Antonio Gambini è un Grande Interprete. Antonio Gambini non esiste. Antonio Gambini è artificiale. Antonio Gambini è un esperimento riuscito.
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Yu Morisawa è una bambina di 10 anni molto vivace ed innamorata del suo amico d’infanzia Toshio Otomo. Un giorno dalla finestra della sua cameretta scorge nel cielo un’arca di cristallo che solo lei poteva vedere. Incuriosita decide di seguirla. Giunge nell’ippodromo della città e qui incontra Pino Pino, padrone dell’arca e abitante del pianeta Stella Piumata. Egli la ringrazia perché è per merito suo che l’astronave ritrova la strada di casa. Per riconoscenza così Pino Pino le dona dei poteri magici della durata di solo un anno; poteri che le permetteranno di trasformarsi, con l’utilizzo di una bacchetta ed una formula magica (Pampulu pimpulu parimpampù), in una ragazza più grande; ovvero in Creamy! Ad aiutarla in questa esperienza saranno due gattini parlanti, Posi e Nega. Sarà dall’incontro con Jingle Pentagramma, presidente della Parthenon Production, che la nostra protagonista entrerà nel mondo della musica come cantante e idolo delle giovanissime! La vita di Yu cambia radicalmente, divisa tra i problemi tipici di una adolescente e quelli di una famosissima cantante, e l’amore che prova per Toshio che invece è attratto dalla splendida Creamy. Ed è proprio quest’ultimo che vendendola trasformarsi causa la fine dei suoi poteri. Saranno i due gattini di Yu a convincere Pino Pino a ridare alla ragazza un’altra possibilità. Il folletto acconsente, consegnandole una nuova bacchetta magica, a patto però che la parte di memoria del suo amico venga cancellata. Creamy ritorna alla ribalta! Significativo sarà il concerto finale, quando Pino Pino ritorna a riprendersi i poteri e Toshio comincia a ricordare. Mentre Creamy conclude, sotto una pioggia incessante e il suo pianto, l’ultima melodia…le luci si spengono, tutto finisce e la dolcissima Creamy sparisce.
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Milano, 12 dicembre 1969 h 16.37
Una bomba esplode nella sede della Banca nazionale dell'agricoltura
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Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
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riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
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"Il mondo … questo grosso essere assurdo. Non ci si poteva nemmeno domandare da dove uscisse fuori, tutto questo, né come mai esisteva un mondo invece che niente. Non aveva senso, il mondo era presente dappertutto, davanti, dietro. Non c’era stato niente prima di esso. Niente. Non c’era stato un momento in cui esso avrebbe potuto non esistere. Era appunto questo che m’irritava : senza dubbio non c’era alcuna ragione perché esistesse, questa larva strisciante. Ma non era possibile che non esistesse.