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Tibet e Cina: il dialogo come unica via di confronto

Post n°43 pubblicato il 27 Gennaio 2007 da Antwistle
 

Ieri il primo ministro del governo tibetano in esilio Samdhong Rinpoche ha dichiarato, in merito ai rapporti con la Cina, che ripone ancora speranze in un confronto pacifico sulla questione tibetana e che il dialogo rimane l’unico mezzo di comunicazione bilaterale con la Repubblica popolare cinese. Il primo ministro afferma, inoltre, che l’atteggiamento di apertura verso Pechino del governo tibetano in esilio non sia stato seguito da una controparte altrettanto comprensiva nei confronti del Dalai Lama, bersaglio di continui attacchi. Per tale motivo, Samdhong Rinpoche riferisce che, dopo diversi appelli rivolti in passato ai concittadini rimasti in patria al fine di non creare problemi alla Repubblica popolare cinese, allo stato attuale delle cose il governo non può chiedere al suo popolo di rimanere tranquillo.

Il Dalai Lama intanto fa sapere che la sua prossima reincarnazione “potrebbe non aver alcun peso politico sulla regione”. Questo vanifica il tentativo di controllo sul successore dell’attuale Dalai Lama da parte di Pechino, che ha già installato il nuovo Panchen Lama (seconda carica per importanza del buddismo) sostituendolo al legittimo designato.

Ricordiamo che nel 1950 Mao Zedong lanciò la prima offensiva della Cina comunista ai danni del Tibet e che ufficialmente quest’ultimo divenne parte della Repubblica popolare cinese il 1° settembre 1965. Nel 1959 vi fu una rivolta anticinese che portò alla fuga in India del Dalai Lama, insieme a 85.000 fedeli. Le rivolte contro il regime di Pechino non si arrestarono e nel 1980 (quando il riformista Hu Yaobang era il numero uno in Cina) un allentamento nel controllo diede vita ad una sequela di rivolte che durarono per tutto il decennio e terminarono con l’intervento del giovane burocrate Hu Jintao (l’attuale presidente della Cina) che nel 1989 istituì la legge marziale. 

Le parole del primo ministro Samdhong Rinpoche fanno intendere che le rivolte indipendentiste non sono giunte al termine e che i rapporti con il governo di Pechino sono ben lontani dall’essere distesi e sulla via dell’accordo.

L'articolo è stato pubblicato sul sito dell'associazione culturale Versoriente al link:

http://www.versoriente.net/default.asp?riferimento=dettaglioNews&id=19

 

 
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