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Associazione radicale antiproibizionisti

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Antiproibizionismo, Partito Radicale Transnazionale, politiche sulla droga / parte 1

Post n°35 pubblicato il 28 Luglio 2010 da dinaforever
Foto di dinaforever

Un saluto a tutti gli ospiti e particolarmente a quelli di altri paesi, ai miei compagni transnazionali; un saluto alle interpreti, buongiorno e buon lavoro.

Questo è il mio primo intervento per il PRT, ed è una relazione. L'argomento della mia relazione è come la visione antiproibizionista radicale si stia rivelando, nella lunga durata, ragionevole e razionale e come questo può servirci nell'analisi che ieri abbiamo intrapreso in questo Consiglio Generale. Per svolgerla, prenderò spunto dai nuovi sviluppi nelle politiche sulle droghe nei paesi latino americani e in Portogallo, integrando con casi e dati da altre parti del mondo.
E' necessario ricordare che cosa è l'antiproibizionismo radicale e come si è sviluppato nel tempo e nello spazio, seppure in modo sintetico e non del tutto dettagliato. La battaglia radicale sull' antiproibizionismo inizia in Italia molti anni fa; fra le prime azioni radicali su questo argomento, la disobbedienza civile di Marco Pannella, nel 1975. In quell' anno, per la legge italiana, che risale al 1954 non c'è differenza tra droghe leggere e pesanti, né tra spacciatore e consumatore.
Il Partito radicale è impegnato per la riforma della legge sulla droga e in particolare per impedire l'ingresso nel circuito carcerario e criminale dei consumatori di stupefacenti e dei tossicodipendenti. Il 2 luglio 1975 Marco Pannella convoca una conferenza stampa a Roma nel corso della quale fuma una sigaretta con hashish in pubblico; immediatamente arrestato e portato in carcere, riesce così ad aprire il dibattito pubblico sull'argomento.
Il commissario di polizia Ennio di Francesco che lo arresta, gli invia nei giorni seguenti un telegramma di solidarietà per il valore dell'iniziativa e viene rimosso dal suo incarico.
"Si trattava di far uscire dal carcere, allora, un gruppo di ragazzi. I ragazzi uscirono. Noi non facemmo dimostrazioni pubbliche a quell'epoca perchè, dopo 40 giorni, di 170 ragazzi detenuti ne rimasero in carcere solo 17".
A quella disobbedienza civile molte altre sono seguite e forse non tutti i nostri compagni non italiani sanno che alcuni dirigenti radicali, Marco Pannella e Rita Bernardini per primi, ma anche Sergio Stanzani, non possono essere candidati alle elezioni amministrative per questo motivo. Di pochi giorni fa un tentativo di estendere tale impedimento anche alle elezioni politiche.
Le persone che hanno partecipato alle disobbedienze civili sono 43; la maggior parte delle disobbedienze civili si sono svolte in Italia, mentre il 20 dicembre 2001 a Manchester (UK), alla Stazione di Polizia di Stockport, Marco Cappato compì una cessione di cannabis in solidarietà con il deputato Chris Davies, arrestato per lo stesso motivo.
Un altro arresto, nel novembre del 1990, a New York: Emma Bonino distribuisce siringhe sterili e monouso, per denunciare il divieto che impedisce ad oltre 175mila tossicodipendenti sieropositivi new-yorchesi di acquistare siringhe se non dietro ricetta medica.
Quando si parla di antiproibizionismo radicale non si può limitare però il discorso alle politiche sulle droghe. Era il giugno del 1975 quando Emma Bonino veniva arrestata per disobbedienza civile contro la legge di allora, che vietava l'aborto. Con lei vengono arrestati anche Adele Faccio, Giorgio Conciani e Gianfranco Spadaccia. L'accusa è procurato aborto. Quegli arresti sono il detonatore per imporre l'attualità di una tragedia, quella dell'aborto clandestino, che fino a quel momento tutti, ad esclusione dei radicali, ipocritamente preferivano ignorare. Grazie alla campagna radicale si apre un dibattito politico che porterà alla regolamentazione legislativa dell'interruzione di gravidanza.
Come per la droga, lo scopo non era certo quello di incentivare l'aborto o l'uso di droga; lo scopo era di limitare i danni delle politiche proibizioniste. La stesso ragionamento espresso in anni più recenti da Luca Coscioni, leader della battaglia per la libertà di ricerca scientifica e per la libertà di cura e terapia. Lo stesso ragionamento che ha visto i radicali, guidati in quella lotta da Piero Welby, battersi per la legalizzazione dell'eutanasia.
Ma torniamo al tema delle droghe. Quando molti decenni fa Marco Pannella dichiarava che se dovevamo fare una previsione di come ci sarà una metamorfosi del male totalitario fascista, comunista e via dicendo, il proibizionismo sarebbe stato la nuova reincarnazione di quello che è stato battuto, aveva visto giusto.

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