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Arrakis

il nucleo dell'atomo

 

 

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il profumo dell'aria

Post n°17 pubblicato il 25 Marzo 2010 da DeadStar
Foto di DeadStar

"...e fu allora che capì il vero senso del suo viaggio. Gli apparve luminoso come l'incendio di una metropoli fatta di luoghi comuni al posto di casa e palazzi, chiaro e deciso come il contorno del suo profilo. Con il fulgore di mille lampi gli apparve la Verità: la maturità a cui era giunto non era dettata dalla volontà di vivere per l'attimo o di assaporare ogni attimo della sua vita. Frase scontata e banale, capace di illuminare e dare enfasi a piccoli cervelletti attirati dalla mediocrità come zanzare che vedono il sole del Nirvana in una lampadina da comò. Come si poteva vivere l'attimo? Vivere significa avere coscienza e la coscienza implicava la comprensione; vivere ogni attimo significava fermarsi a comprendere ogni attimo della propria vita operazione che non avrebbe portato ad altro che all'immobilismo.

Rudolph capì all'improvviso che, oltre alla sua dimensione verticale, fatta di desiderio di libertà, di continui cambiamenti, di nostalgie, di paranoie, di amori, di sentimenti, di rabbia, di dolore, di euforia, oltre a tutto questo esisteva una dimensione orizzontale fatta dello scorrere inesorabile del tempo e della necessità di programmare, di pianificare, di gestire la sua vita.

All'improvviso capì che non poteva vivere l'attimo, ma poteva gustarlo. Poteva ogni tanto fermarsi e immergersi nella straordinaria ordinarietà di una scrivania vuota, nella magica poesia di un hard disk con documenti organizzati in cartelle in rigoroso ordine alfanumerico. Non era forse vita quella? Non rincorrere l'attimo, ma assaporarne il gusto agrodolce sulla punta delle dite. 

In quell'istante, quando sfavillante gli apparve la Verità a cui era giunto, si sentì vicino come non mai alla realizzazione di uno scopo preciso. Sentì il nastro del traguardo contro il suo petto, tendersi e raggiungere il limite massimo prima del carico di rottura: ma non ancora rotto. Quando il dubbio che tutto ciò a cui era giunto non fosse la Verità ma una pietosa bugia autoindotta lo assalì, fu quello il momento in cui il nastro si ruppe e lui trionfante alzò gli occhi al cielo. Nell'istante della comprensione della dolcezza del dubbio ritrovò la certezza di una Vittoria."

 
 
 
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