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appunti di viaggio

Post n°9 pubblicato il 09 Aprile 2012 da ladyronzani
 

 

Appunti di viaggio di Ladyronzani
passaggio al Monte Summano, tra mito e leggenda

Ho avuto occasione in questi giorni di far visita ad un caro amico di Arsiero, in provincia di Vicenza. Con lui siamo partiti una mattina presto alla volta del Summano, monte mitico di cui mi ero precedentemente informata e del quale il mio amico ha saputo darmi notizie e approfondimenti. In sunto: il monte Summano sorge accanto ad una pianura che ha ospitato antichi accampamenti romani (ne è un esempio la città di Schio, detta "Scledum" in età piu' antica.....gli abitanti della città si chiamano a tutt'oggi scledensi). Da quanto ho appurato il Summano è stato a lungo templio di riti pagani sin dal tempo dei romani, e sembra anche oltre. Il nome dovrebbe derivare da "Summus Manis", ovvero il sommo dei Mani. Per "Mani" si intendono una serie di divinità di cui per l'appunto questa dovrebbe essere la piu' alta ("il sommo dei Mani" sarebbe stato associato ad una divinità fortemente legata al mondo degli inferi). In diversi periodi nel monte sono stati effettuati scavi archeologici e trovate statuette romane, monete, incensi ed altri reperti. Per ovviare al problema legato al culto di forze demoniache (tra cui diversi problemi legati al fenomeno delle sette dagli anni 50 in avanti, oltre al ritrovamente di teschi ed altri oggetti di età piu moderna legati ai rituali delle sette stesse) la Chiesa ha ovviato al problema chiamando una delle città sottostanti al monte col nome di Santorso (dedicandola quindi ad un Santo e cercando di ripristinare una matrice cristiana). Sulla cima del Monte è stata posa una croce. Sin dai tempi piu' antichi il Monte veniva comunque considerato sacro e visitato da pellegrini di tutte le provenienze. A tutt'oggi esiste il sentiero dei Girolimini attraverso il quale i pellegrini salivano al monte. Tra le curiosità spicca una tradizione legata a questi pellegrini che solevano portare semi di piante e fiori dalle località dalle quali provenivano (semi che poi piantavano lungo il sentiero che portava al monte). A tutt'oggi, grazie a quegli antichi rituali, lungo questo percorso di ascesa esistono varietà di piante e fiori non ritrovabili in altre zone circostanti (esistono infatti diversi cartelli di flora protetta) e quindi di origine non autoctona. Ma cosa narra la leggenda di Sant'Orso? Vi faccio un breve sunto perché così tante sono le notizie curiose su questo monte e così tanto ho letto e sentito che il parlarne meriterebbe se non un libro un lungo e lungo approfondimento.
Orso nacque in una famiglia agiata. Alla sua nascita un indovino predisse alla madre che Orso avrebbe ucciso il proprio padre una volta cresciuto. Spaventata e intimorita dall'oscura profezia la madre invia quindi il figlio all'estero......(qui le versioni sono differenti, alcuni lo vogliono in Spagna, alcuni in Francia alla corte di Carlo Magno....). Orso viene comunque accolto in una corte e trattato con riguardo visto il suo carattere deciso e risoluto. Orso riceve le simpatie di corte e riceve in sposa un'importante damigella dalla quale ha poi anche un bambino. Dopo molti anni il padre, ritenendo ormai vana la profezia e rassicurato che Orso sta bene e si è costruito una vita decide di andargli a fare visita al Castello e si reca quindi all'estero anche lui. Una volta arrivato al castello non trova però Orso che è a caccia. La moglie di Orso lo accoglie e lo invita (non proprio saggiamente) a dormire nella camera da letto di Orso per riposarsi dal viaggio e fargli così una sorpresa. Una volta arrivato a casa Orso trova però la moglie che dorme vicino a quest'uomo nella sua camera da letto (non riconosce infatti il padre che non vedeva da anni). Ammazza quindi la moglie e il padre e poi anche il loro bambino. Arrivato il servo che lo avvisa di ciò che ha fatto, Orso va in crisi e tenta il suicidio non appena si rende conto del misfatto. Il servo glielo impedisce. Orso parte in pellegrinaggio a piedi fino a Roma per andare a chiedere perdono dal Papa. Il Papa ordina a Orso di vendere tutti i suoi beni, di partire a piedi senza mai staccare gli occhi da terra e senza mai parlare con nessuno fino a che non fosse arrivato al Monte Summano. Fatto questo sarebbe stato assolto. Orso parte a piedi con un bastone e vaga per anni e anni in silenzio e solitudine senza mai staccare gli occhi da terra, mangiando e nutrendosi di insetti, bacche ed elemosina. Infine, giunto alla vecchiaia, sente due contadini che parlano del Monte Summano (riferiscono un vecchio proverbio che dice "quando il Summan gà el capeo, ancò xe brutto e doman xe beo"....che vuol dire "quando il Summano ha il cappello, inteso come una coltre di nebbia sulla cima, oggi è brutto e domani sarà bel tempo"). Qui Orso scopre di essere alle pendici del Monte Summano, al quale si avvicina ma che non sale, e muore sereno. La leggenda racconta che dal bastone di Sant'Orso, in simbolo di rinascita, spunta infine una gemma.
Questo Monte che sovrasta come un grosso padre la pianura mi ha impressionata. Pendii irti e ricchi di fiori e piante da un lato e boschi fitti e bui dall'altro, mi han ricordato i diversi lati che coesistono in tutti noi e in ogni cosa, le energie che unite trovano equilibrio. Mi scuso sin da ora se nel post ho messo qualche imperfezione sulla storia, se ho scritto male il dialetto vicentino che poco conosco, ma così tanti sono i dati e le cose che ho imparato su questo Monte....sarei felice se qualcuno potesse darmi ulteriori informazioni.....nel frattempo se qualcuno volesse saperne altre da me di quelle di cui già sono in possesso basta che mi scriva.....fare un post piu' lungo mi sembrerebbe oltretutto tedioso e pesante!
a presto vostra LadyRonzani 

 

 

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Commenti al Post:
ro.sheen
ro.sheen il 10/04/12 alle 13:37 via WEB
Ciao lady :) stupendo questo post e ti ringrazio per le informazioni che mi hai fatto conoscere su questo splendido monte che tanto amo...si, per me sarebbe bellissimo poter leggere altre cose su un luogo così meraviglioso dove si sintetizza nel suo essere ricco e spoglio la vita, la morte e la nascita...il bosco e i suoi segreti che vengono alla luce, il bosco e le cose visibili, la lotta per la vita e tante volte per la morte stessa. Non so darti ulteriori notizie se non la fama che ha ha avuto ed ha ancora per botanici e i loro studi sulle innumerevoli diversità floristiche...le leggende raccontano che sia così ricco perchè gli adoratori del Dio Summano e i pellegrini poi, furono soliti rendere omaggio al sacro monte con fiori portati dalla loro terra. E' comunque una ricchezza floristica che è propria delle Prealpi e sarebbe bello poter raccontare anche di PAsubio e Piccole Dolomiti :))) Nel cinquecento il Granduca di Firenze finanziò spedizioni sul monte Summano per arricchire i giardini fiorentini poichè la fama era che ci fosse la flora più ricca fra tutte. Si pensa che la flora fosse più ricca di ora da attirare molti botanici. Purtroppo l'antropizzazione sembra aver fatto sparire specie spettacolari capaci di sorprendere gli allora botanici. Ma rimane tutt'ora molto interessante e ricca. Una cosa che so è che data la sua posizione se ne parla come il gigante che ha i piedi caldi e la testa fredda :)infatti c'è sempre la nuvoletta :) Grazie Lady! Aspetto il resto!
 
 
ladyronzani
ladyronzani il 14/04/12 alle 00:19 via WEB
Ciao Ro.Sheen, grazie per le notizie, tra l'altro ho trovato altre fonti in rete a riguardo del culto pagano al Summano, tra cui questa: Partendo dal toponimo risulta già facile la connessione col mondo infero: se si considera l’etimologia derivante dalla fusione delle parole Summus Manium, ovvero il “principale fra gli dei Mani”, l’attenzione è portata sul nume che presiedeva la reggenza del mondo infernale, Plutone, re dei morti. La prerogativa notturna del dio si riverbera nell’altra possibile etimologia da sub manus, “prima del mattino”. Se invece si presta fede alla derivazione strettamente onomastica bisogna considerare il Summano come sede di Summanus, divinità dei fulmini e delle precipitazioni notturne (paredro di Giove) e di origine sabino-etrusca. Nel pantheon romano venne assimilato a Plutone e a lui fu eretto un tempio presso il Circo Massimo a Roma. Nel 1815, il sacerdote Gaetano Maccà scrisse che sulla sommità del monte fu eretto al dio Summano un tempio con la sua statua e l’iscrizione, incisa sul basamento: PLUTONI SUMMANO ALIISQ. DIS STYGYIS [Trad.: “A Plutone Summano e alle altre divinità (infere) dello Stige”] Inoltre l’autore riferisce la notorietà del santuario e l’affluenza di fedeli che vi accorrevano da Roma e da varie località dell’Italia. Tra XVI e XVIII secolo, alcuni storici locali e prevosti si interessarono al mistero del “monte pagano” e tramandarono le leggende e dicerie circa il santuario infero; tra questi ricordiamo Barbarano, Sainiello, Castellini e Giordano. Lo storico Mozzi, nei suoi “Cenni storici” asserì di aver visto, nel 1812, le fondamenta e i resti di parte dell’alzato del tempio. Come ultima testimonianza indiretta dell’esistenza di culti pagani sul Summano si annovera la tradizione agiografica di San Prosdocimo, vescovo di Padova, che nel I secolo d.C. distrusse il tempio e la statua di Plutone edificando poi una chiesa dedicata alla Madonna. Gli scavi e le scoperte a Monte Summano La zona del monte Summano presenta alcune testimonianze della frequentazione di genti preistoriche a partire dal IV millennio a.C. La grotta di Bocca Lorenza infatti divenne sede di un culto e in essa, nel 1909 e negli anni ‘60, tornarono alla luce tre asce di rame, utensili di selce, cocci di ceramica di “vasi a bocca quadrata” (VBQ), alcune ossa umane, denti animali e conchiglie forate per essere usate come pendagli. Tutti i reperti rinvenuti nelle campagne di scavi sono stati spartiti tra il Museo Archeologico dell’Alto Vicentino a Santorso (Vi), il Museo di Santa Corona a Vicenza e la collezione privata Cibin. La grotta venne occupata e frequentata dal IV millennio a.C. a fini sepolcrali e/o cultuali arrivando fino al XVII secolo d.C., quando fu utilizzata come riparo temporaneo. Cruciale è l’anno 1932, momento nel quale venne effettuato uno scavo non con finalità archeologiche ma monumentali: venne posta la croce marmorea che ancora oggi sovrasta la vetta. Francesco Rando trascrisse la scoperta di ossa animali combuste, di alcune medagliette e di frammenti ceramici (il tutto perduto) oltre alla presunta sede di un tempietto delle Ninfe Augustee con l’iscrizione votiva e la presenza del sepolcro di un tale Caio Vario Prisco, probabilmente un veterano di Aquileia del I secolo d.C. La cima del monte fu interessata dai rinvenimenti di dieci bronzetti votivi di oranti e figure-divinità recanti simboli di abbondanza. Questi reperti sono andati perduti, tranne tre. (6) Gli ultimi scavi, dal 2008 al 2010, sono stati proficui poiché hanno portato alla luce due statuine d’argento, alte 4 cm. La prima raffigurante un eroe o dio dotato di scudo, asta, corto mantello o leontè (pelle del leone di Nemea, ucciso da Ercole) ed elmo, identificabile quindi con Marte o Ercole. L’altra è una divinità femminile in trono, protettrice della fertilità e dell’abbondanza ma anche legata al mondo ctonio come ricordano i serpenti e la patera per libare (probabilmente si tratta di Cerere o della divinità retico-venetica Reitia). Ho trovato anche molti altri articoli in rete. Tra l'altro sono riuscita a passare anche davanti a Bocca Lorenza, altro luogo molto suggestivo..... Magari un giorno si organizza un escursione, a presto Ro.Sheen
 
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