INDIAN DREAMS
GRANDE SPIRITO HO BISOGNO DI TE'
...GRANDE SPIRITO HO BISOGNO DI TE'...
THE DEEP SPIRIT OF NATIVE
GRAZIE RICKY !!!
MANIFESTO DEI DIRITTI DELLA TERRA
UNA LEGGENDA
La leggenda della Luna Piena
In una calda notte di luglio di tanto tempo fa un lupo, seduto sulla cima di un monte, ululava a più non posso. In cielo splendeva una sottile falce di luna che ogni tanto giocava a nascondersi dietro soffici trine di nuvole, o danzava tra esse, armoniosa e lieve. Gli ululati del lupo erano lunghi, ripetuti, disperati. In breve arrivarono fino all’argentea regina della notte che, alquanto infastidita da tutto quel baccano, gli chiese: - Cos’hai da urlare tanto? Perché non la smetti almeno per un po’?- - Ho perso uno dei miei figli, il lupacchiotto più piccolo della mia cucciolata. Sono disperato… aiutami! - rispose il lupo. La luna, allora, cominciò lentamente a gonfiarsi. E si gonfio, si gonfiò, si gonfiò, fino a diventare una grossa, luminosissima palla. - Guarda se riesci ora a ritrovare il tuo lupacchiotto - disse, dolcemente partecipe, al lupo in pena. Il piccolo fu trovato, tremante di freddo e di paura, sull’orlo di un precipizio. Con un gran balzo il padre afferrò il figlio, lo strinse forte forte a sé e, felice ed emozionato, ma non senza aver mille e mille volte ringraziato la luna. Poi sparì tra il folto della vegetazione. Per premiare la bontà della luna, le fate dei boschi le fecero un bellissimo regalo: ogni trenta giorni può ridiventare tonda, grossa, luminosa, e i cuccioli del mondo intero, alzando nella notte gli occhi al cielo, possono ammirarla in tutto il suo splendore. I lupi lo sanno… E ululano festosi alla luna piena. |
GRAZIE MONY !!!
Grazie Mony
Un Abbraccio Infinito ...
AURORA
La leggenda dell'aurora
Molto tempo fa in questo paese era buio fitto. Gli abitanti, tennero un'assemblea e decisero che occorreva una persona che fosse veloce a correre.: Scelsero Ghiandaia Azzurra. |
INDIANI AQUILA
Saggezza di un Grande Capo |
"Sono un Pellerossa e non comprendo nulla. Noi preferiamo il soave sussurro del vento sull'acqua rinfrescato dalla pioggia di mezzogiorno o profumato dall'aroma di pino...
Gli uomini bianchi comprano le nostre terre come si può comprare o vendere il firmamento? o il calore della terra? Se non siamo padroni della freschezza dell'aria, nè del rumore dell'acqua, voi come farete a comprarli?
Ogni zolla di questo terreno è sacra alla mie genti. L'acqua limpida che scorre nei fiumi e nei ruscelli è anche il sangue dei nostri antenati. Se vi vendiamo le nostre terre, dovete ricordare che sono sacre, e che ogni riflesso , ogni gorgoglio dell'acqua del lago e dei ruscelli racconta la vita della nostra gente. La voce dell'acqua è la voce del padre di mio padre." (Parole del Capo Indiano Noah Sealth) |
SAKAGAWEA BIOGRAFIA 1
Sacajawea nacque nella tribù Agaidika ("mangiatori di salmoni" nell'idioma indigeno) dei Shoshoni i quali vivevano tra i torrenti Kenney e Agency, vicino a quella che oggi è Tendoy, in Idaho[2]. Quando raggiunse i dodici anni venne rapita assieme ad altre ragazze da un gruppo degli Hidatsa durante una battaglia che vide la morte di quattro uomini, quattro donne e molti giovani dei Shoshoni[3]. Sacajawea in seguito fu trasferita in un villaggio Hidatsa presso l'odierna Washburn, in Dakota del Nord.
All'età di tredici anni divenne la moglie di Toussaint Charbonneau, un commerciante di pelli francese che viveva nel villaggio, il quale già aveva un'altra moglie di nome Otter Woman. Si pensa che Charbonneau abbia comprato entrambe le "mogli" dalla tribù oppure che abbia vinto Sacajawea al gioco.
SAKAGAWEA BIOGRAFIA 2
Sacajawea rimase gravida nel periodo in cui il "Corpo di Esplorazione" arrivò nelle vicinanze del villaggio Hidatsa per passare il loro inverno a cavallo tra gli anni 1804 e 1805. In quel luogo i capitani Lewis e Clark costruirono il forte Mandan e si informarono tra i vari commercianti se ve ne fosse stato qualcuno in grado di aiutarli da lì in avanti con delle traduzioni fungendo da interprete. I due esploratori convennero per reclutare Charbonneau ed in seguito scoprirono che sua moglie era in grado inoltre di parlare la lingua Shoshoni. Ben presto capirono che avrebbero avuto bisogno di questa coppia per raggiungere la sorgente del Missouri. Il 4 novembre 1804 Lewis registrò nel suo diario di viaggio:
« Un francese di nome Chabonah, che parla la lingua Big Belley, ci è venuto a trovare, desidererebbe essere ingaggiato e ci ha fatto sapere che ha due donne con sé che sono indiane snake, lo abbiamo ingaggiato ed abbiamo portato con noi una delle sue mogli come interprete...[4] » | |
(Meriwether Lewis) |
Una settimana dopo Sacajawea e Charbonneau entrarono stabilmente nel forte e Lewis stesso poté assistere al parto di Jean-Baptiste l'11 febbraio 1805. Clark e gli altri soprannominarono il neonato "little pomp" o "pompy" col significato di "primogenito". In aprile il corpo di spedizione lasciò il forte ed iniziò la risalita del fiume Missouri tramite piroghe.
SAKAGAWEA BIOGRAFIA 3
Il 14 maggio 1805 Sacajawea riuscì nell'impresa di recuperare degli oggetti che erano caduti in acqua dopo il rovesciamento di una barca tra i quali vi erano anche il diario ed i rapporti dei due capitani. Questi ultimi elogiarono particolarmente l'avvenimento e nominarono il corso d'acqua "fiume Sacagawea" in suo onore.
Nell'agosto 1805 incontrarono una tribù Shoshoni e tentarono di proporre degli scambi per ottenere dei cavalli per poter attraversare i passi tra le Montagne Rocciose. Sacajawea, che in quell'occasione si rivelò essere la sorella del capo-tribù di nome Cameahwait, si fece avanti nel ruolo di traduttrice. La registrazione di Lewis attesta:
« poco dopo l'arrivo del Cap. Clark con l'interprete Charbono, e la donna indiana, la quale si dimostrò essere la sorella del capo Cameahwait, i rapporti con questa gente diventarono veramente affettuosi, in particolare tra Sah-car-we-ah ed una donna indiana che era stata fatta prigioniera con lei ed in seguito, scappata dai Minnetares, e si era riunita con il suo popolo...[5] » | |
(Meriwether Lewis) |
Il 20 novembre, nel momento in cui erano ormai prossimi alla foce del fiume Columbia, Sacajawea si privò della sua cintura per permettere ai capitani di poter trattare l'acquisto di una pelliccia che avrebbe dovuto essere un regalo per il presidente Jefferson[6].
SAKAGAWEA BIOGRAFIA 4
In gennaio, quando l'oceano Pacifico era stato raggiunto e la truppa stava svernando a forte Clatsop, una carcassa di balena si arenò sulla spiaggia e Sacajawea insistette in maniera ostinata per poter vedere quella che per lei era una grande meraviglia. Durante il viaggio di ritorno consigliò inoltre a Clark di passare le Montagne Rocciose in quello che oggi è noto come passo Bozeman, in seguito scelto anche dalla "Northern Pacific Railway" (Ferrovia del Nord Pacifico) come passaggio opzionale per attraversare la suddetta catena montuosa.
Malattia e morte [modifica]Charbonneau e Sacajawea dopo la spedizione passarono 3 anni tra gli Hidatsa prima di accettare l'invito di Clark e di stabilirsi a St. Louis nel 1809. La coppia affidò l'educazione di Jean-Baptiste a Clark il quale lo iscrisse alla Saint Louis Academy. Poco dopo il 1810 (non si conosce la data precisa) Sacajawea diede alla luce sua figlia Lisette.
Secondo dei documenti storici Sacajawea morì nel 1812 di una malattia sconosciuta. Un rapporto di Henry Brackenridge, un commerciante di pelli, stabilisce che sia Sacajawea che suo marito vivevano a forte Manuel Lisa sul fiume Missouri nel 1811. Egli scrisse anche che Sacajawea "si era ammalata e desiderava rivedere la sua terra natale". L'anno seguente un altro rapporto, redatto dal prete John Luttig, testimonia che "la moglie di Charbonneau, una snake squaw (il termine usato per definire gli indiani Shoshoni), morì di febbre all'età di circa 25 anni lasciando una piccola figlia"[7].
Pochi mesi dopo il forte Lisa subì un attacco da parte dei nativi e quindici uomini persero la vita. John Luttig e la piccola Lisette sopravvissero mentre si pensa che Touissant Charbonneau fu ucciso in quest'occasione. Il fatto che tra i documenti di Clark non vi sia nessun riferimento a Lisette lascia presumere che quest'ultima non sia sopravvissuta oltre l'infanzia.
SAKAGAWEA BIOGRAFIA 5
Le notizie storiche affidabili riguardanti Sacajawea sono veramente limitate. La sua partecipazione alla spedizione e la carenza di registrazioni ufficiali che la riguardano hanno portato alla creazione di un mito.
Secondo alcune storie tramandate oralmente dai nativi americani si dice che Sacajawea anziché morire nel 1812 lasciò il marito e si imbatté in una tribù nelle Grandi Pianure durante il tragitto per il ritorno alla sua terra. Qui si sposò e lasciò in seguito la tribù, dopo l'uccisione del marito, per proseguire il suo ritorno verso i Lehmi Shoshoni nel Wyoming.
Una donna Shoshoni di nome Porivo (donna-capo) morì nella riserva indiana di Wind River nel Wyoming, il 9 aprile 1884. Il reverendo che officiò al suo funerale comunicò dopo le esequie che la donna in questione era la nota Sacajawea.
Nel 1925 un fisico Sioux, il dottor Charles Eastman, venne incaricato dall'Ufficio degli Affari Indiani di localizzare i resti di Sacajawea. Eastman fece visita a varie tribù indiane interrogandole su chi avesse avuto notizie di Sacajawea. Nella ricerca tralasciò comunque la tribù dove Sacajawea passò l'infanzia, gli Agaidika, e quella dove morì Porivo, la donna indiana creduta Sacajawea. La sua conclusione fu che l'ipotesi relativa a Porivo fosse veritiera. Nel 1963 nella riserva indiana vicino a Lander, nel Wyoming, venne eretto un monumento a "Sacajawea degli Shoshoni" sulla base di questa affermazione[8].
SAKAGAWEA BIOGRAFIA 6
Alcune "invenzioni" riguardo alla spedizione vorrebbero Sacajawea coinvolta sentimentalmente con i capitani Lewis e Clark. I diari mostrano in effetti che Sacajawea era molto legata a Clark e spesso gli faceva dei favori, ma l'esasperazione verso un rapporto sentimentale fa parte dei romanzieri che hanno scritto in periodo molto distante da quello della spedizione. La storia del viaggio inoltre è rappresentata nel film western "I due capitani" del 1955.
EtimologiaUna lunga diatriba si svolge da diverso tempo riguardo l'etimologia e la corretta pronuncia del nome dell'amerinda.
SacagaweaSacagawea è in assoluto la versione più utilizzata e si pronuncia con la "g" dura. Gli stessi Lewis e Clark nel loro diario la chiamano in questo modo per ben 17 volte. La scrittura "Sacagawea" fu accettata nel 1910 dall'Ufficio Etnologico degli Stati Uniti ed è stata scelta anche per essere rappresentata sul dollaro commemorativo. Naturalmente è utilizzata anche da altre fonti e da moltissimi studiosi di storia[9].
SAKAGAWEA BIOGRAFIA 7
Sakakawea deriva dalla parola Hidatsa "tsakáka wía" (donna-uccello) ed è il nome più usato dopo Sacagawea oltre ad essere utilizzato dalle "Tre Tribù Affiliate"[10], la Hidatsa la Mandan e la Arikara. Questa scrittura è diffusa in tutto il Dakota del Nord dove ha dato anche il nome ad un lago. Non meno importante è il fatto che sia la versione più condivisa tra gli specialisti. Inoltre la Società di Storia del Dakota del Nord (North Dakota State Historical Society) ha trovato dei riferimenti[11] a questo tipo di scrittura, proprio tra le registrazioni del viaggio, secondo le quali Charbonneau spiegò ai membri della spedizione che il nome di sua moglie significava "donna-uccello" ed in aggiunta Lewis scrive di lei utilizzando due modi, tra i quali questo.
Sacajawea
Sacajawea o Sacajewea si dice derivi dalla parola del linguaggio Shoshoni che significa "colei spinge/tira la barca" ed è l'appellativo preferito dalla tribù dei Lemhi Shoshoni i quali sostengono che i rapitori Hidatsa avrebbero semplicemente cambiato il suo nome adattandolo al loro dialetto[12]. Il nativo americano dell'Idaho John Rees si interessò dei fondamenti di questa etimologia nel 1920 ed in un'edizione ripubblicata nel 1970 col titolo di "Madame Charbonneau" sostenne con varie argomentazioni questa tesi[13].
SAKAGAWEA BIOGRAFIA 8
La parola Sacajawea, usata negli insegnamenti fino al tardo XX secolo, è ormai considerata errata dalle moderne accademie. Il professor Liljeblad dell'Università di Stato dell'Idaho sostiene che sia improbabile che la parola Sacajawea derivi dalla lingua Shoshoni in quanto potrebbe avere delle attinenze con la parola "saiki" (barca) ma il resto del nome risulterebbe incomprensibile a qualsiasi nativo di quella tribù.
Rozina George, lontana parente di Cameahwait (fratello di Sacajawea), sostiene che la tribù dei Lemhi non riconosce la scrittura Sacagawea e nemmeno la relativa pronuncia[3]. La prova viene mostrata dalle scuole e dalle aree commemorative dell'area le quali riportano tutte il nome Sacajawea.
In conclusione possiamo notare come vi siano molte parole Shoshoni che possono essere legate etimologicamente a questo nome e probabilmente non si riuscirà mai ad ottenere una risposta definitiva.
FOTO 4
SIOUX CITY E CAVALLO PAZZO
(Donna Bisonte Bianco)
FRASE 1
Lungo il cammino delle vostra vita fate in modo di non privare gli altri della felicità. Evitate di dare dispiaceri ai vostri simili ma, al contrario, vedete di procurare loro gioia ogni volta che potete!
( Sioux )
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Solo dopo che l'ultimo albero sarà abbattuto, Solo dopo che l'ultimo lago sarà inquinato,Solo dopo che l'ultimo pesce sarà pescato,Voi vi accorgerete,che il denaro non può essere mangiato Profezia Cree
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