Creato da: dinaforever il 26/02/2008
Associazione radicale antiproibizionisti

BLOG'S LEFT SIDE     

                                          l'altra parte del blog

 

 

 

FACEBOOK

 
 
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

 

 
« ANTIPROIBIZIONISMO RADIC...DAL RAPPORTO di NESSUNO ... »

DAL RAPPORTO "NESSUNO TOCCHI CAINO" 2010 - LA PENA DI MORTE PER DROGA NEL MONDO / 2

Post n°37 pubblicato il 31 Luglio 2010 da dinaforever

 ... Il 26 novembre 2009, l'agenzia di stampa ufficiale ISNA ha reso noto che un cittadino afghano, identificato come Mohammad S. e conosciuto anche come Fattah, era stato impiccato per traffico di droga. L'esecuzione è avvenuta nel carcere della città di Amol, nel nord del Paese. L'uomo era stato riconosciuto colpevole del traffico di 472 grammi di eroina.
Il 16 dicembre 2009, quattro uomini sono stati impiccati per traffico di droga. I primi tre sono stati giustiziati nella prigione di Zahedan, capoluogo della provincia sudorientale del Sistan-Baluchistan, ha reso noto l'agenzia di stampa ufficiale IRNA citando la magistratura del Baluchistan. I tre sono stati identificati come Mosa M., condannato per possesso e traffico di 84 chili di eroina e 921 di oppio, Khaleghdad F., per traffico e occultamento di 49,5 chili di eroina e 98 di oppio e Ghader M., per traffico di 745 chili di eroina e 465 di oppio. L'agenzia di stampa governativa FARS ha riportato che un quarto uomo identificato come Omid A., anche conosciuto come Sardar Bozorg, era stato impiccato nella prigione di Kerman, nel sud-est dell'Iran. Era stato condannato per traffico di droga e per aver attentato alla sicurezza nazionale.
Il 20 dicembre 2009, tre uomini sono stati impiccati al mattino nel carcere di Isfahan. Lo ha rivelato il sito ufficiale della magistratura della città, che ha identificato i tre uomini come Ghodrat Gh., 55 anni, condannato per traffico di 141,5 chilogrammi di oppio, Khan Mohammad Daraei di età non menzionata per detenzione di 120 grammi di crack, 2 grammi di marijuana, per aver venduto 15 grammi di eroina e per essere un tossicodipendente, e Mostafa Ch., condannato per detenzione di 135,4 grammi di eroina, 35,6 grammi di oppio e dipendenza da oppio.

La "guerra alla droga" in Iran è continuata nel 2010.
Il 9 gennaio 2010, sei uomini sono stati impiccati per traffico di droga nella città di Isfahan. Le esecuzioni sono avvenute la mattina presto in un carcere, ha riferito la televisione di stato, secondi cui i sei, che non sono stati identificati, avrebbero utilizzato uniformi dei Guardiani della Rivoluzione e ordini contraffatti per i loro traffici illeciti.
Il 20 febbraio 2010, tre uomini sono stati impiccati in due diverse città dell'Iran, dopo essere stati riconosciuti colpevoli di traffico di droga. I primi due, identificati come Abdollah A., 43 anni, e Mehdi S., 36, sono stati impiccati la mattina presto nel carcere di Isfahan, ha reso noto il quotidiano Kayhan, secondo cui un terzo uomo, identificato come Dadollah Moradzadeh, è stato messo a morte alle 11 di mattina nella prigione di Zahedan.
Il 25 febbraio 2010, cinque uomini sono stati impiccati in un carcere di Kerman dopo essere stati riconosciuti colpevoli di traffico di droga e detenzione di armi. Quattro dei cinque giustiziati sono stati identificati come Rouhollah Kh., Saeed M., Shokrollah N. e Zabihollah Kh.
L'8 marzo 2010, l'agenzia ufficiale IRNA ha riportato che due persone erano state impiccate nella provincia del Lorestan, dopo essere state riconosciute colpevoli di traffico di droga. I due giustiziati sono stati identificati dall'agenzia solo come Gh. B. e H. R., le cui impiccagioni sono avvenute a Khorramabad, capoluogo provinciale.
Il 10 marzo 2010, tre uomini sono stati impiccati in due diverse città per traffico di droga. Uno è stato impiccato in pubblico ad Ahvaz. L'agenzia di stampa ufficiale IRNA lo ha identificato solo come S. M., la cui esecuzione è avvenuta in via Ramedan in città. Gli altri due sono stati impiccati nel carcere di Qom, ha riportato l'agenzia ufficiale FARS, che ha identificato i due giustiziati come Hamid Kh. e Zeinolabedin Gh.
L'8 aprile 2010, dieci persone di cui non sono state fornite le generalità sono state impiccate per traffico di droga in quattro diverse città iraniane. Cinque sono state impiccate la mattina presto in carcere a Mashhad. Tre uomini sono stati impiccati nel carcere della città di Taibad. Altre due persone sono state impiccate nelle città di Behbehan e Shadegan, nella provincia sud-occidentale del Khuzestan. Secondo altre fonti, il prigioniero giustiziato a Behbehan sarebbe in realtà stato eliminato perché oppositore politico.
L'11 aprile 2010, tre uomini sono stati giustiziati nel cortile della prigione di Isfahan per reati legati alla droga, ha riportato l'agenzia di stampa ufficiale FARS. Il primo dei giustiziati è stato identificato come Morteza, 40 anni, condannato a morte per acquisto e detenzione di 3.188 grammi di crack e a 60 frustate e 60 milioni di rials di multa per traffico di oppio, oltre a 10 frustate e 5 milioni di rials per tossicodipendenza. Il secondo, Ghader, 32 anni, era stato condannato a morte e alla confisca dei beni per detenzione e trasporto di 1.030 grammi di crack. L'ultimo, Gholamreza, 38 anni, era stato condannato a morte e alla confisca delle proprietà per aver preso parte all'acquisto e traffico di 9 chili di crack.
Il 19 aprile 2010, l'agenzia iraniana ISNA ha riportato le esecuzioni di quattro uomini, avvenute in un carcere della provincia di Kerman per traffico di droga. I quattro uomini sono stati identificati come Mehdi N., Feizollah B., Nazar B. e Gholam H.
Il 29 aprile 2010, un uomo è stato impiccato nella prigione di Ardebil per il possesso di 1,23 chili di eroina, ha riportato l'agenzia FARS senza identificarlo.
L'8 maggio 2010, sei persone sono state impiccate a Karaj dopo essere state condannate a morte per traffico di droga. Lo ha riferito l'agenzia ufficiale IRNA, precisando che le esecuzioni hanno avuto luogo di mattina nel carcere della città, situata a ovest di Teheran. La stessa fonte ha identificato i giustiziati come Arsalan Asadi, Mohammad Ali Fakhri, Abbas Geravand, Rahman Biabani, Saeed Mikaili e Parviz Taghizadeh.
Il 18 maggio 2010, due uomini sono stati impiccati nella Prigione Centrale di Isfahan, dopo essere stati riconosciuti colpevoli di traffico di droga. La notizia è stata riportata dall'agenzia ufficiale iraniana FARS, riprendendo l'Ufficio del Procuratore della provincia di Isfahan che identifica i due giustiziati solo come Murtaza e Azizullah.
Il 20 maggio 2010, un uomo è stato giustiziato in pubblico ad Ahwaz, dopo essere stato riconosciuto colpevole di traffico di droga. La notizia è stata riportata dall'agenzia ufficiale FARS, che identifica l'uomo solo con le iniziali A.A., arrestato con 1,375 chili di eroina.
Il 23 maggio 2010, un uomo identificato come S. R. è stato impiccato nel carcere Karoun della città di Ahwaz. Era stato condannato per possesso di 675 grammi di eroina, secondo quanto riportato dal sito web ufficiale della magistratura del Khuzestan.
Il 25 maggio 2010, quattro persone sono state impiccate nella prigione della città di Yazd dopo essere state condannate a morte per traffico di droga. Lo ha riportato il sito ufficiale della magistratura di Yazd, secondo il quale tre uomini, identificati come A. Sh., Kh. N. e M. B., erano stati condannati per il possesso di 67 chili di crack, 120 chili di marijuana, 36 chili di oppio e 7 chili di eroina, mentre la quarta persona, identificata come M. M. era stata condannata per il traffico di 125 chili di oppio.
Il 29 maggio 2010, un cittadino afghano di 26 anni, identificato come Nour Jamal S., è stato impiccato all'alba nella prigione di Isfahan, ha riportato la Isfahan Metropolis News agency (IMNA), che ha ripreso un comunicato della magistratura di Isfahan. L'uomo era stato condannato per traffico di 1.385 chili di crack.
Il 31 maggio 2010, nove persone sono state impiccate per traffico di droga in due diverse città. Due persone sono state impiccate nella prigione di Shirvan, nella provincia del Khorasan, ha riportato l'agenzia ufficiale ISCA. Le identità dei giustiziati non sono state fornite, inoltre le accuse non sono state confermate da fonti indipendenti. Altre sette persone originarie della provincia afghana di Herat ai confini dell'Iran, sono state impiccate nella prigione di Taibad.
Il 4 giugno 2010, un uomo di 36 anni identificato come Jalil B. è stato impiccato nel carcere della città di Mianeh, nella provincia dell'Azerbaijan Orientale. Secondo l'agenzia ufficiale INA, l'uomo era stato condannato per possesso e traffico di 4,5 chili di crack e 200 grammi di oppio.
Il 6 giugno 2010, un uomo è stato impiccato di mattina nel carcere di Isfahan dopo essere stato condannato per traffico di droga. La notizia è comparsa sul sito ufficiale della magistratura locale, che identifica il giustiziato solo come Reza A, di 26 anni. Era stato riconosciuto colpevole del possesso di 172 grammi di crack.
Il 7 giugno 2010, tredici persone sono state impiccate di mattina nel carcere di Ghezel Hesar, nel settore ovest di Teheran. Lo ha reso noto il gruppo Iran Human Rights sulla base di fonti ritenute attendibili. Le impiccagioni sono state confermate anche dal sito web dell'avvocato per i diritti umani Mohammad Mostafaei, secondo cui i 13 erano stati condannati a morte per traffico di droga. Dieci di loro sono stati identificati in: Ahmad Shah Bakhsh, Abdolhossein Soltanabadi, Masoud, Amir K., Kazem Tashaki, Mohammad Azarfam, Mohammad Jafari, Nader Azarnoush, Sanjar Totazehi e Baghi Amini. Sempre Iran Human Rights, il 6 giugno, aveva diffuso la notizia del trasferimento di 26 detenuti nelle celle di isolamento del carcere di Ghezel Hesar, operazione che di solito precede le esecuzioni capitali. Gli organi di stampa ufficiali non hanno dato notizia delle 13 esecuzioni.
L'8 giugno 2010, il giornale governativo Iran ha riportato che erano state impiccate cinque persone, tra cui un uomo identificato per nome, Masoud di 33 anni, che sarebbe stato condannato per traffico di droga. L'agenzia ufficiale FARS ha reso noto che le esecuzioni sono avvenute nel carcere di Qom, a sud di Teheran.

Thailandia

La pena di morte si può applicare in Thailandia anche per il traffico di eroina e anfetamine, soprattutto se i prigionieri sono giudicati colpevoli dopo essersi dichiarati innocenti all'inizio del processo.
In Thailandia, la Legge sui Narcotici del 1979 permette la condanna a morte per "chiunque produca, importi o esporti droghe di categoria I... (se) il fatto è commesso a fine di spaccio". La Sezione 66 della Legge aggiunge che chiunque "spaccia o possieda al fine di spacciare" droghe, classificate nella categoria I, in quantità superiori ai 20 grammi è passibile di condanna a morte. In pratica, la pena di morte è stata comminata agli spacciatori di eroina e metamfetamine.
A metà del 2009, erano 832 i detenuti nel bracci della morte thailandesi, una grande percentuale dei quali si pensa siano condannati per reati di droga, i quali rappresentano i due terzi del totale dei giustiziati nell'ultimo decennio.
Dopo una sospensione tra il 2004 e il 2008, la Thailandia ha ripreso le esecuzioni legali nel 2009 giustiziando due uomini.

Il 24 agosto 2009, due uomini sono stati giustiziati mediante iniezione letale, dopo essere stati riconosciuti colpevoli di traffico di droga. Si tratta di Bundit Jaroenwanit, 45 anni, e Jirawat Poompreuk, 52 anni, messi a morte nel carcere di Bang Khwang a Bangkok. Erano stati arrestati nel 2001: la polizia li aveva sorpresi con un carico di 114.219 perle di metamfetamina per un valore pari a 1,2 milioni di dollari USA.
Chartchai Sitthikrom, del comitato di prevenzione e controllo del narcotraffico, ha spiegato che si è trattato di una punizione "esemplare", perché altri implicati nel giro della droga interrompano i loro traffici. "Un carcerato che attende l'ultimo giorno vive nella sofferenza - ha detto - senza sapere quando verrà il tempo di eseguire la condanna. È come essere dei morti viventi, sotto pressione e senza libertà."

Pakistan

I reati legati alla droga possono comportare la pena di morte in base a una serie di norme penali in vigore in Pakistan, tra cui il Control of Narcotics Substances Act 1997, che tratta le pene relative a possesso, importazione, esportazione e traffico di narcotici. Se la quantità di droga supera un chilo, la pena può essere la morte, l'ergastolo o la detenzione fino a 14 anni. Se supera i dieci chili, la pena non può essere inferiore all'ergastolo.
Inoltre, una serie di Ordinanze Hudud [punizioni coraniche] varate nel 1979 sotto la dittatura del Generale Zia nel quadro del suo programma di islamizzazione del Paese, comprendono tra l'altro la fustigazione per consumo di alcolici o droga.

Nonostante il Pakistan sia stato negli ultimi anni uno dei Paesi con il maggior numero di esecuzioni al mondo, ciò non si è tradotto in una pratica significativa della pena di morte per reati legati alla droga. Nel periodo 2007-2009, le condanne a morte sono state una decina e solo una persona è stata giustiziata.

Il 10 aprile 2009, l'Alta Corte di Lahore, nella provincia pakistana del Punjab, ha abolito la pena di morte per le donne e i minorenni sotto processo per traffico di droga. Nella stessa circostanza, l'Alta Corte ha stabilito un inasprimento delle pene detentive per donne e minorenni recidivi, che riceveranno le stesse pene di un recidivo maschio, sempre con esclusione della pena capitale. Queste e altre decisioni sarebbero state assunte dall'Alta Corte per eliminare discrepanze nelle sentenze emesse sulla base della Legge sul Controllo dei Narcotici del 1997. Ma la Corte ha previsto dei casi particolari in cui i tribunali potranno ignorare le nuove disposizioni.

Vietnam

In Vietnam il traffico di droga può anche essere un reato capitale. Una direttiva della Corte Suprema del Popolo del luglio 2001 raccomanda pene diverse a seconda della quantità di stupefacente: 20 anni di reclusione da 100 a 300 grammi di eroina, carcere a vita da 300 a 600 grammi e pena di morte per quantità superiori a 600 grammi. Ma questa direttiva non sempre è seguita nei tribunali, mentre rimane in vigore una legge del 1997 che considera un reato capitale il possesso o lo spaccio di almeno 100 grammi di eroina o di almeno 5 chilogrammi di oppio.
Il 19 giugno 2009, il Vietnam ha votato a favore della eliminazione della pena di morte per otto reati. L'Assemblea Nazionale ha rimosso l'uso di droga dalla lista dei reati capitali, ma ha mantenuto il traffico di droga.

Il 19 gennaio 2010, sei persone sono state condannate a morte nella provincia settentrionale di Lai Chau per traffico di droga. Ho A Cua, Giang A Tenh, Sung A Thai, Ho A Vang, Mua Va Thanh e Ly Seo Sua erano stati arrestati nel settembre 2009 per aver trafficato 4,2 chili di eroina nella vicina provincia di Lao Cai.
Il 3 febbraio 2010, in un processo a porte chiuse, il tribunale del popolo della città di Haiphong, nel nord del Vietnam, ha condannato a morte Du Kim Dung, capo di un giro di traffico e produzione di eroina.
Il 6 febbraio 2010, due persone sono state condannate a morte nella provincia settentrionale di Hai Duong per traffico di eroina. Il giornale Phap Luat Vietnam li ha identificati come Nguyen Van Hien e Vu Dinh Quan.
Il 26 marzo 2010, cinque persone sono state condannate a morte per traffico di droga nella provincia settentrionale di Thai Nguyen. Nguyen Van Dua, 43 anni, avrebbe trafficato insieme ai suoi quattro complici 16 chili di eroina tra giugno 2004 e febbraio 2006.
Il 28 maggio 2010, cinque cittadini cinesi sono stati condannati a morte in Vietnam per traffico di droga. Le condanne a morte sono state pronunciate dal Tribunale del Popolo della provincia di Quang Ninh, nel nord del Paese, che li ha riconosciuti colpevoli di aver trasportato illegalmente 8 tonnellate di resina di marijuana. Il capo del gruppo è stato identificato come Lu Minh Cheng, 53 anni. La marijuana sarebbe stata introdotta in Vietnam nell'aprile 2008, proveniente dal Pakistan. La banda avrebbe avuto intenzione di portare la resina fino in Canada, ma è stata bloccata dalla polizia vietnamita il 12 maggio 2008.

Autorità Nazionale Palestinese

Nella Striscia di Gaza vige ancora la legge egiziana, che prevede la pena di morte per reati legati alla droga, ma fino a poco tempo fa l'Autorità Palestinese a Gaza aveva applicato la legge israeliana che non prevede la pena capitale per droga. Alla fine del 2009, però, il governo di Hamas ha annunciato di volere applicare quella egiziana in attesa di promulgarne una propria.

Il 30 novembre 2009, il Governo di Hamas a Gaza ha approvato una misura che consentirà l'esecuzione di persone riconosciute colpevoli di spaccio di droga, ha dichiarato il procuratore-generale locale, Mohammed Abed. "Il Governo ha approvato la decisione di cancellare la legge militare sionista (israeliana) per la parte riguardante gli stupefacenti e di applicare la Legge egiziana 19 del 1962", ha detto il Procuratore. "Quest'ultima è una legge più ampia per quanto riguarda crimini e criminali, inoltre le pene sono più avanzate, compresi ergastolo ed esecuzioni." "La legge sionista prevedeva pene leggere, che hanno incoraggiato piuttosto che dissuadere chi consuma o traffica droga, e non c'è motivo, interesse nazionale o giustificazione morale per continuare ad applicarla", ha detto Abed. Hamas ha reso noto di aver arrestato più di 100 consumatori e spacciatori di droga e di aver sequestrato decine di chili di stupefacenti, soprattutto marijuana. Abed ha aggiunto che la legge egiziana sulla droga resterà in vigore fino all'approvazione di una nuova legge da parte del Parlamento Palestinese.
Il 16 marzo 2009, Zayed ‘Ayesh Mabrouq Jaradat, 40 anni, del villaggio di al-Shoka a est di Rafah, è morto in seguito alle torture inflitte da membri del servizio di sicurezza nella stazione di polizia di Rafah. Zayed è stato dichiarato morto al suo arrivo all'ospedale di Rafah, il Martyr Mohammed Yousif al-Najjar, dopo di che il corpo è stato trasferito al dipartimento di medicina legale dell'ospedale di Gaza, al-Shifa, per ulteriori esami. Jaradat era stato arrestato dagli agenti di polizia la mattina del 15 marzo per possesso di droga. Un operatore sul campo del Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR), che ha scattato foto del cadavere al dipartimento di medicina legale dell'ospedale, ha testimoniato la presenza di lividi su tutto il corpo. In particolare tracce di botte erano presenti attorno al collo e alle spalle. Il membro del PCHR ha detto che all'uomo erano state anche staccate le unghie dei piedi, chiaro segno di tortura.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/arai/trackback.php?msg=9116730

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
Nessun Commento
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963