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« RIFLESSIONE PER UN VENER...UN DESIDERIO, UNA RIFLESSIONE »

NEO-FEMMINISMO CATTO-VATICANO

Post n°420 pubblicato il 09 Aprile 2007 da bargalla

                   immagine

Dal "Mallus Maleficarum" alla "Mulieris dignitatem" dalla caccia alle streghe, con i tragici annessi e connessi della santa inquisizione, alla ruffiana, santa riabilitazione della donna, passando per le "ponzanti" omelie proposte dai vari "cantalamessa" a corredo di una liturgia della parola, la cui meditazione non aveva certo bisogno della profonda conoscenza teologica ed esegetica di così insigni biblisti e predicatori papali per giungere ad affermare l'importanza del ruolo della donna, senza la quale, è pleonastico dirlo, ma visto il contesto è d'uopo ribadirlo, nessun disegno divino, meno ancora umano, può realizzarsi fattivamente.
Il ruolo delle donne nel vangelo, quelle che una certa tradizione popolare con "una certa condiscendenza maschile" non a caso ha definito "pie" contrapponendole così all'empietà di uomini, apostoli e discepoli pavidi, traditori e vigliacchi, che nell'ora del bisogno abbandonano e rinnegano il loro amico e maestro (ad eccezione del "discepolo che egli amava") risulta ancor più grande se si pensa che proprio  loro, le donne che "erano venute con lui dalla Galilea" rimangono vicino al suo patibolo, non scappano, assistono alla sua morte, alla deposizione dalla croce e alla sua sepoltura; fino ad essere le prime testimoni di una "resurrezione"  sulla quale quegli stessi uomini di prima, apostoli e discepoli, traditori e vigliacchi, hanno poi fondato una chiesa nella quale le donne per ironia di una sorte altrettanto vigliacca, continuano ad essere emarginate.
E' bene ricordare i nomi di alcune di loro "tra esse c'erano sua madre e la sorella di sua madre Maria di Cleofa, Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo il Minore e di Giuseppe e Salome, le quali quando era in Galilea lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano venute a Gerusalemme insieme con lui". Secondo Luca furono "Maria Maddalena, Giovanna e Maria di Giacomo"  le prime annunciatrici di una resurrezione che nel vangelo di Giovanni trova per così dire lo scoop e l'esclusiva, nell'apparizione del Cristo alla Maddalena, la quale in tal modo diventa, secondo la definizione dell'Aquinate "Apostola Apostolorum". 
 
Evidente il tentativo di riabilitare la Maddalena, peccatrice e penitente, e con lei, tutte le donne ritenute potenzialmente peccaminose e peccatrici come e più degli uomini, tenute rigorosamente in posizione defilata da una chiesa che, quando non le ha cancellate con i roghi o dileggiate con l'oblio della calunnia e del pregiudizio, le ha sempre relegate al ruolo di mogli e madri, devotamente sottomesse al marito e per questo, obbligate ad essere delle semplici "incubatrici" da ingravidare ad ogni copula, poiché per la chiesa cattolica l'atto sessuale deve solo tendere alla procreazione, ogni altro rapporto al di fuori della precettistica matrimoniale, è da considerarsi peccaminoso.

Dopo duemila anni di persecuzione "morale" e materiale, in tempo di exPacs-neoDico e in attesa del "family day" la chiesa cattolica inaugura l'era della donna, se non li conoscessi potrei anche fingere di assecondare il loro miserevole tentativo di "liberare" l'altra metà del cielo così pervicacemente imprigionata dal lacci di una morale dogmatica che vede nei "valori non negoziabili" una nuova forma di oppressione sessuale.
Bisogna diffidare di queste "aperture" proprio perché hanno il torto di essere tardivamente affermate, per partito preso, da una gerarchia ecclesiastica che di fatto pratica la discriminazione sessuale, stabilisce ciò che è bene e ciò che male, distinguendo il femminile "creato dalla natura" dal femminile "creato dalla cultura" e vieta il sacerdozio femminile, derubricando alla voce "pio desiderio" la parità dei sessi.
Risulta pertanto spudorata la captatio benevolentiae così sfacciatamente esibita durante il triduo pasquale nella basilica pietrina e ancor oggi dal balcone di Castelgandolfo, l'insolente incensata di una chiesa cattolica da sempre misogina, sessuofobica, spudoratamente sessista e omofobica, che d'emblée, nella settimana santa dell'A. D. 2007, si scopre femminista, finendo per coprirsi di ridicolo dandismo e di clericale machismo.
La stoccata finale va proprio in questo senso, laddove si afferma che: "l'esperienza quotidiana dimostra che la donna può sollevarci in alto, ma può anche precipitarci in basso".
Come se le donne non possano dire altrettanto degli uomini!
Mi ricorda un po' il senso di certe riflessioni che faceva un mio vecchio rettore: le donne, diceva "sono la pedana di lancio verso Dio" ma al contempo, riprendendo il notissimo proverbio aggiungeva "chi dice donna dice danno" demolendo subito quella pedana che, nonostante lui e i precetti della sua chiesa cattolica, per me resta l'unico modo per cogliere quella scintilla chiamata Amore che nel cielo "move il sole e l'altre stelle". 

 
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Commenti al Post:
ossimora
ossimora il 10/04/07 alle 01:24 via WEB
XXX
(Rispondi)
ossimora
ossimora il 11/04/07 alle 14:27 via WEB
Maddalena e le altre Allegre compagne, in occasione della Santa Pasqua, c´è una novità positiva, finalmente, dopo gli anni difficili dell´ingerenza Vaticana negli affari del nostro corpo, dopo le carriere bloccate, la violenza in crescita, l´immagine femminile umiliata, dopo duemila anni di esplicita o sottintesa inferiorità obbligata, ecco, alfine, un´occasione di letizia per le donne: siamo state scagionate. L´ha detto il predicatore papale, Raniero Cantalamessa (nom de plume o nomen est omen?): «Si discute animatamente su chi fu a volere la morte di Gesù, se i capi ebrei, Pilato o entrambi. Una cosa è certa: furono degli uomini, non delle donne». Capito, maschi? Non siamo state noi. E certo, fossimo state noi ad avercela con Lui, avrebbe campato altri 33 anni. Contiamo poco adesso, figuriamoci allora. Ma non è tutto qui, nel corso della scorsa Via Crucis, venerdì, ce ne siamo accaparrati un bel po´ di omaggi. Si è detto che Maddalena, in fondo, era una brava ragazza. Che le «pie donne» non erano massaie facili alla commozione, ma «madri coraggio», capaci di inginocchiarsi davanti a un condannato e rischiarne le conseguenze. Che si sono comportate meglio degli apostoli. Si è detto che dopo tante ere dedicate all´uomo sarebbe quasi ora di dedicarne una alla donna. Carini, no? Capace che ci fanno «sante subito» e finiamo festeggiate in un diluvio di mimose. Dopo l´homo faber, l´homo erectus e l´homo sapiens, dopo l´homo homini lupus, una prima era della «mulier pacifica», materna e armoniosa, emozionalmente matura, contemplativa, sensuale e solidale, non afflitta da eccessi di competizione, orientata alla relazione fra individui, libera tollerante e creativa, sarebbe un bell´aiutino per l´umanità. Lo so, non siamo tutte ontologicamente così superiori, ma si tratta di mettere avanti un po´ di propaganda. Il miglioramento seguirà, in fondo, abbiamo 2000 anni di tempo. Per adesso accontentiamoci di essere state corteggiate, e proprio lì, in Vaticano, dove, ultimamente ho l´impressione che si decidano le sorti di interi Paesi, politiche, etiche, sociali. Ci accontentiamo? No? Ah, ma allora è vero che, anche le donne, non sono più come quelle d´una volta. Non si dice più «grazie, padre»? No, però , magari, è possibile avanzare qualche richiesta. Per avere addirittura un´era tutta intitolata a noi magari è presto, e poi, come i premi alla carriera, sa di onorificenza tombale, cominiciamo con una supplica modesta: ci piacerebbe che il Vaticano, nella persona di Benedetto sedicesmo e dei suoi vescovi, facendo seguito alle buone intenzioni del simpatico Cantalamessa, interrompesse le ostilità contro le donne. Ci piacerebbe che non si opponesse ad una modificazione della legge sulla procreazione assistita tale da rendere più facile e non più difficile, avere un bambino, alle donne che non possono diventare madri in modo naturale (è una questione di salute, spesso, di avversa fortuna, non di cattiva volontà). Ci piacerebbe che Benedetto sedicesimo non minacciasse, con tutto il peso del suo potere, temporale e non, la legge che consente l´interruzione di gravidanza: mica per questioni di principio, soltanto per non tornare all´era dell´aborto clandestino, con tutto il suo corteo di infezioni e mutilazioni. È un´era anche quella, tu donna abortirai nel dolore, ma con la legge 194 si era chiusa e noi siamo contente così. Mi piacerebbe, infine, non per me, che indosso la scomoda divisa della non-credente, o almeno della dubitante, ma per le molte donne credenti che conosco e stimo, un´apertura al sacerdozio femminile. Posso confessare la mia ottusità? Non ho mai capito perché, a fronte di tante belle parole sulla Madonna e sulla Maddalena, non sia ancora caduto il Grande Tabù che impedisce a una persona di sesso femminile di officiare il Rito, di amministrare i sacramenti. Che ne dice il caro Cantalamessa? Non potrebbe cantarla anche una signora, visto che appartiene al genere delle «innocenti del sangue di Cristo»? E, già che siamo in fase di rivalutazione, posso spendere una parola anche per le femministe? Dispiace che la povera Simone de Beauvoir - defunta da vent´anni - sia ancora crocefissa al suo best seller di 60 anni fa, Il secondo sesso («Noi non crediamo che l´eterno femminino ci salverà», ha tuonato dal pulpito il predicatore maximo). Dispiace che, ancora, ci siano «le donne» e ci siano «le streghe», le prime sono madri e mogli, le seconde sono, come ai tempi dei tribunali dell´Inquisizione, le orgogliose, quelle che esercitano il sapere, quelle che si mettono sullo stesso piano degli uomini, pur restando diverse e, della propria diversità, fanno una bandiera. Per queste, temo, anche nell´era della donna, non ci sarà spazio né redenzione nè rispetto. Non ci sarà spazio né redenzione né rispetto per le donne che non si lasciano assegnare un posto preciso e lì vanno a sedersi zitte e buone. Possiamo soltanto auguraci che, per loro, non si rivaluti, come pratica persuasiva, qualora non abiurino, il rogo. Lidia Ravera
(Rispondi)
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