MA DOVE CAZZO SON FINITI TUTTI????
OVVERO
DOV'E' FINITO IL QUARTO STATO?
Post n°940 pubblicato il 16 Gennaio 2014 da ironwoman63
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Post n°939 pubblicato il 09 Dicembre 2013 da ironwoman63
GLI ITALIANI HAN DATO IL MEGLIO DELLA LORO DABBENAGGINE. HAN PAGATO 2 EURO PER ELEGGERE RENZI A CAPO DEL PD E DARE CONTINUITA' ALLA POLITICA SUICIDA DELLE LARGHE INTESE. BRAVI, BRAVISSIMI!!!!E ADESSO PREPARIAMOCI A FRACASSARCI GLI ZEBEDEI COL NUOVO BERLUSCONI DELLA QUARTA REPUBBLICA.FORSE E' MEGLIO ANDARSENE.... QUESTO PAESE SOFFOCHERA' NEL SUO STESSO STERCO! |
Post n°938 pubblicato il 28 Novembre 2013 da ironwoman63
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Post n°937 pubblicato il 25 Novembre 2013 da ironwoman63
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Post n°936 pubblicato il 08 Novembre 2013 da ironwoman63
Ue, tolleranza zero: in galera chi si professa comunista?
fonte INFORMAZIONE LIBERA. |
Post n°935 pubblicato il 01 Novembre 2013 da ironwoman63
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Post n°934 pubblicato il 19 Ottobre 2013 da ironwoman63
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Post n°933 pubblicato il 17 Ottobre 2013 da ironwoman63
È meglio tagliare la sanità o la scuola o i servizi o i salari, oppure aumentare le tasse? È preferibile colpire ancora le pensioni o privatizzare ancora il patrimonio ed i beni comuni? E una volta pagate la banche e la finanza, il poco che resta di questi soldi lo si dà alle imprese affinché assumano o ai lavoratori affinché comprino? Queste le varie alternative tra differenti meno peggio che oggi ci offre il confronto economico interno alla gabbia dell'austerità europea. Il governo Letta Alfano, da buon democristiano, ha scelto una modica quantità di tutti i possibili provvedimenti in campo, scontentando un pò tutti, ma con l' evidente obiettivo di non far arrabbiare davvero nessuno. Bisogna che questo il governo fallisca l'obiettivo e le manifestazioni del 18 e del 19 hanno questo scopo. È dal 27 ottobre dell'anno scorso, dal No Monti day che in Italia non ci sono manifestazioni generali contro le politiche di austerità. Anche quella di sabato scorso in difesa della Costituzione ha ignorato, nei suoi principali promotori, che un profondo stravolgimento dei principi costituzionali è avvenuto con l'approvazione quasi unanime da parte del passato parlamento del pareggio di bilancio e dei trattati europei riassunti dal fiscal compact. Con il primo atto si è assunta la politica di austerità come vincolo costituzionale. Come ha detto il primo ministro conservatore britannico Cameron, Keynes è stato messo fuori legge. Con il secondo si è rinunciato alla sovranità democratica sulle decisioni di bilancio pubblico. E infatti la legge di stabilità appena varata dal governo e stata inviata alla Commissione Europea, si badi bene non al parlamento europeo eletto ma alla commissione di banchieri e burocrati nominati. Sarà la commissione ad approvare o correggere il bilancio dello stato italiano, saranno loro a votare. Dopo il parlamento potrà solo ratificare le decisioni già prese a Bruxelles, e se per caso si mettesse in testa altre intenzioni, allora ci penserà il lord protettore della Repubblica fondata sull'austerità, il Presidente Napolitano, a ricondurlo all'obbedienza. In ogni caso ad ulteriore garanzia del commissariamento della nostra democrazia, un esponente della Troika, BCE Commissione Europea Fondo Monetario, è stato assunto direttamente dal governo per guidare la politica dei tagli sociali. Non c'è bisogno di spendere molte altre parole sul fatto che la sostanza è che le politiche che han portato al disastro sociale del paese continuano e continueranno sotto il rigido controllo della tecnocrazia europea e della finanza mondiale. Da qui l'importanza delle due giornate di lotta. Nella prima scioperano, per la prima volta uniti dopo anni di divisioni, i sindacati di base. Naturalmente sarebbe necessario che, come negli altri paesi europei colpiti dalle politiche di austerità, tutto il movimento sindacale scendesse in piazza. Purtroppo da noi non è così perché Cgil Cisl Uil finora han deciso di non contrastare con la lotta quelle politiche, ma di provare a condizionarle magari in alleanza con la Confindustria. Il risultato è zero, ma la risposta per ora non c'è. Ben venga allora l'azione di sindacati che certo sono minoranza rispetto alle grandi organizzazioni confederali, ma che così interpretano un sentimento e un bisogno diffusi: non si può continuare a subire tutto. La novità positiva è che la manifestazione di quello che viene chiamato il mondo del lavoro tradizionale, si unirà fisicamente e politicamente a quella di movimenti sociali e ambientali. L'appuntamento del 19 era stato indetto da tempo dai movimenti che lottano per la casa, che oramai è diventata strumento fiscale e bene di investimento finanziario, quasi perdendo la sua funzione sociale di abitazione. La lotta per riaffermare il diritto all'abitare si è così diffusa ovunque, in particolare di fronte al dramma degli sfratti dovuti alla crisi, alla disoccupazione, all'impoverimento di massa. E questa lotta si è incontrata con le altre mobilitazioni sociali e civili, da quella dei migranti a quella contro le devastazioni ambientali delle grandi opere e degli impianti militari, a quella per il reddito e contro la precarietà. Così un po' alla volta le piattaforme delle mobilitazioni sono cresciute e son giunte alle cause e agli agenti del disastro sociale: l'austerità europea, i suoi trattati, i suoi governi. Tutto questo è stato ignorato dal palazzo politico e mediatico, che ancora una volta ha parlato solo dei rischi per l 'ordine pubblico, evitando anche accenni all'ordine sociale. Ma nonostante questo scontato atteggiamento di chiusura, che è parte fondamentale e concausa della crisi democratica italiana, le manifestazioni segnano la ripresa di un movimento che da noi pareva scomparso. E fanno sperare nel rientro in Europa del nostro paese. Parliamo naturalmente dell'Europa che scende in piazza contro banche, finanza, tecnocrazia, dell'Europa che lotta contro la Troika e i suoi governi. Giorgio Cremaschi fonte Huffington Post |
Post n°932 pubblicato il 11 Ottobre 2013 da ironwoman63
CONTRO LE CARCERI DISUMANE NO ALL'AMNISTIA SI' ALL'ABROGAZIONE DELLA BOSSI-FINI E DELLA FINI-GIOVANARDI (e Berlusconi fuori dal Parlamento, subito!) |
Post n°931 pubblicato il 09 Ottobre 2013 da ironwoman63
Manifestare per la Costituzione implica essere contro il governo Lettalfano, senza se e senza ma di Paolo Flores d’Arcais |
Post n°930 pubblicato il 26 Settembre 2013 da ironwoman63
Letta, a cena con Marchionne, incassa il suo beneplacito. C'e' da domandarsi se un premier che cena con il peggior amministratore Fiat di tutti i tempi, e si saluta con un bel "ciao Sergio" confidenziale, sia la persona giusta per governare il Paese . Non c'e' dubbio che cane non mangia cane.... ma noi cittadini italiani siamo stanchi di farci sbranare da questi lupi che dell'avidita' han fatto la loro bandiera e dell'ignoranza politica il loro punto di forza. E' ora di castigarli tutti e di sbatterli fuori dalle stanze dei bottoni. Non c'e' destra e non c'e' sinistra nel nostro parlamento, solo un'accozzaglia di oppurtunisti senza scrupoli rivestiti a festa. E' ora di agire davvero e senza paura per difendere la Costituzione e il paese tutto. IL 12 OTTOBRE TUTTI IN PIAZZA A ROMA. ALLE PROSSIME ELEZIONI I GIOCHI DEVONO CAMBIARE! BASTA CON LE MANOVRE VESSATORIE SUI CITTADINI, ELEGGIAMO UNA CLASSE POLITICA CHE FACCIA I NOSTRI INTERESSI, NON QUELLI DELLE BANCHE!
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Post n°929 pubblicato il 25 Settembre 2013 da ironwoman63
Ora governanti e manager dicono che non lo sapevano, preferiscono fare la figura dei cretini piuttosto che quella dei complici. Ma la svendita di Telecom è solo un altro atto di un percorso annunciato e realizzato da decenni, da parte di una classe politica e imprenditoriale che ha cercato di salvare se stessa e i suoi fallimenti con la vendita all'incanto dei beni del paese. E cha ha usato il liberismo, l'Euro e il fiscal compact, la Merkel come scusa e protezione del proprio potere. Ora dopo la svendita di Telecom alla principale concorrente, la Telefonica spagnola, assisteremo a qualche giorno di lacrime di coccodrillo e di compunte dissertazioni sulle politiche industriali e le riforme. Poi tutto continuerà come prima perché tutta l'Italia è in svendita. La Grecia dopo qualche anno di politiche di austerità europea ha conservato di suo il debito pubblico e la polizia che bastona chi protesta. Tutto il resto è venduto, appaltato, posto sotto controllo estero. Noi, più lentamente ma altrettanto inesorabilmente, stiamo percorrendo la stessa strada. Perché abbiamo la stessa classe dirigente. Il governo, se durerà, ha pronto un piano di privatizzazioni che non può che riguardare ciò che resta del patrimonio produttivo. Ansaldo Energia è già in vendita, seguiranno Enel, Eni, Finmeccanica, Fincantieri e Trenitalia, che opportunamente è già stata separata dalla rete delle ferrovie locali e pendolari in disarmo, per le quali non si spende nulla. E per chi non è d'accordo ci sono le truppe di Alfano e i teoremi di Caselli. Alitalia è già francese nonostante il paravento berlusconiano degli imprenditori patriottici, tra cui Riva, sì proprio lui, e Colaninno grande affondatore della Telecom, che aveva scalato con la benedizione di Massimo D'Alema. Le banche privatizzate sono state oggetto e soggetto sia delle svendite sia dei disastri industriali, dalla Fiat alla Pirelli a tutto il Made in Italy. Ed è bene ricordare che tutta la politica delle privatizzazioni dissennate degli anni 90 ha come autori principali Ciampi e Prodi, che Putin ha definito l'altro suo amico italiano assieme a Berlusconi. Anche nel disastro industriale del paese trionfano le larghe intese e non da oggi. La vera differenza tra PdL e Pd è che il primo è il partito di un solo padrone, mentre il secondo vuole rappresentarli tutti. E tutti assieme controllano la formazione del senso comune , in modo che anche i cittadini vivano, senza colpa, a loro insaputa. Sono due mesi che la casta politica,manageriale e finanziaria ci spiega che c'è la luce in fondo al tunnel. È una balla, ma come si fa a non crederci visto che il Presidente della Repubblica invoca e impone stabilità proprio sulla base di essa. Intanto i dati sul reddito di una delle province più ricche d'Italia, Brescia, parlano di tutta un'altra storia. Eppure secondo l'Istat la gente vede rosa e questo ottimismo può essere speso in Borsa e soprattutto per salvare il governo delle larghe intese. Ottimismo diceva Tonino Guerra in una pubblicità, chi non è ottimista è un disfattista. Andrà avanti, anzi indietro, così fino a che ci sarà una rottura con le politiche economiche italiane ed europee di questi ultimi trenta anni. E fino a che la classe politica e imprenditoriale responsabile, anche a sua insaputa, di esse non verrà mandata a casa. Uno ai domiciliari, a casa gli altri responsabili del disastro, a partire dal loro massimo rappresentante Giorgio Napolitano. GIORGIO CREMASCHI FONTE HUFFINGTON POST |
Post n°928 pubblicato il 12 Settembre 2013 da ironwoman63
MATTEO PUCCIARELLI – Sulla ricchezza e sulla povertà La celebre è di un socialdemocratico serio e rigoroso come fu lo svedese Olof Palme: «Noi non siamo contro la ricchezza ma contro la povertà. La ricchezza, per noi, non è una colpa da espiare, ma un legittimo obiettivo da perseguire. Ma la ricchezza non può non essere anche una responsabilità da esercitare». Frase cara anche a Walter Veltroni, che la ripeteva spesso ma scordandosi sempre l’ultima frase, magari non per caso («Ma la ricchezza non può non essere anche una responsabilità da esercitare»).
Probabilmente Palme non aveva in mente, né poteva immaginare che livello di ricchezza – così sfacciato, pacchiano, inutile, ingiustificato – avrebbero raggiunto i moderni paperoni, ben descritti dalla puntata di Presa Diretta. Allora forse (forse, sottolineo) avrebbe pensato anche lui che questa ricchezza è tutto fuorché bella e legittima. Questa ricchezza, che è ben lontana dallo “stare bene” a cui aspiriamo, è semmai indecente e immorale. Disturba quasi i sensi, e non è questione di invidia quanto di umanità. Perché quella ricchezza non si fonda sulle capacità del singolo (il famoso e mitizzato “merito”) ma sulla contemporanea povertà di centinaia se non migliaia di propri simili. Una cosa esclude l’altra: se sono ricco io siete poveri voi; ma se non sono ricco io, forse stiamo meglio tutti. Senza scomodare gli economisti di fama o lo spettro del comunismo, basta rifarsi alla semplice osservazione della realtà. Le risorse del pianeta sono limitate, non infinite. Le fette di torta sono contate e se qualcuno ne ha di più, qualcun altro ne ha di meno. L’attico nel quartiere chic Chelsea a Londra con la Lamborghini parcheggiata fuori si regge sulla contemporanea esistenza di una favela brasiliana o di un caseggiato popolare in una nostra periferia. La grande balla post ideologica sta nell’accusa rivolta alla sinistra – che furbescamente ci è cascata subito, orfana della propria storia: «Voi odiate i ricchi, voi volete l’uguaglianza nella povertà». Invece no, invece si diventa di sinistra proprio perché non si sopporta il disagio sociale. L’uguaglianza è nel progresso, non nella regressione. E il progresso è collettivo, non individuale. Il progresso di domani passa per la redistribuzione di oggi, e la redistribuzione passa giocoforza dai ricchi. Fa impressione, più che altro, che un ragionamento del genere degno della politica insegnata a un bambino venga considerato così scomodo proprio a sinistra (o fu sinistra). Toccare i ricchi è un tabù, con noi rimasti vittime della teoria – sempre smentita dai fatti, come ha spiegato in lungo e in largo Luciano Gallino – secondo la quale più i ricchi aumentano il proprio patrimonio e più si sta bene tutti perché poi ci penseranno loro stessi a distribuire. Noi in balia di schiere di neo illuminati che difendono strenuamente l’ideale della ricchezza – chissà se perché vorrebbero esserlo anche loro, e vaglielo a spiegare che quel tipo di ricchezza (sfacciata, pacchiana, inutile, ingiustificata) la felicità non te la dà, al massimo te la toglie. Fa impressione, ancora, accorgersi come si sia smarrita completamente la base fondante del proprio essere di sinistra. Che è essenzialmente un grumo di sentimenti. Cioè la rabbia, il disgusto, la percezione di un forte senso di ingiustizia davanti alla disuguaglianza. Una rabbia mossa d’amore. Non ci si salva da soli, dicevamo una volta. Ma è l’ora del “riformismo”, e allora si salvi chi può. Matteo Pucciarelli FONTE MICROMEGA |
Post n°927 pubblicato il 11 Settembre 2013 da ironwoman63
CARISSIMI, DA LUNGO TEMPO SONO LONTANA DA QUESTE PAGINE , POICHE' COME SAPETE, AVEVO FATTO LA SCELTA DI USCIRE COL BLOG DA LIBERO E NE AVEVO APERTO UNO SU ORADIBASTA.INFO. VICISSITUDINI CHE NON STO A RACCONTARVI MI HANNO RIPORTATO QUI. DA OGGI RICOMINCERO' AD ESSER PRESENTE IN LIBERO E SPERO DI RICOMINCIARE A LEGGERVI SUL MIO BLOG. VI AUGURO UNA BUONA NOTTE E UNA GIORNATA FANTASTICA. FELICE DI ESSERE ANCORA TRA VOI. LULU'
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Post n°926 pubblicato il 06 Luglio 2013 da ironwoman63
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Post n°925 pubblicato il 29 Giugno 2013 da ironwoman63
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Post n°924 pubblicato il 12 Maggio 2013 da ironwoman63
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Post n°923 pubblicato il 01 Maggio 2013 da ironwoman63
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Post n°922 pubblicato il 22 Aprile 2013 da ironwoman63
24 e 25 Aprile, Liberiamo l'acqua! Il 24 e 25 Aprile si svolgeranno due giornate di mobilitazione in tutta Italia. Saranno giornate in cui i comitati affermeranno che bisogna “liberare l'Acqua”.
ELENCO DELLE INIZIATVE CampaniaNapoli Mercoledì 24, ore 9.00. Incontro pubblico “Ripubblicizzare si può, ripubblicizzare si deve”. Castel dell'Ovo. Ore 17.00. Marcia alla fontana di Via Partenope, performances e momento finale. Scarica il programma. Scarica la locandina Emilia Romagna Bologna – Giovedì 25, ore 15.00 – Dibattito “Diritti resistenti: acqua, casa, scuola” nell'ambito della manifestazione “Pratello Resiste” Guarda la locandina Lazio Frosinone Mercoledì 24, ore 14,30. Presidio sotto al palazzo della Provincia durante l'assemblea dei sindaci dell'Ato5. Leggi tutto... Roma
Anguillara (RM) – Giovedì 25 aprile 2013, dalle 18.00 al tramonto. Banchetto informativo nell'ambito dell'iniziativa “La Resistenza continua... Musica, poesie, reading sulla Resistenza quotidiana” Giardini del Torrione di Anguillara. Leggi tutto... Lombardia Lecco Giovedì 25. Mattino: partecipazione al corteo cittadino con un proprio striscione; pomeriggio, ore 17.00, banchetto con raccolta firme Ice ed intervento dal palco nell'ambito dell'iniziativa “Resist Lecco” dell'Arci. Piazza Cermenati
Varese Saronno, dalle ore 9:00 alle ore 12:00. Banchetto informativo "liberare l'acqua dai profitti e dal mercato" nell'ambito della Festa di Liberazione. P.zza Libertà. PiemonteVercelli – Giovedì 25, ore 10.00 – Volantinaggio e tavolino informativo “mobile” in concomitanza con le celebrazioni ufficiali per la Festa di Liberazione. P.zza Pietro Camana. Guarda la locandina Toscana Pisa Fornacette – Giovedì 25, dalle ore 15.00 alle ore 23.00. Banchetto informativo presso la Festa |
Post n°921 pubblicato il 21 Aprile 2013 da ironwoman63
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TRACY CHAPMAN PARLANDO DI RIVOLUZIONE
Non lo sai Stanno parlando di una Rivoluzione Sembra un sussurro Non lo sai Stanno parlando di una Rivoluzione Sembra un sussurro Mentre fanno la coda per il sussidio Piangendo alla porta degli eserciti della salvezza Sprecando tempo agli uffici di collocamento Aspettando una promozione La povera gente si ribellerà E si prenderà la sua parte La povera gente si ribellerà E si prenderà ciò che le appartiene Non lo sai faresti meglio a correre, correre, correre Ho detto che dovresti Correre, correre, correre Finalmente la situazione si capovolgerà Parlando di Rivoluzione
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