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Capitolo 1

Post n°2 pubblicato il 05 Agosto 2005 da antislamico

La figura di Maometto!

Cronologia della vita di Maometto

562-572: In questo periodo viene collocata, secondo le diverse tradizioni, la nascita di Maometto.

576: La madre di Maometto, Amina, muore e il Profeta viene affidato al nonno, Abd al- Muttalib.

580: Il nonno muore e affida Maometto al proprio figlio Abu Talib.

582: In quest’anno, probabilmente, avviene l’incontro del futuro Profeta con il monaco Bahira.

582-602: Regno di Maurizio, che avvia la riorganizzazione dell’Impero bizantino.

587: Maometto inizia a La Mecca il suo apprendistato nel commercio che lungo la Via della Seta, dell’Incenso, delle Spezie, dallo Yemen arriva a Palmira, Petra, Damasco, Antiochia.

595: Maometto sposa Khadigia.

605: Ormai soprannominato “Il Fidato”, riceve l’incarico di collocare la Pietra Nera nella Ka’ba restaurata.

610: Durante un ritiro sul monte Hira gli appare l’arcangelo Gabriele che gli impone di leggere la parola del Corano. È la “Notte del potere”.

610-641: Regno di Eraclio.

613: I Persiani conquistano Antiochia.

614: I Persiani prendono Gerusalemme.

615: Prima migrazione di seguaci di Maometto in Abissinia.

618: Conversione di Omar (il secondo califfo) dopo l’ascolto della sura XX.

619: Morte di Khadigia, prima moglie di Maometto; muore anche Abu Talib, padre di Ali, poi genero e discepolo del Profeta. I Persiani prendono Alessandria d’Egitto.

621: Avviene la mistica “Ascensione” (mi‘ragv) al cielo di Maometto.

622: Accordo segreto, in giugno, con gli esponenti di Yathrib (Medina), detto Patto di al-‘Aqaba. Tra l’estate e l’autunno avviene l’Egira o migrazione a Yathrib. Anno di fondazione dell’era musulmana.

624: Nuova direzione di preghiera (qibla) verso La Mecca. Assedio alla tribù ebraica dei Banu Qainuqa. A marzo razzia contro i Quraysciti ai pozzi di Badr.

625: Maometto viene sconfitto e ferito durante la battaglia di Uhud.

626: Espulsione della tribù ebraica dei Banu Nadir da Yathrib. Attacco a Costantinopoli da parte di Avari e Slavi.

626-627: Vittoriosa battaglia del fossato (khandaq). Massacro degli ebrei Qurayza.

628: Assedio contro gli ebrei Haybar.

629: Maometto compie il pellegrinaggio semplice (‘umra) alla Mecca. Interdizione del vino.

630: Entrata di Maometto alla Mecca. Eraclio sconfigge i Persiani e conquista la loro capitale Ctesifonte. Libera Costantinopoli dall’assedio degli Avari.

631: Guerra aperta contro i pagani e sottomissione delle tribù.

632: Grande Pellegrinaggio guidato da Maometto. L’8 giugno il Profeta muore.

634: Invasione araba della Mesopotamia, della Siria e della Palestina.

L'Islam nasce in Arabia, a La Mecca e a Medina, le due città principali dell'Arabia. Nasce nel 610 e Maometto muore nel 632: in questi 22 anni la storia dell'Arabia, del Medio Oriente e del mondo intero, è stata cambiata da Maometto. A 40 anni Maometto dice di aver fatto esperienza spirituale di Dio nel deserto e decide di dedicare l'esistenza a far conoscere questo Dio unico, che nel suo ambiente non era sconosciuto, ma non era diffuso. Non era sconosciuto perché in Arabia risiedevano alcuni ebrei e numerosi cristiani. Dunque l'atmosfera in Arabia era pronta ad accogliere il monoteismo, ma è Maometto che dedica tutte le proprie energie ad annunciare questo Dio unico. Nei momenti di maggiore isolamento, Maometto cerca l'appoggio anzitutto dei cristiani ed ebrei de La Mecca, e poi anche degli ebrei di Medina. A La Mecca la predicazione è chiara, semplice e religiosa: c'è un solo Dio, c'è un giudizio eterno, ognuno sarà giudicato secondo i suoi atti, e la conseguenza sarà il castigo, l'inferno per chi ha fatto il male, il paradiso eterno per chi ha fatto il bene. Maometto dice di essere il profeta di Dio e predica di conseguenza la giustizia sociale. La Mecca era  un centro commerciale, religioso, politico e sociale. La predicazione di Maometto però non piace ai meccan,. Col crescere dell'opposizione è costretto a fuggire con i suoi seguaci in Etiopia, sede di un regno cristiano. Questa è la prima emigrazione. Intanto però l'opposizione dei meccani cresce, Maometto non riesce ad imporsi, e decide di cambiare tattica: si mette d'accordo con la città rivale, Medina, la seconda città dell'Arabia, a circa 350 km da La Mecca. Quelli di Medina si accordano con lui e si dicono disposti ad accoglierlo con i suoi seguaci. Maometto manda i suoi a piccoli gruppi per non attirare l'attenzione dei meccani, perché in pratica quello che sta organizzando è un tradimento della sua tribù. La notte fra il 15 e il 16 luglio 622 avviene l'egira, cioè Maometto fugge a Medina. Lì, oltre ai pagani arabi che lo accolgono, vivono tre tribù ebraiche potenti. Maometto comincia a fare patti con tutti, anche con gli ebrei, e organizza la vita sociale, politica, culturale e religiosa dei suoi. In un primo tempo, Maometto orienta la preghiera verso Gerusalemme per guadagnare a sé le tre tribù ebraiche che sono le più ricche di Medina. Questo anche perché ha bisogno di soldi e di aiuto, si trova isolato, con un pugno di seguaci, senza terra, senza lavoro; i suoi uomini devono essere mantenuti da quelli che li hanno accolti. Ha quindi bisogno di un più largo aiuto. Ma i suoi tentativi di guadagnare gli ebrei non portano frutto: gli ebrei non lo riconoscono come profeta. Perciò, dopo circa un anno e mezzo, Maometto cambia rotta: la preghiera non è più orientata verso Gerusalemme, ma verso La Mecca, per guadagnare a sé gli arabi pagani, e innanzitutto la sua tribù. Il digiuno, che prima durava un solo giorno, come il Kippur degli ebrei, diventa di un mese, uno dei mesi sacri. Poi comincia una serie di razzie per fare bottino e, soprattutto, per stringere patti con le varie tribù, in modo da spezzare il suo isolamento e allargare la propria base. Quando si sente più forte attacca e guadagna a sé una tribù, sottomettendola e costringendola a pagare un tributo; quando è di pari forza fa un patto; e, quando è più debole, evita lo scontro. Così, grazie alla sua ottima strategia, riesce ad allargare la base dell'Islam, sia numericamente, sia a livello politico. Maometto, a questo punto, si sente abbastanza forte e si scatena contro gli ebrei: una dopo l'altra le tre tribù ebraiche verranno escluse da Medina, e i loro beni confiscati a favore dei musulmani. Avendo allargato la propria base con le tribù arabe, essendo ormai più ricco e più forte militarmente, Maometto può confrontarsi con La Mecca e due anni prima della morte riesce ad entrare nella città pacificamente, senza spargimento di sangue, perché i meccani riconoscono la sua supremazia. Così quasi tutta la penisola araba si converte all'Islam. La cosa più notevole della vita di Maometto sono state le guerre, 19 secondo la biografia più autorevole, la Sîrah di Ibn Hisciâm, durante il decennio di Medina.  

Fin dalla morte di Maometto l'espansione araba fu travolgente fino a modificare stabilmente l'assetto politico del vicino oriente e dell'Africa settentrionale. Vennero ben presto conquistate la Palestina, l'Iraq, la Persia, l'Egitto. Dopo iniziò lo scontro con l'Occidente. Là dove l'Islam riusciva ad espandersi, dopo le stragi iniziali, con i vinti si stabiliva un vero e proprio "contratto di protezione" che si basava su due cardini: pagare un tributo e accettare la pubblica umiliazione, riconoscendo i privilegi dei padroni. Tra i doveri da rispettare c'è il divieto di suonare le campane, di mostrare in pubblico la croce, di costruire nuove chiese o conventi, di erigere case più alte di quelle dei discepoli di Maometto, di ospitare questi, gratuitamente, mentre pellegrinano verso la Mecca. La "protezione" aveva un prezzo, e anche assai alto: talvolta pari ai tre quarti del reddito degli sventurati "protetti". Solo questi pagavano le imposte, i musulmani vivevano, se appena possibile, come mantenuti.
Il concetto di "guerra santa" può indicare la conversione forzata dell'infedele a costo di passarlo a fil di spada. Ora, nel Corano ci sono molteplici passi che confermano una interpretazione di questo tipo. C'è una sura, che è uno dei 114 capitoli in cui è diviso il libro, in cui Dio dice: "getterò il terrore nel cuore di quelli che non credono e voi decapitateli" (VIII, 12); un'altra dice: "i cristiani dicono: "il Messia è figlio di Dio"; questo è ciò che essi dicono imitando i detti di coloro che prima di loro non credettero; Dio li combatta! Quanto vanno errati!" (IX, 30); un'altra ancora: "quando incontrerete quelli che non credono, uccideteli fino a che non ne abbiate fatto strage; allora, rafforzate le catene dei rimanenti" (XLVII, 4). Per quanto riguarda il suicidio, è vero che il Corano lo proibisce, però l'azione di un kamikaze non è suicidio, bensì un atto di martirio: "Non dite di coloro che furono uccisi combattendo nella via di Dio, che essi sono morti; poiché anzi essi sono vivi" (II, 149). Potrei continuare a citare passi simili. Ora, mi si potrebbe obiettare che questa è una lettura fondamentalista Ma l'obiezione non coglierebbe nel segno, perché la lettura fondamentalista è pienamente legittima nell'Islam, visto che,  non esiste un Magistero che la proibisca. Quel che certo è che, se è vero che nell'Islam non c'è un Magistero, forse l'unica istanza simile è quella della maggioranza. Ora, l'interpretazione maggioritaria di questi passi è proprio quella letterale. Se uno guarda  alla situazione presente, vede l'esistenza di un Islam moderato, ma anche l'esistenza di un Islam fondamentalista, che è di nuovo maggioritario: basterebbe leggere l'intervista rilasciata da Mohammed Said Tantawi, la guida suprema seguita dai sunniti, ossia il 90 % dei mussulmani. A Tantawi è stato chiesto di condannare i kamikaze islamici e la sua risposta è stata: "Chi si imbottisce di tritolo e si fa saltare in mezzo al nemico deve essere considerato un martire" (La Stampa, 16-11-2001

D’altra parte a prescindere da come interpretare il corano, ci sono i fatti cioè il comportamento stesso di Maometto che legittima il fanatismo! Dopo la fuga di Maometto a Medina, nel VII secolo, ebbe inizio il proponimento della guerra condotta in nome di Allah. Maometto viveva, fra l'altro, degli assalti alle carovane della Mecca. Ciò a portato a diverse battaglie contro La Mecca, che egli vinse per la maggior parte. Inizialmente però i suoi seguaci, fuggiti con lui dalla Mecca, non erano convinti di dover seguire il loro capo in guerra per l'indottrinamento delle vicine nazioni. Maometto fu costretto a trovare delle valide motivazioni. Improvvisamente risuonò il motto:"Allah non vuole pazienza, ma lotta". 

In fondo, il Corano dice che chi partecipa alla guerra santa viene ricompensato generosamente nell'aldilà. La Sura 9:20-22 dice:" Coloro che credono, che sono emigrati e che lottano sul sentiero di Allah con i loro beni e le loro vite, hanno i più alti gradi presso Allah. Essi sono i vincenti. Il loro signore annuncia loro la sua misericordia ed il suo compiacimento e i Giardini in cui avranno delizia durevole, in cui rimarranno per sempre".

Insomma immaginate un Hitler o un qualunque altro dittatore, però che ha il suo potere rafforzato dalla fede e dalla religione, e avete la figura di Maometto! Poveri mussulmani condannati a vivere in un medioevo eterno! Chi li salverà dalla figura di Maometto?!


 

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Commenti al Post:
CoMizia
CoMizia il 21/08/05 alle 10:05 via WEB
Si può,si deve costruire un dialogo basato sul rispetto della persona,la lealtà...Non si può rispondere infatti con discorsi di morte;Dio non vuole!
(Rispondi)
 
antislamico
antislamico il 21/08/05 alle 13:08 via WEB
speriamo che all'interno del mondo arabo si formi una cultura laica che possa poi dialogare con la religone islamica! per ora non esiste! c'è una dittatura e nessun dialogo! ciao amica.
(Rispondi)
minsterr999
minsterr999 il 25/03/09 alle 07:46 via WEB
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