Creato da bargalla il 30/01/2005
"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

 

Ultime visite al Blog

rdapiaggiossimorasteph27nikya1pinellogiuseppenapoli891540mariomancino.mluisinioIl_Signore_RaffinatocamarossogiacintoingenitoMaurizio_ROMAmonacoliomassimo.sbandernopmichepel
 

Area personale

 
Citazioni nei Blog Amici: 10
 

Ultimi commenti

insisto...nella speranza di risentirti...anche in privato...
Inviato da: ossimora
il 16/02/2016 alle 10:03
 
Sarebbe bello rivederti comparire...con qualsiasi scrittura...
Inviato da: ossimora
il 06/07/2014 alle 17:07
 
torna....
Inviato da: ossimora
il 23/03/2012 alle 02:52
 
Adoro gli idra!
Inviato da: chiaracarboni90
il 31/05/2011 alle 10:51
 
Carino sto post ... :-)
Inviato da: fantasista76
il 03/11/2010 alle 08:33
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

« ITE MISSA EST"OGNI VOLTA" »

SUDICIO POLITICUME

Post n°349 pubblicato il 15 Ottobre 2006 da bargalla

immagine

Non desta più stupore e meraviglia sapere che nel  Parlamento Italiano siedono degli emeriti ignoranti, elevati al rango di onorevoli e senatori da una camarilla affaristica e spartitocratica che poi si avvale della loro utile idiozia per legiferare nell'esclusivo, conflittuale, interesse di chi li ha sradicati dal sottobosco della politica locale per impiantarli "motu proprio" nel redditizio orticello centrale del "do ut des".
Caligola nominò senatore il suo cavallo, ma ai giorni nostri c'è chi fa di peggio abusando della credulità di un popolo bue quanto mai che, opportunamente telesmidollato e ammansito col classico "panem et circenses" premia "la sciocca vacuità e la solleticante volgarità" di una classe dirigente che ha conseguito il master in scienza dell'imbonimento iscrivendo e promuovendo d'ufficio i rincretiniti subalterni italioti alla "bassa scuola della bassa insipienza e del gretto conformismo".

Sudicio politicume sbandierato per sciatto liberismo, insulsa mania di onnipotenza messa sul piatto di una bilancia truccata dallo straripante complesso di superiorità di un "omuncolo" cultore di un feroce banditismo mediatico e troglodita che ha scientificamente "decerebrato" in puro stile orwelliano "la fattoria degli animali" teledipendenti, una torma di servi sciocchi e fedeli, una batteria di vuoti a perdere bellamente assisi alla "destra" di un padrone che gioca al piccolo napoleone per piegare e "piagare" una Nazione in cui anche la matematica è diventata un'opinione.
Numeri per maggioranze volubili e variabili, pedine dispoticamente disposte per garantire adeguata protezione ad un re che, nonostante i vani tentativi di arroccamento, è in permanente, scoperta e conflittuale posizione di privilegio dalla quale con l'aiuto dei suoi biondi alfieri, dei suoi cicchettanti e schifaneschi turriti cavilli, riesce a pararsi le terga evitando ogni mossa di scacco, ogni tentativo di normare una sperequativa "deregulation" che gli ha consentito di spadroneggiare nel far west dell'etere e di allungare le mani sull'intero, redditizio scacchiere della repubblica delle banane. 
Una partita "doppia" che dura da ormai troppo tempo, anche grazie allo stravolgimento delle regole di un gioco in cui è moralmente permesso barare per eludere ed evadere dalle maglie di un fisco che "tremontinamente" ha premiato i furbi riccastri di un bengodi pecoreccio sempre lieto di prostrarsi "pecorinamente" ossequioso dinanzi al borioso potente di turno.  
Se "burlesconi" mette mano all'ordine giudiziario e lo dis...ordina per conformarlo ai casi suoi, si parla di "riforma" se qualcuno osa invece sfiorare l'empireo dell'etere per regolamentarne i vari petali, ecco che il dibattito si infiamma provocando la veemente, accesa reazione di un silvio diventato creso non per caso ma per grazia ricevuta, che brandendo lo scettro del telecomando, grida all'esproprio proletario.
Grazie al cadeau del re magio aennino, che a suo tempo lo omaggiò di una legge ad hoc, per stessa ammissione del suo fedele braccio destro, la telesocietà che fa capo all'ex presidente del consilvio ha incassato qualcosa come due miliardi di euro.
Se dovesse passare il ddl del margheritino ulivista sul riassetto tivù, la SpA della teleditta Silvio&C. perderebbe 440 milioni di euro l'anno.
Ecco palesarsi il vero nocciolo della questione.
L'irrisolto conflitto di interessi fa sì che sia proprio il tycoon in persona colpito nei suoi affari più cari, a scendere in campo e a lamentarsi per lo "scippo" delle frequenze e per la redistribuzione delle quote pubblicitarie che dovrebbero rompere l'attuale, asfittico duopolio aprendo il mercato alla concorrenza. 
Qualche sera fa l'epurato Enzo Biagi, giornalista senza peli sulla lingua, a chi gli chiedeva quale domanda volesse rivolgere a Berlusconi Silvio che col celebre editto bulgaro lo tenne rigorosamente lontano dal video, rispose: "Vorrei chiedere a Berlusconi che cosa ha dato lui alla politica e che cosa la politica ha dato a lui".
Ovvia e risaputa la risposta, peccato che ancora ci sia in giro qualcuno che si lascia abbindolare dal "cavalier menzogna" e segue pedissequamente il dettato del novello omuncolo della sua provvidenza.
Pazienza se questo qualcuno è come quell'onorevole forzitaliota messo lì per votare secondo il dettame del capo e che dall'alto della sua in..fini...ta onniscienza pensa che il Darfur "è una moda non italiana del mangiare...Darfur...sono cose fatte in fretta".
O come quella prefica, anche lei onorevole forzitaliota, che ignora cos'è la Consob: "la Consob...certo è la Consob..."
A gente così io invio il mio più cordiale vaffanculo e lo faccio in un modo molto fast e poco slow, perché dinanzi a cotanta retribuita ignoranza, anche l'epiteto "onorevole" risulta offensivo per il comune sentire.
Al medesimo indirizzo vaffanculista mi pregio altresì indirizzare un notabile delle mie parti, politico destrorso di lungo corso, nonché manager per partito preso, finito nei guai giudiziari per una presunta truffa ai danni dello Stato. Con la 488 avrebbe "lucrato" sui corsi di formazione professionale riservati ai lavoratori di una società da lui presieduta che si occupa di riparazioni meccaniche e ferroviarie.
"Me ne fotto del personale. Se ci devo rimettere un milione di euro per formare questi barbari, possono anche morire...Se all'azienda non rimangono almeno un milione e quattrocentomila euro, che cazzo sto facendo?"
Le illuminanti intercettazioni telefoniche hanno consentito di conoscere a quale livello di linguaggio sia giunta l'ostinazione "con la quale il manager avrebbe perseguito il fine di distrarre a favore delle casse delle Officine meccaniche e ferroviarie del Salento e dei suoi amici, i fondi pubblici destinati alla formazione professionale dei 167 dipendenti dell'azienda" che ammontavano ad un totale di tre milioni e seicentomila euro, coperti dalla Regione e finanziati dal Fondo Sociale Europeo.
Anche a questo personaggio bisognerebbe chiedere "che cosa ha dato lui alla politica e che cosa la politica ha dato a lui". 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/antoniando/trackback.php?msg=1764291

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
Nessun Commento