Novità_in_arrivo

Aspirante blogstar


Chi va con la blogstar, impara a blogstarseggiare. La scintillante fama di Uto ha coinvolto anche Ari e i Fratelli. Che domenica prossima, nella intellettualissima cornice della Fiera del Libro di Foggia, saranno chiamati - nientepopodimenochè - a fare da relatori al convegno "Raccontarsi 2.0. Esperienze di vita bit".Come i tre moschettieri, armati di mouse e nemici giurati del glitter. A raccontare come da un post possa nascere un'amicizia che va oltre il monitor, supera le distanze geografiche e colpisce i cuori.Torno a Foggia, e stavolta dovrò sembrare un'autentica cittadina della Capitanata. Ho una promessa da mantenere. Ho studiato, giorno e notte. Con il capo reclinato su antichi testi di lingua foggiana, scoprendo la ricchezza di un dialetto spumeggiante che attinge a piene mani dalla tradizione della semplice vita contadina. Trasformandola in perle di saggezza che risuonano di eco antichissime, risalenti anche alla lingua latina. Parole che scintillano proprio come il grano d'agosto. E condensano in poche sillabe messaggi d'altri tempi, abbaglianti come la luce tersa, bianca e croccante, che fa sembrare Foggia simile a una candida distesa di case e strade, costantemente illuminata dalla lampada di un gigantesco riflettore. E allora...Pronti? Lesson number one. The scagliozz is on the table.
Vabbè, siamo seri...ehm...Cari relatori, dopo il convegno, mi raccomando:  Amma fa cape canàle (=dobbiamo fare capo canale). Questa espressione proverbiale racchiude in sè la promessa di una festa, una vera e propria abbuffata, da celebrare al termine di un lungo e faticoso lavoro. Per esempio, nel secolo scorso, a Foggia si faceva cape canàle dopo la mietitura, la vendemmia, la raccolta delle olive. Una tavolata in compagnia per rifocillarsi e ritrovarsi dopo tanta fatica. L'espressione "cape canàle" deriva probabilmente dal sostantivo "baccanale", l'antichissima festa orgiastica celebrata dai romani in onore di Bacco.Spero vivamente, però, che - con la scusa della Fiera - non mi costringerete a passare il pomeriggio a raccogliere frutta. Perchè laggiù, nella patria di Uto e Renzo Arbore, "'a corte p' u marìte, 'a longhe pe ccògghje i fike" (Con la donna bassa ci si sposa, quella alta serve a cogliere i fichi). Di fichi non è stagione, nun ce provate! (scivolata romanesca). Vorrà dire che, per scongiurare il pericolo di sfruttamento dell'Arimanodopera, farò scattare il piano "gattamorta", e mi presenterò al convegno tutta "sdeleffàte" (=tutta imbellettata). Il verbo "sdeleffà" è di origine sconosciuta, ma - secondo gli studiosi - potrebbe derivare dal francese "se farder", che vuole dire, appunto, "imbellettarsi".Fichi o non fichi, quest'incontro sarà "grùsse quandé ogge e ccràje" (grande quanto oggi e domani). Il termine "cràje" deriva dal latino "cras", domani. In foggiano antico si usava anche "pescràje", che significa dopodomani.Pescràje salirò su un treno. Aspirante blogstar foggiano-taroccata offresi. No glitter e poesie di Neruda, max serietà. No raccolta fichi. Astenersi sloggati e perditempo.Nota: le traduzioni dei proverbi sono tratte dal volume "Si dice a Foggia", autore Osvaldo Anzivino, Claudio Grenzi Editore.