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quella volta che.....

Post n°11 pubblicato il 18 Maggio 2012 da ladyronzani
 

Ricordo di aver provato la sensazione di un mondo totalmente estraneo e incomunicabile quando da un taxi mi sono fatto lasciare di notte in un quartiere quella vecchia Nanchino.... Naturalmente avevo in tasca il bigliettino dell'albergo scritto in cinese: "se costui si dovesse perdere riportatelo a" che ogni tanto con le dita nella tasca palpavo per assicurarmi della sua presenza, mentre mi guardavo intorno e mi godevo questo sbarco su un pianeta diverso. I segni delle insegne, codici assolutamente incomprensibili, mi davano infatti l'illusione di essere sbarcato su di un altro pianeta e, appassionato come sono di libri di fantascienza, ogni volta che svoltavo dietro un isolato, e un altro mondo misterioso, ermetico e sconosciuto, si manifestava, provavo il piacere dell'avventura fantascientifica. Ma mentre giravo di notte in quel quartiere dove ogni modalità di comunicazione era esclusa, la mia coscienza individuale di esistere si allargava non solo perché capivo che in quei segni c'erano dei messaggi a mia disposizione che avrei potuto cogliere e assoggettare alla mia riflessione se solo avessi appreso a decodificarli, ma la coscienza individuale si allargava soprattutto perché percepivo su di me e facevo mia la violenza dell'analfabetismo e provavo in prima persona il senso di straniamento dalla società che l'analfabetismo produce. Com'è il mondo per gli analfabeti in questa società scritta? Cosa significa essere esclusi dalla comunicazione del sapere scritto?

Essere estraniati dal sapere scritto significa essere esclusi dal pensare altrui, dal contributo di pensieri partoriti ieri, centinaia di anni fa, vicino a casa nostra o lontano 100 miglia. Pensieri altrui contenuti in un normale libro o giornale, oggi fortunatamente Internet, che per i non analfabeti sono messi a disposizione del nostro essere oggi. La percezione di poter essere escluso da quei pensieri a causa dell'analfabetismo mi produsse un senso di vertigine e di smarrimento. Confesso che, colpito dalla vertigine di questa immedesimazione nell'analfabetismo puro, quando vidi un taxi lo fermai immediatamente non perché avessi il timore fisico di quella solitudine del luogo, ma perché mi aveva preso una sorta di angoscia di solitudine intellettuale: era come se tutti i miei libri, gli amici di sempre, fossero deceduti tutti contemporaneamente lasciandomi orfano dei pensieri altrui, e ciò attaccava violentemente la capacità di riflettere.

Leggere infatti significa non solo conoscere, ma mettere in moto costantemente meccanismi di riflessione. Vivere di immagini commentate significa invece appaltare la riflessione al commentatore e soggiacere alle emotività automatizzate. Conoscere il pensiero altrui e riflettere significa conquistare l'uomo altrui, non per niente nel testo sacro della logica indiana (Nyaya) a differenza di quello sacro della logica occidentale (Aristotele) l'opinione dei saggi gioca un ruolo confrontabile al sillogismo. Ma la logica occidentale è strumento utile per coerenza di ragionamento, non per conquista della qualità dei comportamenti, mentre chi più sa, più contribuisce, dice la logica Nyaya. E l'immagine commentata video porta di solito un attacco brutale alla logica. In un bellissimo racconto di Borges, credo 1984, gli immortali rivolgendosi a lui gli ricordano che viveva all'epoca decisamente illogica in cui la gente comprava un prodotto perché chi lo produceva diceva che era il migliore.

[ Umberto Sulpasso - Darwinomics ]

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Commenti al Post:
alfazulu31
alfazulu31 il 25/05/12 alle 16:15 via WEB
Meravigliosa descrizione dello smarrimento di fronte alle culture diverse da quella conosciuta (quanto poi è tutto da discutere). Analfabetismo nel decriptare le "insegne" sconosciute, ma non nel confronto col Nuovo...
 
 
ladyronzani
ladyronzani il 27/05/12 alle 22:33 via WEB
si alfazulu, lo spaesamento dato dal sapere di non avere accesso al sapere di altri, al linguaggio e quindi ai contenuti altrui....ma questo non vuol dire chiusura verso l'altro.. non so se c'eè un nesso, ma mi ricordo a proposito quello che diceva un mio vecchio amico a riguardo degli oggetti che usiamo ogni giorno. Mi ha fatto riflettere sul fatto che usiamo quotidianamente oggetti creati da altri e non ragioniamo sulle storie, la difficoltà, il lavoro che altri uomini hanno dovuto fare nei secoli per crearli...siamo meri usufruitori..ogni tanto però mi fermo a pensare alla genialità, agli sforzi di questi uomini, guardando un oggetto piuttosto di un altro, e che meraviglia di mondi mi appaiono in mente...buone cose alfazulu
 
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Un blog di: ladyronzani
Data di creazione: 01/04/2012
 

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