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La furia delle donne: le “Baccanti” di Euripide
Nella mitologia greca Diòniso è il dio della passionalità sfrenata, dell’irrazionalità nella sua forma più delirante. Il suo culto si era diffuso in Asia e stava minacciando di arrivare anche in occidente.
Nelle “Baccanti” Euripide racconta la strenua e vana lotta tra il dio e un uomo amante della ragione e nemico dichiarato di ogni abbandono irrazionale, ritenuto immorale e rovina delle istituzioni.
L’uomo è il re di Tebe Penteo, il quale assiste impotente all’invasamento di tutte le donne tebane indotte dal dio a lasciare le proprie case fin sui monti dove, fra rupi e boschi, vivono immerse nella natura celebrando riti orgiastici a base di sesso, droga e rock and roll.
Le donne si avventano come belve sugli uomini che danno loro la caccia, devastano villaggi ed armenti e Diòniso distrugge la reggia di Penteo e gli offusca la mente spingendolo a desiderare di assistere a quei riti.
Il re si ritrova quindi vestito da donna nei boschi per non dare nell’occhio, spinto dalla sua inconscia attrazione per quel mondo oscuro e passionale.
Ma lì Diòniso lo rende visibile sopra un albero alle Baccanti, le quali lo prendono e lo fanno a pezzi.
Come mai secondo voi sono proprio le donne ad essere le protagoniste di questa tragedia?