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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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LE BAGGIANATE DI BETORI E QUELLE DI SILVIO

Post n°392 pubblicato il 31 Gennaio 2007 da bargalla

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Il signor giuseppe betori, monsignore della chiesa cattolica e segretario del partito dei vescovi italioti, dovrebbe ricordarsi che ancor prima di esser prete è italiano, cittadino di uno Stato laico "indipendente e sovrano"  e come tale deve innanzitutto rispetto per quelle Istituzioni che per loro intrinseca natura sono deputate a legiferare in piena libertà senza minimamente sottostare ai condizionamenti dogmatici e ai diktat di un clero che abusa della credulità popolare e del risorgente potere temporale d'Oltretevere per sovvertire le leggi e gli ordinamenti di uno Stato al quale forse gioverebbe un'altra ideale breccia di Porta Pia per riaffermare la propria sovranità e autonomia.
Il diritto di critica è un conto, la pretesa di imporre e di dettare l'agenda politica sa di sopraffazione e di "golpe psicologico" e mi chiedo se nella loro reiterata ingerenza non possa configurarsi una qualche forma di reato tesa a sovvertire proprio l'ordinamento istituzionale.

Questi reverendi imbellettati da una morale a prova di religione, che vestono di bisso e sfilano in clergyman puro cachemire e talare rosso-porpora, affiliati alla più potente cosca affaristico-religiosa del pianeta, non solo vegetano e lucrano da gran parassiti quali sono, sputando nel piatto in cui mangiano, ma impongono anche il "pizzo delle coscienze" facendo del terrorismo psicologico come in certe biasimate teocrazie il cui fondamentalismo è letale per ogni democrazia degna di questo nome.
Forse pensano di essere ancora sudditi ubbidienti del papa re e di uno stato pontificio già spazzato via dal vento della Storia, per questo si permettono di criticare il Presidente della Repubblica la cui retorica sul "dialogo" viene forse interpretata come un segno di debolezza e di acquiescenza e definiscono "superflua" la legge sui Pacs che il governo si è impegnato a presentare al parlamento italiano.
Non solo preti, ma anche soloni, giureconsulti e legislatori, i vescovi italioti consigliano al Parlamento Italiano di soprassedere ed eventualmente modificare quella parte del Codice Civile che tutela i diritti dei singoli e delle coppie eterosessuali.
Per loro l'unica strada percorribile è quella del diritto comune e non quella del diritto pubblico: è ampia "adattabile alle diverse situazioni" e allontana il pericolo di cadere nella trappola di far nascere un soggetto giuridico nuovo.
La qual cosa "comporterebbe un intervento sul parco dei valori" in contrasto "con la famiglia fondata sul matrimonio" ha specificato il signor betori, di professione arcivescovo, da molti considerato il delfino del decadente cardinale ruini.
Temono il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, temono i patti civili di solidarietà, eppure loro vivono "more uxorio" con perpetue e "badanti" disposte e a tutto, convivono con segretari "tuttofare" e altrettanto disponibili a far loro da "moglie" eppure la loro ipocrisia è talmente grande da ledere le prerogative della politica e ingabbiare il Parlamento Italiano nel quale abbondano e si sprecano i ministri dei ministri del papa re.
Uno dei quali si chiama silvio, che oggi ha vissuto un planetario momento di notorietà per essere stato pubblicamente svergognato dalla sua signora, comprensibilmente stanca di avere a che fare con un cavalier servente e donnaiolo, nottambulo e in crisi comiziale, che a settant'anni suonati, pur ergendosi a difensore dei valori familiari tradizionali e dell'amor coniugale, come da copione destrorso, trova ancora il modo di fare il galletto correndo telegattonando dietro alle procaci gallinelle del pollaio di vallettopoli.
Ha ragione da vendere la signora Veronica, la sua lettera con la quale ha preteso (e ottenuto) scuse pubbliche e ufficiali, è molto bella, manifesta una grande dignità, quella che evidentemente difetta a suo marito, il quale, come i suddetti reverendi, predica malissimo e razzola peggio.
"Bagattella di un momento... piccola irresponsabilità" le ha definite mister B. che, come sempre, minimizza con la consueta ipocrisia i suoi peccati, così come fanno certi preti colti in fallo.
Sarei curioso di sapere il parere del signor betori e dei suoi confratelli vescovi sui vizi privati e le pubbliche virtù di quell'onorevole cascamorto di nome silvio, che appena ieri ha predicato su valori e stabilità della famiglia, su questioni come il riconoscimento dei diritti civili delle coppie di fatto, mentre il comportamento del medesimo e la lettera scritta dalla sua Signora, rivelano una totale assenza di rispetto per quei valori solo a parole enunciati, ma "di fatto" disattesi.

P. S. E' già partita la corsa a ridimensionare il tutto a gossip antiberluska.
        
So già chi farà la parte della vittima.

 
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