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Post n°7 pubblicato il 14 Marzo 2010 da aristea.c

 

 

La donna scheletro

 

Non si sa cosa avesse fatto di male, ma si sapeva che per punizione fu gettata dalla scogliera nel mare da suo padre.

I pesci ne mangiarono la carne e le strapparono via gli occhi.

Sul fondo del mare,il suo scheletro era voltato e rivoltato dalle correnti.

Un giorno arrivò in quella baia un pescatore, veniva da lontano e non sapeva che gli altri pescatori evitavano di andare lì perchè si diceva fosse infestato dai fantasmi.

L'amo del pescatore si impigliò proprio nelle costole della Donna Scheletro, il pescatore pensò “ne ho preso uno proprio grosso!!!”

E già pregustava il ricco bottino.

E mentre cercava di tiralo su, il mare ribolliva sotto la sua barca perchè lo scheletro cercava di liberarsi.

Ma più lottava per liberarsi e più restava impigliata!

Inesorabilmente veniva trascinata in superficie con le costole impigliate all'amo.

Il pescatore era girato a prendere la rete e non si accorse della testa calva che affiorava tra le onde, quando si girò vide lo scheletro che pendeva sulla punta della sua barca,

AH!!” gridò l'uomo e il cuore gli cadde fino alle ginocchia

AH!!” gridò e la gettò giù con il remo, e cominciò a remare con forza per fuggire.

Ma non si rese conto che lo scheletro era impigliato nella lenza e sembrava che lo inseguisse agitando le braccia di ossa come per afferrarlo trascinarlo in mare.

Arrivò sulla riva e cominciò a correre ma sempre tenendo con forza la lenza tra le mani, si trascinava lo scheletro bianco che lo seguiva balzelloni.

Corse sugli scogli, e lei lo seguiva, corse nella tundra ghiacciata e lei lo seguiva, corse sulla carne stesa ad essiccare, e lei lo seguiva, e intnto afferrava un po' di carne e la mangiava perchè era molto affamata.

Allora l'uomo raggiunse la sua casa e si precipitò dentro chiudendo la porta, sicuro di essere in salvo, ma quando accese la lampada si accorse che lei era lì stesa sul pavimento e lui le aveva puntato un tallone su una spalla e un piede tra le costole.

Non seppe come fù ma sentì nascere un sentimento di tenerezza e lentamente allungò le mani e con parole dolci come quelle che una madre avrebbe rivolto ad un figlio, prese a liberarla dalla lenza.

Ecco...ecco...” prima liberò le dita dei piedi, poi le caviglie

Ecco...ecco” e continuò nella notte, e la rivestì di pellicce per tenerla al caldo.

Il pescatore cercò la pietra focaia e usò i suoi stessi capelli per avere un po' di fuoco.

Di tanto in tanto mentre ungeva il legno prezioso della canna da pesca e riavvolgeva la lenza, la guardava. E lei non diceva una parola....non osava, altrimenti quell'uomo l'avrebbe presa e gettata nel mare e le sue ossa sarebbero andate in pezzi.

All'uomo venne sonno, scivolò tra le coperte e cominciò presto a sognare.

Talvolta, durante il sonno, una lacrima scivola giù dall'occhio di chi sogna, non sappiamo quale sia il sogno ma sappiamo che è un sogno di tristezza o di struggimento.

E questo accadde all'uomo.

La Donna Scheletro vide la lacrima brillare alla luce del fuoco, e d'improvviso sentì una tremenda sete, a fatica si trascinò accanto all'uomo addormentato e posò la bocca su quella lacrima. Quell'unica lacrima era come un fiume e lei bevve, bevve finchè la sua sete di anni e anni non fu placata.

Mentre giaceva accanto a lui, frugò nell'uomo addormentato e gli prese il cuore, il tamburo possente, e si mise a sedere e cominciò a battere sui lati del cuore “BUM BUM”

Mentre suonava si mise a cantare “ Carne, carne , carne”

carne, carne ,carne” e più cantava e più si ricopriva di carne,

cantò per i capelli e per i buoni occhi e le belle mani piene.

Cantò per la linea tra le gambe e per il seno abbastanza grande da trovarvi calore e tutte le cose di cui una donna ha bisogno.

E quando fu fatta, cantò i vestiti che si togliessero dal dormiente, e scivolò nel letto con lui, pelle a pelle.

Rimise il grande tamburo, il cuore nel corpo di lui e così si risvegliarono stretti uno nelle braccia dell'altro aggrovigliati dalla loro notte, in un altro mondo bello e duraturo.

Si dice che lei e il pescatore andarono via e furono nutriti dalle creature che lei aveva conosciuto nella sua esistenza sott'acqua.

Dicono che è vero e che è tutto quanto si sa.

 

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Commenti al Post:
solonelcielo
solonelcielo il 14/03/10 alle 00:45 via WEB
Che strano. Proprio oggi, giorno in cui a causa del risentimento di uno di quegli scheletri per il mondo, sto per chiudere profilo e blog, proprio oggi, dopo tanto tempo, tu scrivi un post. Un post che mi riguarda. Stavo per compiere l'ultimo gesto, quello di chiuder eil profilo, e di sfuggita ho visto il tuo nick in bacheca. Un attimo. Io ho provato a pescare in quel mare, ed ho tirato su uno di quegli scheletri. Ma non ero libero di darle quello che lei chiedeva. Avrei dovuto essere solo, libero dai maledetti lacci di questo mondo. Ma ora, avendola risvegliata, e non avendo potuto compiere l'opera, subisco le sue cieche ire, che hanno reso vana la mia attenzione per ciò a cui sono legato, e che è causa stessa del mio non andare fino in fondo. Questo m'insegna ciò che già sapevo. Non ci si deve legare mai, altrimenti non si può salvare nessuno, neanche se stessi. E non si può pretendere di salvare nessuno, se si è legati ai lacci del potere. Bentrovata Aristea. E nello stesso tempo, Addio.
 
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 15/05/10 alle 01:50 via WEB
E di nuovo bentrovata. ;-) E come l'araba fenice, dalle mie ceneri risorgo! A fra qualche annetto, per un nuovo post...
 
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