Creato da Zangretos.Hollysword il 11/12/2010
Il Blog un po' pazzo, di un ragazzo esaurito!
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La pelle nera della poltrona è fredda, gli ergonomici braccioli in plastica accolgono le mie braccia con un affettuoso pendio di relax. Adagio la testa allo schienale e fissò la pagina bianca. La barretta lampeggiante che attende unicamente di soddisfare le mie dita, ansiose, ancora una volta, di dare forma ad i miei pensieri. Mi guardo in giro, della neve del giorno non è rimasta traccia e dalla finestra posso scorgere le luci delle tante case abitate del mio quartiere. Sento il vento fischiare violento a spazzare via le nubi cariche di pioggia. Lungo la strada il vociare dei commensali del bar locale,lo strepitio di una Vespa, le portiere che si aprono e si chiudono di un'autovettura. D'improvviso tutto tace, la calma risorge, la mia mente si assopisce. Un leggero terpore accoglie il mio corpo e mi rendo conto di quanto sia, inv erità, il sonno che mi trascino dietro. Avrei bisogno di dormire, rilassarmi, spegnere per un po' il cervello e riaccenderlo dopo averlo resettato dallo stress continuo di questo periodo.Ma farlo significherebbe arrendersi ad esso, dichiarare la propria sconfitta agli eventi ed io, oggi come oggi, non voglio prendere in esame questa condizione. Una folata di vento che sbatte sui muri dei palazzi mi sveglia. Come se ci fosse stato un colp sulla mia pelle che dal torpore mi riporta alla vigilanza. I miei sensi si acuiscono. La televisore della stanza accanto, l'odore appena svanito del cibo appena consumato. Il passare martellante di un autobus dai freni consunti. E la mia schiena, che per quanto stufa del giorno si solleva nuovamente dalla poltrona invitandomi col gesto a tornare alla realtà. Sono le venti e zero tre di questa fredda serata genovese ed è con questo inutile torpiloquio di parole che ho deciso d'iniziare. Spreco di tempo, spreco di voglia, spreco di passione, ma se rileggo lo scritto ricordo ciò che vi era in quell'istante, ciò che il mio corpo ha percepito e tradotto. Non è stato uno spreco, non è stato un errore. Il vento tira ancora forte,fuori dalla mia finestra. Sorrido, quasi certo che queste parole non abbiano senso per altri se non che per me, ma mi va bene così, mi basta sapere che io posso trovarvi un senso. Allora mi dico, non hai sprecato il tuo tempo, ma hai creato qualcosa, qualcosa che solo tu potrai apprezzare.
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