antichestorie
Storie di storia per non dimenticareIn questo libro, costato anni di lavoro e di ricerca, molto piaciuto a un autore come Carlo Lucarelli, il misterioso Luther Blissett, nome multiplo sotto il quale agisce programmaticamente un nucleo di destabilizzatori del senso comune, molto presente e attivo sulle reti telematiche, ha per la prima volta affrontato la forma romanzo.
«Omnia sunt communia!», tutte le cose sono di tutti: il grido che aveva terrorizzato i principi tedeschi nelle rivolte contadine guidate da Thomas Müntzer risuona ancora sulle labbra degli sconfitti giustiziati dopo la disfatta di Frankenhausen del 1525. Ma chi ha spinto Thomas Müntzer all'avventurismo estremo, chi l'ha convinto che il suo esercito di straccioni poteva fare a pezzi i cavalieri coperti di ferro? Chi scrive a Pietro Carafa, emissario del papa, misteriose informatissime lettere in cui gli consiglia che il modo migliore per contenere la fiamma della rivolta è allearsi di fatto con il piú grande nemico di Roma? E chi è il misterioso sopravvissuto che fugge, e porta la fiaccola della libertà nella città di Münster, caposaldo di un'altra rivolta e un'altra fede eretica, quella degli anabattisti, fino a un'altra disfatta e al massacro da parte dell'esercito vescovile? In un Nord sconvolto da guerre di religione ed eresie, ma anche animato dalla fiamma dei commerci e delle industrie nascenti e da un'insopprimibile voglia di libertà, di città in città si dipana un intrico internazionale fitto di precisi e coloriti dettagli, una saga del mondo moderno dove la febbre religiosa accompagna e segna conflitti molto piú terreni. La rivoluzione di Gutenberg ha diffuso la Bibbia e il sapere, esattamente come, quasi mezzo millennio dopo, la rivoluzione informatica ed elettronica ha reso potenzialmente alla portata di tutti un vertiginoso sapere. Un romanzo storico che è anche un giallo mozzafiato, nonché un trattato sull'inganno, sulla beffa e sulla falsificazione, animato da una folla di figure perfettamente ricostruite, dove il Bene e il Male si scontrano e si mescolano spesso negli stessi personaggi, e tutto è sovrastato da due figure enigmatiche: il misterioso Q, la spia che tradisce i suoi compagni di lotta, e il Sopravvissuto, una sorta di Nessuno nel quale ognuno, se vuole, può riconoscersi, che attraversa le epoche disincantato, feroce e animato da pulsioni molto terrestri.
Sinossi tratta dal sito Internet della Einaudi
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In questo libro, costato anni di lavoro e di ricerca, il misterioso Luther Blissett, nome multiplo sotto il quale agisce un nucleo di destabilizzatori del senso comune, molto presente e attivo sulle reti telematiche, ha per la prima volta affrontato la forma romanzo. "Omnia sunt communia!", tutte le cose sono di tutti: il grido che aveva terrorizzato i principi tedeschi nelle rivolte contadine guidate da Thomas Muntzer risuona ancora sulle labbra degli sconfitti giustiziati dopo la disfatta di Frankenhausen del 1525. Ma chi ha spinto Thomas Muntzer all'avventurismo estremo? Chi scrive a Pietro Carafa, emissario del papa, lettere in cui gli consiglia, per contenere la rivolta, di allearsi con il maggiore nemico d Roma ?
Luther Blisset - Q - Torino, Einaudi 2000
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Da quando, negli anni Settanta, si imposero al grande pubblico, le opere di McLuhan hanno dato luogo a equivoci e banalizzazioni. La forma stessa della scrittura – brillante e apodittica, paradossale e provocatoria – consentiva di condensare alcuni slogan di sicuro effetto le analisi dell’autore. Il quale più che fra i sociologi o i critici letterari, trova ormai adeguata collocazione tra gli “storici della civiltà”, come Toynbee e Reisman, Mumford e Gordon Childe, Snow e Innis, maestro riconosciuto, quest’ultimo, di McLuhan. Elemento essenziale della nostra civiltà sono, per McLuhan, i media, i mezzi di comunicazione di massa. E non soltanto stampa, radio, cinema, televisione, ma anche l’elettricità, l’abbigliamento, l’automobile, il denaro, l’orologio, le armi ecc.; tutti quei media, cioè, che possono essere intesi come “prolungamenti” tecnologici dei sensi umani.
(M.MCLuhan “Gli strumenti del comunicare” Garzanti, 1964)
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“Quest’uomo ci insegnerà come sconfiggerlo” sembra abbia detto Pietro il Grande dopo che il suo esercito era stato battuto da Carlo XII di Svezia. E oggi i paesi arretrati possono imparare da noi il modo di batterci. Nell’era dell’informazione elettrica essi si trovano avvantaggiati rispetto alle culture ad alto livello di alfabetismo e d’industrializzazione. Sono infatti avvezzi alla propaganda e alla persuasione orale, da tempo sparite dalle società industriali, e sono in grado di riceverle”.
(M.MCLuhan “Gli strumenti del comunicare” Garzanti, 1964)
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(…) La guerra può essere di fatto definita un processo per stabilire un equilibrio tra tecnologie ineguali, e questo spiega la perplessa osservazione di Toynbee secondo la quale ogni invenzione di una nuova arma è un disastro per la società e il militarismo la causa più comune della rovina di una civiltà. Con il militarismo di Roma estese la civiltà, cioè l’individualismo, l’alfabetismo e la linearità, a molte tribù orali e arretrate.
(…)“Tra l’attuazione di una cosa tremenda e il suo primo impulso,
tutto l’interim è come una fantasmagoria o un orribile sogno:
il genio e gli strumenti mortali sono allora a concilio;
e la condizione dell’uomo così simile a un piccolo regno, subisce allora l’equivalente di un’insurrezione”.
(Giulio Cesare, atto II, scena I)
1 La guerra non è mai un atto isolato
2 La guerra non consiste in un solo urto istantaneo
3 Il risultato della guerra non costituisce nulla di assoluto
(M.MCLuhan “Gli strumenti del comunicare” Garzanti, 1964)
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