ARCHEOASTRONOMIA
Studi e ricerche di archeoastronomia di Piero Barale
BENVENUTI NEL CIELO DELLA PREISTORIA
L’uomo "erectus" fu il primo ad osservare la volta celeste?
L’uomo "sapiens" si era già reso conto dell’importanza del Sole e della Luna, dei luminari del giorno e della notte?
La complessa macchina del cielo era un' "entità" impalpabile ma reale, una sorta di "Lanterna Magica" che attirava l’attenzione di tutti i popoli fin dai tempi più remoti.
Nonostante la "Scienza Astronomica" non fosse ancora nata, l’osservazione della volta celeste che presso alcune culture raggiunse dei livelli sorprendenti, veniva riprodotta al "suolo" in determinate situazioni tramite particolari strutture megalitiche oppure attraverso semplici - ma non meno significative - immagini istoriate sulla pietra.
L’interesse che le società pre-protostoriche coltivavano per l’astronomia "sferica" viene oggi testimoniato dalla moderna "Archeoastronomia", disciplina che studia le conoscenze astronomiche di questi popoli altrimenti detti "primitivi".
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Le dimore dei morti, in special modo quelle dei guerrieri e dei capi importanti della comunità, erano infatti da identificare in strutture litiche considerevoli, solide, incorruttibili, tali da garantire l’immortalità dell’anima. Siccome la "ritualistica" era una parte fondamentale della vita nella preistoria, non è da escludere che il complesso monumentale di Valdieri fosse anch’esso destinato a celebrazioni religiose connesse con i culti ctonici, che a loro volta potevano essere correlati con certi fenomeni celesti coinvolgenti in special modo il Sole.
Le comunità proto-Liguri che si insediarono in questa valle, in seguito riconosciute nei Ligures Comati o Capillati, osservavano sicuramente il cielo. E’ assai probabile che queste genti calcolassero i periodi di maggiore durata della luce solare e quelli di minore apporto di essa, e altre situazioni favorevoli come i pleniluni, molto importanti nell’antichità per la luminosità della Luna.
Simili osservazioni pare si possano individuare nel fatto che uno dei lati del recinto principale è rivolto verso il quadrante Sud-Est dell’orizzonte. Un quadrante molto interessante, poiché è quello sul quale sorgono i luminari che hanno declinazione negativa. L’eccezionalità di questo complesso risiede tuttavia nel fatto che si tratterebbe di una struttura astronomicamente orientata. Infatti, all’alba del solstizio d’inverno, il 21 dicembre, il muretto più settentrionale del recinto principale è diretto sulla levata del Sole alla sua declinazione (-23° 27’). Il muro posto su questa direttrice è rivolto nella direzione di un rilievo lontano chiamato Rocca Vanciarampi dietro al quale, alle ore 10.11, sorge il Sole tangente all’orizzonte della dorsale Ovest. Il solstizio invernale è infatti sempre stato, fin dalla remota antichità, un momento dell’anno particolarmente importante, poiché il luminare, giunto alla sua minima altezza sull’orizzonte, sembrava indicare la "rinascita" del nuovo ciclo annuale, ridando vita a tutta la terra. Quindi è assai probabile che la progettazione del monumento sia stata particolarmente studiata per ottenere una precisa disposizione in onore dei defunti. |
Questo particolare "orientamento" divenne una scelta preferenziale presso queste antiche popolazioni, poiché si è potuto constatare che i nuclei minori di forma quadrangolare conservarono rozzamente questa direzione privilegiata.
L’impianto monumentale ritrovato nella necropoli di Valdieri costituirebbe un favorevole punto di osservazione dal quale cogliere il moto del Sole in uno dei suoi momenti più significativi. La soluzione più congegnale che sicuramente venne scelta per sviluppare queste osservazioni fu a sua volta imposta dalla geomorfologia del territorio. Siccome questa località è posta in una vallata racchiusa da cime di una certa altezza, si pensa che in questo sito venisse utilizzato come "terminatore" il profilo dei monti ossia lo sky-line, sistema che potrebbe spiegare l’assenza in quest’area alpina di grandi strutture megalitiche paragonabili a quelle del Nord-Europa. L’orientamento dei resti dei recinti rinvenuti - in particolare di quelli più antichi riferibili alla struttura monocellulare centrale - sono rivolti verso un profilo particolare: si tratta del punto di raccordo del costone settentrionale della Comba dell’Infernetto con la dorsale occidentale della Rocca Vanciarampi.
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