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BUGIE SUL FASCISMO

Post n°5 pubblicato il 28 Settembre 2007 da arca_1974
Foto di arca_1974

oltre alle cosiddette “bugie” storiche, sono da considerare anche le più frequenti “amnesie” storiche, ossia tutte le opere che il Regime attuò in un Ventennio e che le classi politiche italiane, dalla caduta del Fascismo ad oggi (con più di 60 anni a disposizione), non sono riuscite ad attuare neanche in minima parte, facendo sprofondare il nostro Paese nell'abisso della disoccupazione, dell'inflazione, della delinquenza e dell'immigrazione clandestina.

Tra la miriade di menzogne storiche, la prima che mi viene in mente riguarda un “compagno”, Antonio Gramsci, Tra i fondatori del Partito Comunista d'Italia, è figura leggendaria e controversa allo stesso tempo, soprattutto perché la versione ufficiale del Gramsci morto a causa della prigionia fascista è ancora una volta un falso storico.

Anzitutto pochi sanno che Togliatti manipolava gli scritti di Gramsci ritenendo "necessarie" queste revisioni per motivi politici al fine di assecondare la volontà sovietica staliniana da cui Togliatti dipendeva completamente. Sempre Togliatti, inoltre, ostacolò uno scambio di prigionieri voluto dal Vaticano, e accettato da Mussolini, che avrebbe consentito la liberazione di Gramsci detenuto per insurrezione armata. Il pensatore comunista era malato dalla nascita e la sua detenzione rese il progredire della malattia più veloce, tanto che lo stesso Duce, il 25 Ottobre 1933, emise per Gramsci un decreto per la libertà condizionata, additando come luogo la clinica "Quisisana" specializzata in malattie polmonari.

Dal momento che il costo del ricovero era decisamente elevato, Gramsci stesso il 3 Novembre 1933 scrisse al Ministro di Grazia e Giustizia Novelli che la spesa era tale da escludere per lui la possibilità di pagare la clinica privata. Mussolini, venuto a conoscenza della risposta, decretò che "un ex detenuto in quanto libero, ma sorvegliato, ha il diritto di essere assistito dallo Stato". Gramsci scrisse in quegli anni che "esiste(va) un tribunale più crudele di quello fascista" (dai noti "Quaderni del carcere"), riferendosi ovviamente ai suoi compagni di partito che lo avevano isolato in quanto aveva apertamente criticato Stalin in favore di Trotzkij e Zinoviev.

Gramsci, comunque, morì da uomo libero nell'Aprile del 1937 a Roma, in Via delle Alpi 2.

Per quanto riguarda, invece, le innumerevoli opere del Regime Fascista che portarono l'Italia ad avere un prestigio internazionale che oggi possiamo soltanto rimpiangere, e che stranamente nessuno vuole riconoscere come merito del Fascismo, possiamo certamente parlare della lotta contro la mafia.

Protagonista di questa impresa (che si sviluppò fra il 1925 e il 1929) fu Cesare Mori, il cosiddetto "Prefetto di Ferro". Nel '21 Mori era prefetto di Bologna e fu il solo prefetto d'Italia a opporsi alle orde dilaganti dei fascisti. Quando Mussolini salì al potere trovandosi tra l'altro ad affrontare il problema del banditismo e della mafia siciliana, gli venne fatto il nome di Mori. Mussolini disse: "Voglio che sia altrettanto duro coi mafiosi così come lo è stato coi miei squadristi bolognesi".

Così Mori partì per la Sicilia con un viatico mussoliniano, certamente poco democratico e garantista, ma che ancora oggi farebbe la gioia di qualsiasi funzionario effettivamente deciso a debellare la mafia. “Vostra Eccellenza ha carta bianca” gli aveva telegrafato Mussolini. “L'autorità dello Stato deve essere assolutamente, ripeto assolutamente, ristabilita in Sicilia. Se le leggi attualmente in vigore la ostacoleranno non costituirà un problema. Noi faremo nuove leggi.”

Arruolerà uomini, guardie giurate e truppe regolari per le sue battaglie campali, ma non si sottrarrà anche ad epici inseguimenti e duelli a cavallo. Nessuno come lui arrivò ad umiliare tanto la mafia. Centinaia di mafiosi finirono in carcere o confinati nelle isole, mentre le bande dei briganti furono sbaragliate con assedi, rastrellamenti e vere e proprie campagne militari in cui, a volte, fu persino impiegata l'artiglieria.

La mafia, durante il Fascismo, cadde per così dire “in sonno”. La ridesteranno i padrini americani tornati nell'isola nel 1943 dopo lo sbarco delle truppe alleate.

 
Inviato da: LUPO_NERO_M

 
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