Creato da linaladu il 29/06/2009

L'Arrivo Del Signore

Religione

AREA PERSONALE

 

 

FACEBOOK

 
 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Novembre 2014 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 55
 

http://i.imgur.com/9qtRay1.jpg?1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Messaggi di Novembre 2014

SUPLICA A GESU'...LINA LADU.

Post n°1197 pubblicato il 29 Novembre 2014 da linaladu


http://image.blingee.com/images17/content/output/000/000/000/641/548439016_680385.gif?4

VOGLIO VIVERE SIGNORE,OFRENDO A TE QUESTA MIA VITA,
ACCETTAMI,IN TUTTO QUELLO CHE IO SONO,
POVERA E UMILE,IN QUESTA MISERA VITA,
ACCETTA QUESTE MIE MANI,COME UN'OFFERTA A TE GRADITA,
I DESIDERI DEL MIO CUORE,LE ANSIE DI QUESTA NOSTRA VITA,
VOGLIO VIVERE CON TE SIGNORE,
ACCESA DALLE TUE SANTE PAROLE,
FA CHE IO PORTI,AD OGNI UOMO,LA FIAMMA VIVA DEL TUO
IMMENSO AMORE.

LINA LADU.

DIO VI BENEDICA IN QUESTA NUOVA SETTIMANA.

 
 
 

LA FEDE E' I CONSIGLI DI GESU'.LINA LADU.

Post n°1196 pubblicato il 19 Novembre 2014 da linaladu

http://www.cattedraleacquaviva.it/wp-content/uploads/2013/02/CURACI%C3%93N-DEL-PARALITICO.B.MEGF_.SABADO-07-FEBRERO-DE-2010.curacion-del-paralitico.jpg

 

Fratelli e sorelle carissime Ancora un messaggio d’incoraggiamento alla fede e di esortazione a non trascurare il nutrimento del proprio spirito con la lettura e la meditazione quotidiana della Parola di Dio viva che ci interpella in questo tempo da vicino, da cui la fede nasce e con la quale si alimenta e cresce,facilitando il percorso di santita’ che DIO ha offerto ad alcuni.

  

La piscina di Betesda, che letteralmente vuol dire “Casa della Misericordia”, si trovava a Gerusalemme ed era un luogo di raccolta di ammalati e d’infermi di ogni tipo, che vi affluivano in gran numero perché speravano nell’intervento divino nella loro vita e credevano che in quel luogo avrebbero potuto ricevere la loro guarigione miracolosa. A Betesda infatti Dio manifestava la Sua Misericordia inviando in determinati momenti un angelo ad agitare le acque, e il primo che se ne accorgeva e s’immergeva, guariva immediatamente da qualunque malattia fosse affetto. 

 

Dalla Galilea, Gesù si era recato a Gerusalemme per partecipare ad una festa dei Giudei, probabilmente la Pasqua, e aveva affrontato circa tre giorni di faticoso cammino in salita, dato che tra la Galilea e Gerusalemme c’è un dislivello di  900 metri, pur di ubbidire ai comandi del Padre, gli Ebrei infatti celebravano le feste sulla base degli insegnamenti della Scrittura. Di certo altre volte si era recato in quella città, ma quella fu la prima volta in cui ministrò agli infermi per dimostrare che era Lui la Misericordia di Dio fatta carne, Colui che “… perdona tutte le iniquità e guarisce tutte le infermità” Salmo 103:3.  

 

Gesu’ non raccontava le parabole per condannare,ma per insegnare, per salvare coloro che si dirigevano in strade sbagliate,per mostrare una direzione che l’essere umano non vede ma percorre in questa dimensione terrena ,o in ogni caso non vuole percorrere in verita’, Gesu’ si adopera,ma chiede all’essere umano la fede,  "alzati "cammina", " la tua fede ti ha salvato" e cosi via,il vangelo insegna bene queste cose,nel cuore di Gesu’ vive l’amore per ogni creatura,anche tra coloro che sono lontani dalla volonta’ di DIO, anche tra coloro che gli hanno fatto del male, l’amore ostinato che Gesu’ manifesta e’ l’offerta  della Santita’ donata per prima a i suoi Discepoli piu’ cari,piu’ vicini a lui, cio’ che il Padre ha donato a lui Gesu’ fa di tutto perche sia anche dei suoi Discepoli , e’ una attitudine che nei secoli e’ rimasta invarita il guarire continuamente chi e’ nel peccato  e offrire la santita’ ai suoi discepoli, il vangelo lo insegna in tante occasioni, qualcuno rinuncia e va via deluso, ama di piu’ se’ stesso e le ricchezze terrene,qualcuno lo segue e si compromette realmente mettendo in gioco le proprie certezze terrene affidandosi pienamente a DIO,  dal vangelo si capisce anche che Gesu’ e’ quel tramite che dona la santita’, non fa’ altro che presentare la fede del Discepolo al Padre, di colui che ha amato e risposto al suo amore con la fede in lui, la cosa piu’ gratificante  che innalza un essere umano agli occhi di DIO e’ la sua fede, la fede interiore che spinge una singola persona a percorrere una strada rischiando,affidandosi a colui che DIO ha mandato,  oggi forse qualcuno e’ convinto che la santita’ e’ il risultato di una pressante e ripetitiva campagna publicitaria fatta in televisione, qualcosa costruita a pennello agli occhi degli uomini ,no,non e’ cosi, e’ qualcosa che va’ presentata agli occhi di DIO,che guarda non cio’ che lasciamo apparire ,ma le nostre azioni ,cio’ che abbiamo realmente nel cuore, quel che abbiano donato e rischiato di noi stessi per amore di DIO e per amore dell’altro.

 

Ogni giorno sotto i portici della piscina si ammassava un gran numero di ammalati e d’infermi, ma fra i tanti Gesù fu attratto da un uomo che giaceva paralizzato. Quegli infermi rappresentano coloro che, vivendo nel peccato e imbrigliati nei vizi, sono spiritualmente storpi, ciechi o paralitici, e se Gesù fu mosso a compassione proprio dal paralitico è perché rappresentava l’uomo spiritualmente morto nei falli e nei peccati (Efesini 2:1), desideroso di cambiare la propria condizione ma impossibilitato a farlo. Pur vivendo immobilizzato da trentotto anni, non aveva perso la speranza nella guarigione divina, tanto che si trovava anche lui in quel luogo, e alla domanda: «Vuoi essere guarito?» postagli dallo sconosciuto , dapprima rispose autocommiserandosi, ma poi, al comando: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina», credette, si alzò e camminò. La sua fede, accompagnata dall’azione, creò ugualmente i risultati sperati;  quell’incontro con Gesù gli cambiò radicalmente la vita, mentre se avesse deciso di non credere, sarebbe rimasto nella sua paralisi.

La raccomandazione “non peccare più affinché non ti avvenga di peggio”,  può lasciare perplessi e far riflettere su cosa può esserci di peggio della paralisi. Ricevere il miracolo di una guarigione fisica non assicura infatti la salvezza,  occorre prendere le distanze dal peccato,e quale’ il peccato?

Quell’uomo non sapeva di parlare con Gesù, il Messia, eppure credette, credi che sono il figlio di DIO ? credi che sono stato mandato da DIO? Alzati!!! ecco il richiamo alla fede, togliere questa possibilita’ al paralitico prendendolo di peso e alzandolo e come togliergli la possibilita’ di mostrare a DIO la sua fede, togliergli la possibilita’ di arrivare alla santita’ in altri casi, potrebbe nel cuore del nostro Signore Gesu’ esserci questo intento ? Gesu’ e’ un uomo forte e coraggioso , ha la certezza di DIO alle sue spalle, non deve dimostrare niente a nessuno,solo l’amore per DIO e per il prossimo,la sua felicita’ e la felicita’ altrui , ma ha lasciato a tutti coloro che incontrava  nella loro debolezza la possibbilita’ di esporre la propria fede a DIO .

 Il paralitico a ciò che gli aveva detto  senza esitare ubbidì, invece di mettere in azione il suo razionalismo, si alzò e camminò. L’ubbidienza a Cristo gli giovò l’istantanea guarigione,la liberta’ e l’amore di DIO si fece carne per lui ,lo ha cosi potuto toccare con mano,cio’ ha cambiato realmente il corso della sua vita, ma gli fece anche sperimentare la persecuzione dei religiosi che, pur trovandosi nella Casa della Misericordia, non riconobbero l’amore, la misericordia e la potenza di Dio, né gioirono per quella guarigione, perché il loro bigottismo glielo impediva, ed ubriachi di religiosità com’erano, seppero solo cogliere l’inosservanza alla Legge, il fatto che in giorno di sabato quell’uomo portasse a casa il lettuccio su cui prima giaceva. Saputo infine che quell’ordine veniva da Gesù, cominciarono a perseguitarLo, tramando persino di ucciderLo,perche’ incitava alla disobbedienza della legge che loro conoscevano. 

 

 

 

Non cerchiamo di far dire a Dio ciò che noi vogliamo, e quando parla, ascoltiamoLo ed ubbidiamo nella fede, perché dal Suo trono scende una parola perfetta, il meglio per noi, la soluzione al problema! Credergli equivale a trasformare la nostra speranza in certezza, e agire sul rhema trasforma la certezza in realtà, infatti le cose che avevamo sperato si concretizzano miracolosamente, i problemi trovano soluzione, la vita cambia! 

La Sua parola solleva dallo stato di paralisi spirituale, dà vita e guarigione, infonde energie nuove, come le ricevette quell’uomo che, una volta guarito, fu in grado di trasportare il suo lettuccio.

Nella volonta di chi viene dall’alto ce’ sempre il sogno del dono della Santita’ da realizzare nella persona incontrata e amata,DIO può fare la Sua parte, la più importante e determinante, solo se l’essere umano per fede e senza esitare agisce sulla Sua  volonta’ e ascoltando la sua parola puo’ essere quel tempio che puo’ diventare Santo. 

 

-   

Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno ,è un Dio di misericordia pieno di amore che vede le nostre miserie e si accosta anche a noi, come al paralitico di Betesda, per dirci: “Vuoi essere guarito?” dandoci così un obiettivo, per metterci in guardia: “…non peccare più affinché non ti avvenga di peggio”," Alzati e cammina" bisogna per dare soluzione soprannaturale ai nostri problemi;  perché nella nostra vita le situazioni negative cambino, dobbiamo cercare la Sua faccia, il suo cuore,e accoglierlo nella propria vita, allora le nostre speranze diverranno miracolosamente realtà!

IN FEDE LINA LADU.GERUSALEMME.

 
 
 

LA GELOSIA DI DIO...LINA LADU.

Post n°1195 pubblicato il 12 Novembre 2014 da linaladu

Mosè «maestro» che trasmise la conoscenza

 

“il Signore tuo Dio che sta in mezzo a te, è un Dio geloso;” Diciamo subito che queste parole hanno un contenuto elevatissimo e sono di una bellezza indescrivibile. Esse esprimono proprio la condizione di chi è innamorato e dunque in realtà ci confessano che Dio brama di amore per noi, che Dio ci desidera e che nel suo cuore siamo una presenza importante e di grande valore. L’amore conduce la persona innamorata ad essere vicina alla persona amata, con una vicinanza che non è fatta solo di presenza fisica e di brevi distanze, ma che si sviluppa soprattutto con la donazione totale di se stessi. Il Signore è innamorato di ciascuno di noi, il suo amore è puro, il suo amore è disinteressato, il suo amore è gratuito. Egli ci ama al punto di non sapere stare lontano da noi, al punto da non potere vivere lontano da noi, al punto da volere essere parte principale ed esclusiva di tutta la nostra vita.

L’amore crea un legame e Dio vive questo legame con noi con grande intensità, trasferendo attraverso esso tutta la sua persona verso di noi. Ciò significa anche che a causa della nostra freddezza e della nostra infedeltà Dio soffre parecchio la distanza che noi creiamo con Lui.  Tutti abbiamo vissuto l’esperienza dell’amore umano e tutti conosciamo il gusto amaro e doloroso del rifiuto e dell’indifferenza. Quando si ama si è disposti a donarsi interamente alla persona cui dirigiamo il nostro amore e la nostra attenzione è costantemente rivolta ad essa per incontrare tutte le sue necessità e per condividere le gioie del nostro cuore. Capita spesso che questo amore non è corrisposto o è corrisposto solo a convenienza. L’amore ovviamente non viene mai imposto, ma solo donato con una proposta. Il rifiuto dell’amore è l’esperienza più dolorosa della vita perché non trova ragione nella nostra mente e nel nostro cuore. Il concetto assume tutt’altro significato e valore quando a donarsi e a essere rifiutato è Dio. In tal caso veramente non ci sono nel cuore, nella ragione e nel corpo di chi si nega motivazioni che possano giustificare il suo rifiuto di un dono gratuito che ha come obbiettivo la felicità dell’essere. Dio non demorde e rimane sempre accanto a noi, pronto a riproporci il suo cuore in ogni istante, rendendosi così disponibile a essere cercato e trovato solo nei momenti del bisogno. Quando noi uomini ci troviamo di fronte ad un problema più grande delle nostre possibilità e non sappiamo più come risolverlo, non trovando altre soluzioni in noi stessi e negli altri, torniamo a sperare nell’intervento di Dio e riapriamo il dialogo amoroso con Lui. E’ un dialogo di pura convenienza che finisce non appena Dio ci concede quanto richiesto o nel momento in cui, per il nostro migliore bene, Egli interviene con altre soluzioni, magari anche contrarie a quanto noi ci aspettiamo. Finita questa fase, facilmente il cuore umano torna ad allontanarsi da Dio.

Dalle sofferenze che un tale atteggiamento crea nel nostro cuore quando esso è provocato dalla persona che amiamo e che non ci corrisponde o ci corrisponde solo per il tempo necessario del suo bisogno possiamo benissimo comprendere quanto grande è il dolore di Dio per l’indifferenza con cui ci rivolgiamo a Lui. Dio è un Dio geloso, un Dio che teme per la nostra vita e per la felicità del nostro cuore, un Dio che vuole continuamente sentirsi dire da noi che lo amiamo, un Dio che attende accanto a noi l’elemosina del nostro cuore. Questa che apparentemente ai nostri occhi può sembrare una debolezza è invece la vera forza dell’amore, la forza dell’amore che non si impone ma che non si arrende di fronte a un rifiuto, la forza di un amore che non cambia la sua direzione perché non è corrisposto, l’amore vero non è un amore condizionato, non è un amore che si spegne se è rifiutato, ma è un amore che sa attendere pazientemente e senza mai scemare il momento giusto perché il cuore della persona amata possa accoglierlo. Dio trascorre l’intera nostra vita accanto a noi in attesa di questo momento e non perde occasione per starci vicino. Questo significa che Dio sta in mezzo a noi e che è un Dio geloso. Succede, altresì, nella vita di ognuno di noi che quando la persona che ci ama smette di amarci per i nostri continui rifiuti o viene a mancare, e con essa ci viene tolto quell’amore che abbiamo trattato con indifferenza, ci rendiamo conto del grande errore commesso e ci pentiamo amaramente di non aver dato ascolto al quel bellissimo cuore che ci voleva bene incondizionatamente. Questa esperienza umana ci serve per comprendere che arriverà un tempo nella nostra esistenza in cui scopriremo la irresistibile bellezza del Signore, quella bellezza che ci ha corteggiato per l’intera nostra vita e che noi abbiamo rifiutato in continuazione. Ma sarà un tempo che non ci darà più tempo di recuperare perché sarà il tempo del giudizio. La condanna ce la saremo scelta noi e sarà la condanna al dolore terribile e insopportabile di avere perso per sempre la realtà più bella della nostra esistenza: Dio.

L’inferno, che tanto Dio ci vuole risparmiare, è questa terribile condizione e la consapevolezza di essercela procurata noi con le nostre scelte, con la nostra volontà e con il rifiuto della salvezza offertoci da Cristo sulla croce. Cosa non ha fatto Dio e cosa non fa Dio per risparmiarci e per risparmiare a se stesso questo dolore? Al dolore terribile di perderci per sempre e al nostro dolore insostenibile di averLo perso per sempre, Dio ha preferito il dolore fisico, ma salvifico, della passione, della crocifissione e della morte. Queste considerazioni e riflessioni sul dolore sentito da Dio  per il nostro rifiuto sono importantissime perché servono a farci comprendere anche la misura dell’amore di Dio per noi. A un amore grande corrisponde un dolore più grande, ciò significa che all’immenso dolore della passione di Cristo corrisponde un amore  immenso da parte di Dio. Impariamo a conoscere proprio dalla sofferenza del Signore la grandezza del suo amore per noi allo scopo di accoglierlo e di viverlo con la pienezza del cuore.   Tornando alle considerazioni iniziali circa il rischio che corriamo nel corso della vita di tradire la fedeltà e l’amore di Dio con vari atteggiamenti e comportamenti, possiamo allora comprendere che temere Dio significa ascoltare le sue dolci parole d’amore, accoglierle nel nostro cuore, corrisponderle con una condotta di vita tutta conformata all’amore, tutta orientata a servire l’amore, tutta concentrata a costruire ogni attimo della nostra esistenza sull’amore. Il giuramento di fedeltà a Dio è giuramento di amore che ci guida alla realizzazione costante del nostro destino di persone amate e desiderate da Dio. Dio manifesta la presenza e il suo amore nel mondo continuamente e lo fa con gli stessi mezzi con cui lo facciamo noi, ossia per mezzo della parola e  per mezzo del corpo. La Parola di Dio è la più grande dichiarazione d’amore che l’uomo abbia mai ricevuto e la più grande che l’uomo possa sperare mai di ricevere. Essa contiene le parole più edificanti e più gioiose che il nostro cuore possa mai udire. Il Corpo di Dio si è manifestato e si manifesta nella nostra vita in continuazione attraverso Gesù Cristo e attraverso l’Eucarestia. Il dono della Parola e il dono del Corpo sono il luogo in cui si realizza l’incontro d’amore completo e pieno tra l’uomo e Dio. Luogo che non si trova in chissà quale paradiso cosmico, ma che è presente quotidianamente sulla terra, nel mondo, in mezzo agli uomini. Non possiamo fare finta di non conoscere l’importanza, il contenuto e il valore di questi Doni, di questi Luoghi, non possiamo continuare a restare sordi alle parole d’amore di Dio, non possiamo fare finta di non vedere la presenza corporea di Dio in mezzo a noi. Cosa ci spinge a non rispondere agli appelli d’amore di Dio? Forse gli idoli, forse la nostra scarsa sensibilità, forse la nostra indifferenza, forse la nostra ignoranza, forse il nostro egocentrismo, forse la nostra superficialità. Accogliamo dunque i precetti d’amore di Mosè e viviamoli intensamente con grande fede e convinzione, perché tramite essi Dio ci ha consegnato il suo cuore.

IN FEDE LINA LADU.

 

 
 
 

IL PROFETA.LINA LADU GERUSALEMME.

Post n°1194 pubblicato il 06 Novembre 2014 da linaladu

http://www.windoweb.it/guida/arte/arte_foto/caravaggio_3.jpg

 

 

Gesù è profeta perché:

Dio-Padre dichiarò di aver mandato Suo Figlio "per parlare": "Mentre egli parlava ancora, una nuvola luminosa li coprí con la sua ombra, ed ecco una voce dalla nuvola che diceva: "Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo". (Matteo 17:5; Marco 9:7; Luca 9:35; Atti 3:22) Se Dio-Padre ha ordinato di ascoltare Suo Figlio Gesù, vuol dire che Questi doveva aver ricevuto il compito tipico dei profeti, quello cioè di "parlare" in Nome di Dio! Nessuno avrebbe potuto ascoltare se non ci fosse stato nessuno che parlasse.

Lo Spirito Santo Lo ha mandato "per parlare":

"Lo Spirito del Signore è sopra di me; perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato ad annunziare la liberazione ai prigionieri, e ai ciechi il ricupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi, e a proclamare l'anno accettevole del Signore". (Luca 4:18-19; Isaia 61:1; la colomba si posò su di Lui: Matteo 3:16; Lo Spirito Santo scese e si fermò su di Lui: Giovanni 1:32-33) Lo Spirito Santo dà a Gesù un mandato di profezia, "Poiché colui che Dio ha mandato, proferisce le parole di Dio; perché Dio non gli dà lo Spirito con misura" (Giovanni 3:34)

Gesù stesso dichiarò di essere profeta: "E si scandalizzavano a causa di lui. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato che nella sua patria e in casa sua". (Matteo 13:57; Marco 6:4; Luca 4:24; Giovanni 4:44)

Lo affermò poco prima di andare a morire: "Ma bisogna che io cammini oggi, domani e dopodomani, perché non può essere che un profeta muoia fuori di Gerusalemme." (Luca 13:33)

Gesù è un vero profeta, perché non parla di suo, ma riferisce le parole di Colui che lo ha mandato: "Perché io non ho parlato di mio; ma il Padre che m'ha mandato, m'ha comandato lui quel che debbo dire e di che debbo ragionare;" (Giovanni 12:49)

Egli è stato "mandato" e lo dichiara apertamente: "Chi riceve voi, riceve me; e chi riceve me, riceve Colui che mi ha mandato." (Matteo 10:40; Marco 9:37)

Giovanni battista fu invitato da Gesù a credere in tale Sua funzione profetica: Giovanni Battista ci ha mandati da te a dirti: Sei tu colui che ha da venire, o ne aspetteremo noi un altro?" (Luca 7:19-20) La risposta di Gesù fu molto precisa: "Andate a riferire a Giovanni quel che avete veduto e udito: i ciechi ricuperano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i morti risuscitano, l'Evangelo è annunziato ai poveri. E beato colui che non si sarà scandalizzato di me!" (Luca 7:22-23)

Lo disse il profeta Mosè:

Alludendo a Gesù, "Mosè, infatti, disse: Il Signore Dio vi susciterà in mezzo ai vostri fratelli un profeta come me; ascoltatelo in tutte le cose che vi dirà." (Atti 3:22) "Questi è il Mosè che disse ai figli d'Israele: Dio vi susciterà, tra i vostri fratelli, un profeta come me." (Atti 7:37)

Perché Gesù è profeta COME Mosè? Perché anche Mosè è il profeta-Dio (Esodo 4:16), pastore di pecore (Gesù di anime) che porta in popolo di Dio dalla schiavitù dell'Egitto (il peccato) alla libertà in Canaan (la grazia) passando per il Mar Rosso (il Sangue purificatore di Gesù), dando la manna per nutrimento (la parola discesa dal cielo), portando i 10 comandamenti (Gesù ne porta 2)

La folla lo considerava tale: "E benché desiderasse farlo morire, temette la folla che lo considerava un profeta." (Matteo 14:5; Matteo 21:46)

la vedova di Nain e una gran moltitudine della città che era con lei, dopo aver visto la resurrezione dell'unigenito morto, lo apostrofarono così: "Un gran profeta è sorto fra noi; e: Dio ha visitato il suo popolo" (Luca 7:16)

La gente dunque, avendo visto il miracolo che Gesù aveva fatto, disse: "Questi è certo il profeta che deve venire nel mondo". (Giovanni 6:14)

Una parte dunque della gente, udite quelle parole, diceva: "Questi è davvero il profeta". (Giovanni 7:40)

La domenica delle palme le folle dicevano: Questi è Gesù, il profeta che viene da Nazaret di Galilea". (Matteo 21:11)

I soldati del sommo sacerdote Caiafa lo beffeggiavano per tale attributo: " Allora gli sputarono in viso e gli diedero dei pugni; e altri lo schiaffeggiarono, dicendo: "O Cristo profeta, indovina! Chi ti ha percosso?" (Matteo 26:67-68; Marco 14:65) L'Evangelo di Luca è più particolareggiato: "poi lo bendarono e gli domandavano: "Indovina, profeta! Chi ti ha percosso?" (Luca 22:64)

La fama in Giudea era quella che Gesù fosse un profeta come quelli di una volta: "Altri invece dicevano: "E Elia!" Ed altri: "E un profeta come quelli di una volta". (Marco 6:15)

La samaritana lo credeva: "La donna gli disse: Signore, vedo che tu sei un profeta. (Giovanni 4:19)

Il cieco guarito lo affermò: "Essi dunque dissero di nuovo al cieco: "Tu, che dici di lui, poiché ti ha aperto gli occhi?" Egli rispose: "E un profeta". (Giovanni 9:17)

Il fariseo lo credeva, ma, avendolo messo in dubbio, ne fu smentito dai fatti, perché Gesù lo previene, come un vero profeta: "Il fariseo che lo aveva invitato, veduto ciò, disse fra sé: "Costui, se fosse profeta, saprebbe che donna è questa che lo tocca; perché è una peccatrice". (Luca 7:39)

I discepoli, dopo la sua morte: "Egli disse loro: Quali?" Essi gli risposero: "Il fatto di Gesù Nazareno, che era un profeta potente in opere e in parole davanti a Dio e a tutto il popolo;" (Luca 24:19)

I sacerdoti, i farisei e gli scribi ne contestavano l'attributo con varie argomentazioni: "Sei tu forse maggiore del padre nostro Abramo, il quale è morto? Anche i profeti son morti; chi pretendi d'essere?" (Giovanni 8:53)

CONSEGUENZE

Quello che è il CAPO, lo è anche IL CORPO... quando è ben attaccato al Capo, in modo da riceverne le direttive e gli ordini!

I credenti possono diventare profeti o svolgere la funzione del profetizzare, così come troviamo in molti passi:

Chi ascolta voi ascolta me; chi respinge voi respinge me, e chi rifiuta me rifiuta Colui che mi ha mandato". (Luca 10:16)

Eravamo là da molti giorni, quando scese dalla Giudea un profeta, di nome Agabo." (Atti 21:10)

Vorrei che tutti parlaste in altre lingue, ma molto più che profetaste; chi profetizza è superiore a chi parla in altre lingue, a meno che egli interpreti, perché la chiesa ne riceva edificazione." (I Corinzi 14:5)

Infatti tutti potete profetare a uno a uno, perché tutti imparino e tutti siano incoraggiati.(I Corinzi 14:31)

Se qualcuno pensa di essere profeta o spirituale, riconosca che le cose che io vi scrivo sono comandamenti del Signore." (I Corinzi 14:37)

Pertanto, fratelli, desiderate il profetare, e non impedite il parlare in altre lingue;" (I Corinzi 14:39)

Anche le donne sono state profetesse sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento: tale era la moglie del profeta (Isaia 8:3)una donna rivestita del dono di profezia (Esodo 15:20). Profetesse furono Maria sorella di Aaronne e Mosè, Esodo 15:20, Debora che inneggiò con Barak (Giudici 5:1-31), Anna madre di Samuele (I Samuele 2:1-10). E inoltre Anna che non si dipartiva dal tempio (Luca 2:36-38); le quattro figliole dell'evangelista Filippo (Atti 21:9). Lo Spirito Santo addirittura non fa distinzione fra maschi e femmine: "E, dopo questo, avverrà che io spanderò il mio spirito sopra ogni carne, e i vostri figliuoli e le vostre figliuole profetizzeranno, i vostri vecchi avranno dei sogni, i vostri giovani avranno delle visioni." (Atti 2:17; Gioele 2:28)

Infine, Dio vendica il male fatto ai profeti:

affinché il sangue di tutti i profeti sparso dalla fondazione del mondo sia ridomandato a questa generazione;" (Luca 11:50)

"affinché venga su voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che voi uccideste fra il tempio e l'altare. Io vi dico in verità che tutte queste cose verranno su questa generazione. Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figliuoli, come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta." (Luca 23:35-38)


ANCHE IO. LINA LADU,IN VERITA' VI DICO,DIO MI HA MANDATA,TRAMITE ME SI RIPETERA' IL MIRACOLO,AVEVO 26 ANNI ,QUANDO L'ANGELO DEL SIGNORE,VISITO' LA MIA UMILE DIMORA ANNUNZIANDOMI,QUESTA PROFEZIA,DA ALLORA MOLTE COSE DETTE DA ME SONO GIA' ACCADUTE.DUNQUE CARI FRATELLI E' SORELLE NON GIUDICHIAMO MAI L'OPERATO DEL PROFETA,PERCHE', PER QUESTO ,DIO DECRETA CONDANNA...LA PACE DEL SIGNORE,SIA CON TUTTI ,NELL'ATTESA DELLA SUA VENUTA..AMEN.

LINA LADU GERUSALEMME.

 
 
 

La danza del sole

Post n°1193 pubblicato il 03 Novembre 2014 da linaladu

 

 

Sereno inizio di settimana

 
 
 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: linaladu
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 105
Prov: NU
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

http://img7.dreamies.de/img/702/b/wrt5wncc34c.gif

 

http://i.imgur.com/lYJOtCF.jpg?1

 

 

http://i.imgur.com/xGPVc.gif?1

 

 

http://i.imgur.com/9qtRay1.jpg?1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963