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Articolo abbastanza interessante perché tocca ad un oggetto...
Inviato da: ocelot9
il 11/05/2007 alle 23:07
 
interessante articolo
Inviato da: ocelot9
il 08/05/2007 alle 00:19
 
 

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Post n°1 pubblicato il 03 Maggio 2007 da maxromero0

Il articolo che acontinuacione è presentato si ha ottenuto della Web molecularla.it, pubblicato il giorno 23/4/07:

Nuove scoperte sul virus dell'HIV

Scoperta una molecola che blocca l'ingresso del virus nelle cellule e un meccanismo che lo rende più aggressivo


Due nuove scoperte che riguardano la lotta all'Aids arrivano dalla Germania e dall'Italia.

Frank Kirchhoff ricercatore dell'Università di Ulm in Germania ha isolato, dal sangue umano, una molecola efficace contro i ceppi del virus Hiv più forti, che resistono ai farmaci usati oggi per la cura dell'infezione. Si chiama "Virus-Inhibitory Peptide" (VIRIP) ed è un peptide in grado di bloccare l'ingresso dell'Hiv nelle cellule umane. Per questo motivo, lo stesso Kirchhoff sostiene che la scoperta potrebbe condurre allo sviluppo di nuovi farmaci attivi anche contro i ceppi del virus farmaco-resistenti.

Mauro Moroni, direttore dell'Istituto di malattie infettive dell'Ospedale Sacco di Milano, conferma l'importanza della scoperta: "Si tratta di un grande progresso perchè VIRIP è la prima molecola naturale scoperta in grado di impedire l'infezione impedendo l'ingresso del virus nelle cellule immunitarie". E' necessario però avere cautela perchè è necessario capire se e quali sviluppi avrà questa scoperta.

VIRIP funziona bloccando il virus dell'Aids agendo sulla glicoproteina virale gp41 (proteina di fusione) che è indispensabile al virus Hiv per entrare nelle cellule immunitarie e infettarle ricavandosi un ingresso nella loro membrana. VIRIP blocca l'azione "penetrante" di gp41 e impedisce così al virus di entrare.

Attualmente il virus Hiv viene tenuto sotto controllo con un cocktail di farmaci antiretrovirali, il problema principale di questa terapia è la possibile insorgenza di fenomeni di resistenza a questi farmaci.

Poichè i pazienti sieropositivi sono principalmente persone giovani e quindi con un'aspettativa di vita elevata - spiega Moroni - è facile che nel tempo il virus che li ha contagiati acquisti delle resistenze ai farmaci. Per questo è necessario trovare nuove molecole per creare nuove terapie contro il virus Hiv.

Prosegue l'esperto: "alcune persone sieropositive controllano bene l'infezione anche per 10-15 anni senza terapie con farmaci antiretrovirali: si tratta dei cosidetti "long term not progressors". Nell'organismo di queste persone sono potenzialmente presenti armi naturali contro il virus. Ed è proprio cercando queste armi che i ricercatori tedeschi hanno individuato VIRIP che ha mostrato possedere proprietà di bloccare il virus, anche per i ceppi resistenti. VIRIP è piuttosto abbondante nel sangue e, con una piccolissima modifica, le sue proprietà si amplificano di due ordini di grandezza.

Nonostante il meccanismo d'azione di VIRIP non sia del tutto nuova (alcuni farmaci antiretrovirali - detti inibitori di fusione - agiscono proprio sullo stesso bersaglio, gp41), la scoperta importante è che si tratta di una molecola naturale.

Questa scoperta, pubblicata su Cell, potrebbe condurre a nuova generazione di farmaci anti-Hiv.

Su un altro fronte, un team di ricercatori del Dipartimento di Istologia, Microbiologia e Biotecnologie mediche di Padova, in collaborazione con esperti della Harvard Medical School di Boston e l'Imperial College di Londra, ha scoperto un meccanismo che rende l'Hiv più infettivo.

Secondo lo studio la proteina cellulare Dinamina 2 (Dyn2), presente in tutte le cellule dell'organismo, interagendo con la proteina virale Nef dell'Hiv, ne aumenta l'infettività. Gli autori dello studio spiegano che Nef è una proteina accessoria che ha un ruolo di rilievo in alcune fasi del ciclo di replicazione del virus e nello sviluppo della patologia associata all'Aids. Infatti mutanti virali privi di Nef sono associati a pazienti infetti con una ridotta patogenicità (pazienti che, nel lungo periodo, non preogrediscono nell'Aids conclamato).

Per ora però non sono conosciuti i meccanismi con cui questa proteina influenza la capacità del virus di infettare le cellule.

Il team italiano (formato da Giorgio Palù, Arianna Calistri, Massimo Pizzato e Alessia Zamborlini) insieme a quelli americani e inglesi, con la loro scoperta aprono nuove prospettive per la messa a punto di nuove terapie, e in particolare per la formulazione di un vaccino. Vaccinazione che, ogni giorno, diventa sempre più importante visti i dati allarmanti diffusi dall'OMS: 38.6 milioni di persone infettati dal virus, di cui circa 4 milioni di nuovi infetti.

Quest'ultimo studio è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America (PNAS).

 
 
 
 
 

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