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“CHE”GUEVARA FALSO E MITO La storia di un generale sanguinario e assassino Scopriamo veramente chi è stato il mito Guevara, il leader comunista cubano da sempre amato da tutte le generazioni che non hanno conosciuto la violenza di un sanguinario al soldo degli U.r.s.s e della sua rivoluzione…REPRESSIVA “…AMO L'ODIO, BISOGNA CREARE L'ODIO E L'INTOLLERANZA TRA GLI UOMINI, PERCHÈ QUESTO RENDE GLI UOMINI FREDDI, SELETTIVI E LI TRASFORMA IN UNA PERFETTA MACCHINA PER UCCIDERE". Ernesto “CHE” Guevara
Ma chi era davvero Ernesto Guevara, al di là di ogni appropriazione indebita (il nomignolo “Che” per alcuni significherebbe “mio”, ma più verosimilmemte, la parola deriverebbe dalla lingua Mapuche e significa "uomo", "persona",e si usa nello spagnolo parlato in Argentina e Uruguay, come se uno dicesse “be’”, “ehi”. ) del personaggio? Era davvero un professionista della guerra che voleva sostituire il “vecchio uomo” con il nuovo o un uomo di pace costretto a fare la guerra per difendere il suo popolo? Oppure, un assetato di potere che sfruttò cinicamente la guerra per la sua carriera politica? Niente di tutto questo si potrebbe rispondere oggi. Nel senso che per lui la guerra non era un “necessario passaggio” verso altro, ma una vera e propria “ragione di vita". Nella sua esistenza rivoluzionaria non smise mai di ripetere uno slogan, che oggi diremmo simile a quello di alcuni fanatici terroristi “alla Osama Ben Laden”: “Il rivoluzionario deve imparare a odiare e a uccidere, uccidere, uccidere". Proprio così, “matar, matar, matar” ripetuto tre volte come una cantilena di morte. Come dimostra anche la sua storia, diventata mito fin dall’incontro con Castro del 1956, in cui Guevara fu scelto da Fidel come “medico della guerriglia". Conosciuto per la sua crudeltà, fu lui uno dei primi ad istituire le fucilazione di massa, come mezzo per eliminare quelli che si opponevano ai suoi metodi crudeli e sanguinari. Sconfitto a Cuba il dittatore Batista, Guevara viene nominato "procuratore" (boia) della prigione della CABANA. La popolazione cubana era in festa, nessuno poteva ancora sapere che i successori di Batista avrebbero portato molti più morti e disperazione che la speranza diuna vita migliore! L'ufficio in cui esercita Guevara, diventa teatro di torture e omicidi tra i più efferati denunciati anche dall’ONU e da Amnesty International. Secondo alcune stime, sarebbero state uccise oltre 20.000 persone, per lo più ex compagni d'armi che si rifiutavano di obbedire e che si consideravano, al contrario del "CHE", democratici e non violenti. Nel 1960 il "pacifista" GUEVARA, istituisce un "campo di concentramento" sulla penisola di GUANAHA,dove trovarono la morte oltre 50.000 persone colpevoli soltanto di non condividere i suoi ideali “comunisti” di "PACE E FRATELLANZA"!! Ma non sarà il solo campo, altri ne sorgeranno come a Santiago di Las Vegas dove c'è il campo Arco Iris, nel sud est dell'isola dove sorge il campo Nueva Vida, e nella zona di Palos dove istituisce il campo Capitolo. Quest'ultimo è un campo speciale per bambini sotto i 10 anni! Se una persona si era resa colpevole di reato a sfondo politico veniva arrestata insieme a tutta la famiglia. La maggior parte degli internati veniva lasciata con addosso le sole mutande, le celle non erano mai pulite, li lasciavano marcire per anni nei propri escrementi in attesa di fucilazione o torture indicibili. Guevara non perde tempo a mettere in pratica il suo"modello sovietico". Successivamente gli fu conferito l'incarico di Ministro dell'Industria e presidente del BANCONACIONAL, la Banca centrale di Cuba. Elogia ( anche se è ignorante in materia economica, tanto ché la banca presto fallì, i soldi sparirono e migliaia di famiglie rimasero fregate da Guevara) l'odio per le proprietà e per lo "sporco" denaro ma sceglie di abitare in una grande e lussuosa casa colonica in un quartiere residenziale a l'AVANA. Impone la povertà forzata alla popolazione mentre lui vive nel lusso più abominevole in cui si possa trovare un COMUNISTA. Nel suo testamento, da buon allievo della scuola Maoista-Leninista del terrore elogia l’odio come metodo per fare dell’ uomo uno strumento di morte (anacronisticamente il “CHE” è ancora per molti e senza ragione, il simbolo del paladino dei poveri e degli oppressi…miracolo della “GRANDE BUGIA COMUNISTA”). "Su tutte le cose dobbiamo mantenere vivo il nostro odio ed incoraggiarlo fino al prossimo è l'odio come fattore di lotta, l'odio intransigente verso il nemico che porta l'essere umano oltre i suoi limiti e lo trasforma in un freddo e selettivo macchinario per uccidere." Queste idee sono frutto dello stesso uomo che per oltre 30 anni è stato falsamente mitizzato come simbolo di pace e uguaglianza, di amore per il prossimo e di fratellanza. Guevara si adopera a diffondere sistematicamente la guerriglia in giro per il mondo. Nel 1963 è in Algeria dove si unisce a Dèsirè Kabila, un marxista, grande sterminatore di popolazioni civili. Il suo continuo desiderio di diffusione per la lotta armata, lo porta del 1967 in Bolivia dove si allea col Partito Comunista Boliviano ma non riceve alcun appoggio da parte della popolazione locale, nessuno di loro si unisce alla sua unità di guerriglieri. Isolato e braccato, Ernesto Guevara De La Serna detto "CHE", viene catturato dai miliziani locali boliviani e giustiziato il 9 ottobre 1967. Molti lati di questa vicenda non furono mai chiariti come non si saprà mai quali responsabilità ha avuto Fidel Castro nella morte del "CHE". Di tutto questo orrore sopra descritto non si è mai saputo niente di ufficiale fino alla grande fuga del popolo cubano, ma adesso che è tutto noto e chiaro, nonostante questo, ci sono ancora migliaia di imbecilli passati dal falso mito del “68, dall’eschimo degli anni della contestazione sino al terrorismo degli anni di piombo che per moda, ignoranza e non ultimo perché fa tanto chic (gli stessi che inneggiano ancora il marxismo senza aver neanche letto il capitale ed essendo passati al limite per le poche pagine del Manifesto…) che esaltano senza sapere questo criminale.
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Speriamo che a qualcosa servano, questi dati di DiarioAperto: a capirne di più, a permettere di interpretare più approfonditamente quel cambiamento sociale in atto che passa anche tramite i blog in italiano linkati tra di loro, tra i loro autori e i loro lettori.
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