le deviazioni di proposito per farti ammirare il paesaggio. Questa cosa si dice “Valorizzazione del territorio”, cavernicolo.- Disse Carlo dandogli da dietro un buffetto sulla nuca.

-         Io fossi l’Anas ci metterei anche un casello. Cioè, tutto questo paesaggio non potrai mica farlo vedere gratis. Le chiamerei, “watch street”.- Dissi all’inizio divertito e poi un po’ impaurito.

-         Si si, hai ragione. In inglese, così sembra anche fico.- Aggiunse Filippo.

-         A me tutte queste parole in inglese mi stanno proprio sulle palle.- Sentenziò in tono deciso Chicco.

-         Perché ti stanno sulle palle?- Domandai incuriosito.

-         Perché all’inizio le utilizzavano questi quaranta-cinquantenni per cercare di fare i moderni in tv e mi facevano anche ridere se devo essere sincero. Poi però i politici hanno scoperto che si può ingannare la gente e ora le infilano ovunque. Nessuno capisce più un beneamato cazzo. Come si chiamano? Inglesismi. Io direi prese per il culo.

-         Hai ragione.- Lo appoggiò Carlo.

-         Ma se l’inglese lo sanno tutti ormai.- Obiettai.

-         Ti rendi conto di cosa cazzo hai detto? Ma se non lo sai neanche tu. Siamo il popolo più vecchio del pianeta, non lo parla nessuno. Ragiona un attimo, se la gente lo conoscesse veramente noterebbe che molte parole usate non significano quello che credono.

-         E tante canzoni idiote nessuno le ascolterebbe più. Il che non sarebbe un male.- Rincarò Carlo.

-         Si ho capito ma …

-         Tipo: se dico a mio nonno che la pensione gli arriva dal ministero del Welfare prende paura. Gli viene da pensare ai nazi. E’ tutta una questione di televisione. Ora possono discutere nei loro cazzo di programmi, la gente ascolta, si fa anche delle opinioni su tizio e caio, poi tanto non sa neanche di cosa parlavano. Quando tutti sapranno l’inglese troppo bene troveranno un’altra lingua per incasinarti la vita. Vedrai. Magari ritirano fuori il francese. Oppure il dialetto bergamasco così almeno sono sicuri che non capirà mai nessuno. E poi se non fosse così perché non usano l’italiano?

L’ultima domanda ci spiazzò e nessuno rispose. Non aveva tutti i torti. “Perché non usano l’italiano? Bo.”

Dopo una mezz’ora ci rimettemmo sulla superstrada e comparì il cartello di una prossima area di sosta. Filippo mise la freccia quasi un chilometro prima per far capire alla macchina dietro le nostre intenzioni e ci seguirono.

-         Stavamo per chiamarvi che qui c’è gente che la tiene da duecento chilometri.- Ci disse Alberto appena smontato.

L’aria era fresca, eravamo nel centro degli Appennini. Ci infilammo nei bagni e poi al bancone a comprare bottigliette d’acqua. Quando ci trovammo tutti fuori a fumare una sigaretta in compagnia, Carlo comparì con i tramezzini. Li contò, divise per nove e distribuì a tutti la rispettiva parte senza tenere conto dei quattro che c’eravamo sparati nello stomaco in macchina.

-         Mi sto mangiando la fortuna. Mi sto mangiando la fortuna.- Sentivo ripetere a bassa voce da Chicco alle mie spalle, mentre addentava il primo tramezzo.

La cosa lo faceva sembrare uno di quei pazzi da manicomio, specialmente agli occhi dei passeggeri dell’altra auto.

-         Ragazzi bisogna che facciamo gas qui. Così ne abbiamo dopo se ci servono le macchine.- Dissi mostrando la cartina geografica.

-         Hai ragione. Vai tu a farlo e chiamati anche Alberto. Prendi le chiavi.

Mentre gli altri finivano di stiracchiarsi io e Alberto prendemmo le macchine e andammo a riempire i serbatoi. Stavamo facendo il pieno quando Alberto si avvicinò e mi domandò se Michele poteva cambiare auto e venire con noi.

-         Da noi non si beve, non si fuma. Se no le ragazze ci schizzano addosso. Credo.

-         No problema amico.- Dissi pensando all’inutile paranoia di Alberto riguardo alla presenza delle ragazze. “Chissà che schizzo gli è venuto nel cervello.”- Comunque vuoi con me che facciamo schizzare un po’ il pompaiolo?

-         Chi è il pompaiolo?

-         Quello che sta pompando gas alla nostra macchina. Vieni con me.

Ci avvicinammo alle macchine mentre il benzinaio stava staccando il manicotto.

-         Mi scusi- attaccai io- volevo farle una domanda. Posso?

-         Mi dica?

-         Ma scusi, premetto che so che lei è semplicemente un dipendente, ma vorrei porle un quesito che mi assilla. Vede, io non capisco perché quando faccio il pieno non ho uno sconto che mi spetterebbe di diritto.

-         Come? In che senso le aspetta di diritto?

-         Scusi, ma quando io faccio il pieno la mia macchina pesa di più. Giusto?

-         Si.

-         Per cui consumo più benzina per mandare avanti l’auto. Esatto?

-         Si. Ehm, credo di si.

-         Per cui non mi conviene fare il pieno, mi conviene fare rifornimento più volte tenendo sempre il serbatoio mezzo carico. Se faccio il pieno mi danneggio. Dovreste risarcirmi la perdita di prestazione dell’auto.

-         Si, ma guardi, io sono solo un dipendente. Non so dirle le politiche della compagnia per cui lavoro.

-         Si si. Tranquillo volevo solo sapere se mi poteva dare una spiegazione logica. Fa niente. Quanto le dobbiamo?

-         Sessanta euro.

-         Ecco a lei. Arrivederci.

L’uomo, un po’ trafelato e sudaticcio, se ne andò con un grugno in faccia abbastanza espressivo.

-         Ma che cazzo gli domandi? Cosa vuoi che ti dica?

-         Niente. Però mi da troppa soddisfazione metterli in difficoltà. Poi ci spero sempre in uno sconto.

-         Quindi tu lo domandi a tutti?

-         Si e sono convinto di aver ragione. Anche al supermercato più compri più sconto hai. Oppure, se paghi tutto subito non ti costa meno che a rate? Perché con la benzina non vale questo meccanismo? Bo? E poi spero sempre in qualcuno che mi dica: “Sa, la politica della compagnia per cui lavoro, come tutte del resto, è studiata dai migliori economisti per fottervi.” Insomma un po’ di sincerità.

-         Magari speri anche di vivere fino al duemila e cento?

-         Sei fuori. Un’altra volta tutta sta rottura di cazzo delle classifiche. Il disco più bello del secolo, la canzone del secolo, il film del secolo, l’uccello del secolo, eccetera eccetera. Più tosto mi sparo un colpo in testa. L’ho già passato una volta.

-         Non ci avevo pensato.

-         Vedi cosa servono più punti di vista?- Dissi rimontando nell’auto per riportandola dove gli altri ci attendevano.

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