Creato da armoniaepiacere il 06/02/2008

nell'immaginazione

letteratura

 

 

Post N° 6

Post n°6 pubblicato il 11 Febbraio 2008 da armoniaepiacere

una riga bianca delimitava la nostra auto. era un mattino presto. avevamo preso del caffè in una tavola calda in cui avevamo lasciato qualche moneta sul tavolo. era terribile quel caffè, ma avevo ascoltato il suo rumore nella bocca di lei, sbattere sui denti spostato dalla lingua. si era vestita con le cose del giorno prima, ma le aveva infilate come se niente le importasse. la maglia se ne stava abbandonata sulle sue spalle e le all star prevalevano ciniche. aveva un'aria tremendamente felice quella mattina. era spensierata e contenta. io ero terribilmente logorata da un male di cui non conoscevo la provenienza. o forse sì.
guardavo fuori dal finestrino e immaginavo di correre in quei prati che vedevo intorno a noi, perdersi per metri e metri fino alle montagne lontane inghiottite dal cielo. aprii il finetrino fino a poter farci uscire la testa e mi infilai fuori tenendomi stretta al sedile con la mano sinistra. sentivo il vento scivolare come ghiaccio d'aria tra i capelli.
lei non disse nulla e continuò ad accellelare fino a non farmi più respirare.
non sentivo nulla. era ciò che volevo. sentivo solo le unghie spingere nel sedile da una forza che non controllavo.

 
 
 

Post N° 5

Post n°5 pubblicato il 09 Febbraio 2008 da armoniaepiacere

Così vicine e con i pensieri così lontani. in quella macchina il tempo sembrava eterno, un pò come una macchina del tempo, una macchina dove tutto potrebbe aggiustare tutto perchè potresti tornare indietro e cambiare tutto ciò che non ti andava.

Ma la realtà non era questa, in quella macchina viaggiavano pensieri irritanti e confusi , che quasi ci separavano, ci facevano osservare l'una l'altra con il fare di chi... qualcosa gli è sfuggito... Cosa ci era sfuggito di mano?

Forse era la vita che avevamo di deciso di condurre fino a quel giorno, ci portava con la mente annebbiata a rinchiuderci nelle nostre paure, senza reagire ad esse e superarle.

Presa da questo pensiero la osservai chinarsi su di me, e sfiorarmi con la sua lunga chioma nera per afferrare la bottiglia del rum che era in terra, mezza vuota o mezza piena, scese con essa all'auto e si sedette delicatamente sul cofano, e ne scolò il contenuto fino all'ultima goccia, poi lanciò lontano la bottiglia come a scacciare via tutti quei pensieri e quell'agonia.

Dio mio quanto era bella, da mozzare il fiato, e mi stupisce quante volte di lei lo abbia pensato senza mai poterglielo, ne volerglielo dire... per me era "troppo" credevo. Osservarne ogni piccola sfumatura ed i contorni era la sua vera bellezza. Chi occhi non aveva per osservarne ogni particolarità, nulla poteva comprenderne di questa creatura così magnifica.

Io la amavo a 360°. Ecco perchè il mio immancabile silenzio. Nei suoi contorni e sfumature l'amavo. Per tutto ciò che sapeva regalarmi anche con un suo silenzio, per il suo cercarmi, per le fusa ed i grattini che ci facevamo prima di addormentarci abbracciate.

Per il mio svegliarmi immancabilmente prima di lei quelle volte che dormivamo insieme per prepararle il caffè da farle trovare al suo risveglio, e la rosa appena colta nel giardino per ricordarle quanto era speciale, seguito dalle coccole, i morsi, le cuscinate.

Quanta grazia in quelle sue movenze, certe donne neppure la metà potrebbero mai raggiungerne, ogni suo gesto per me era desiderio e passione, immancabile ed irrefrenabile agonia di viverla.

Sentivo freddo, ero quasi nuda, pensai che un suo solo bacio avrebbe potuto darmi tutto il calore di cui necessitavo, e mi avrebbe infuocato l'anima..

Lei rientrò, e forse per la prima volta decisi di affrontare tutte le mie paure, e di farlo con lei, al mio fianco, perchè solo così decisi avrebbe avuto un senso proseguire.

 
 
 

Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 08 Febbraio 2008 da armoniaepiacere

la macchina era ferma. ce ne stavamo sdraiate guardando il tetto. senza la forza nè la voglia di provare anche solo a resistere a quella notte che ci aveva preso alla sprovvista. non era la prima notte. nessun suono. nessun sentimento. nessun movimento. nessuna sensazione. il freddo e il silenzio erano quasi irritanti. pensai: "per quanto ancora dovrò sopportare tutto questo? è un agonia..". ero volubile, melodrammatica, malinconica. non guardava più con me. se ne stava rannicchiata sul sedile dietro senza guardarmi. portava solo gli slip e una canottiera, come cazzo facesse non lo so. la poca luce di un lampione tracciava i suoi contorni. presi una bottiglia di vetro appoggiata sul tappetino. c'era del rum dentro. mi alzai e uscii dalla macchina. mi accesi una sigaretta e pensai che una volta era stupenda. mi morsi le labbra, mi vergognavo. l'osservavo dal finestrino.  era ancora stupenda. lanciai la bottiglia più lontano possibile, spensi la sigaretta, rientrai nell'auto e tornai accanto a lei.

 
 
 

Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 07 Febbraio 2008 da armoniaepiacere

Ero Inquieta. la strada scorreva veloce davanti ai miei occhi socchiusi.

Mille e mille pensieri affollavano la mente, mi giravo e rigiravo senza trovare una posizione in cui giacere, e fu li che aprii gli occhi.

Ed iniziai ad osservarla con questa luce, gli occhi attenti guardavano la strada e di tanto in tanto mi guardava con una espressione così dolce, con la coda dell'occhio quasi a non voler fare scoprire di farlo. 

Grandi occhi truccati pesantemente, la rendevano così fragile e sicura al tempo stesso, una preziosa bambola tenebrosa, impeccabilmente splendida.

Conosciute così per caso, in un pub una sera, ricordo la prima occhiata che ci scambiammo, c'era qualcosa di chimico in quello sguardo... ed oscuro a primo impatto... che però si sciolse come neve al sole, alla sola parola pronunciata da quelle labbra disegnate di ciliegia.. Tutt'altro mondo si celava dentro di lei.

 La musica rimbombava nella mente che lentamente si abbandonava..  nessuna delle due voleva irrompere nella magia di quel silenzio, abbandono totale ... Il disordine in quella vecchia auto dava quel nonsochè.. di quasi antico e poetico.. parlava di se. Della sua storia.

Chissà quante ne avrà viste questa vecchia auto, mi venne da pensare, in quel momento, accadde qualcosa....

 
 
 

in medias res

Post n°2 pubblicato il 07 Febbraio 2008 da armoniaepiacere

presi la strada a destra e alzai il volume della radio. un cd con musicalità random suonava. lei abbassò il finestrino e si mise a giocare con le dita nell'aria. la strada che avevamo preso costeggiava il fiordo o come cazzo si chiama. quella di destra tornava nell'entro terra, la si vedeva sparire tra gli alberi neri. bisognava proseguire per una buona ora prima di arrivare. abbassai il volume di quelle sonorità e sentii il finestrino alzarsi fino a sigillarci dentro. abbassai ancora. ancora. ancora. era stanca. lo capivo da come si muoveva sul sedile, da come respirava. da ore cercava una posizione per potersi addormentare. dopo cinque minuti, tolte le all star, aveva già appoggiato i piedi sul cruscotto, lanciò le scarpe sul sedile di dietro. si tolse la cintura di sicurezza facendola sbattere. era una macchina vecchia, sporca. c'erano i miei pacchetti di sigarette per terra. avevo sempre avuto il vizio di portare disordine in ogni cosa, in ogni vita. questa vecchia macchina stile film americano, non ospitava nessuna famiglia numerosa. aveva sempre avuto quel problema con il condizionatore, i vetri si appannavano come se ci stessimo scopando dentro. intanto lei, non dormiva. giocava con non ricordo cosa, un regalo di un suo uomo, di sua madre, delle sue amiche. non ne ho idea. era stanca e non dormiva. la sua testa era chinata verso sinistra, i suoi capelli rossi sparsi come le foglie d'autunno, sul sedile.  non dormiva. non riusciva ad addormentarsi. pensai che forse invece di andare nell'entroterra avrei potuto andare al mare, i suoi occhi persi nel mare. forse sarebbe riuscita ad addormentarsi. l'avrei osservata dormire e invece con la coda dell'occhio la vedevo rigirarsi sul sedile.

 
 
 
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