Creato da fanrizio19700 il 27/10/2005
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Il bimbetto dove lo metto?

Post n°1 pubblicato il 27 Ottobre 2005 da fanrizio19700

Senza alcun intento polemico ho deciso di rendere pubblico il mio disagio di genitore per fatti indegni per un comune evoluto come il nostro di Arese, e che riguardano un servizio che è definito senza nessuna esagerazione un servizio di prima necessità. Riguarda infatti la collocazione dei nostri bambini in un ambiente, come quello del nido, in grado di aiutarli a socializzare e a costruire quelle fondamentali basi di apprendimento utili per la scuola materna e per il più ampio concetto di scolarizzazione.

Ora, quando questo servizio così necessario non viene addirittura a mancare, i costi costringono la maggior parte dei genitori del buon ceto medio (e non solo!) a riflettere seriamente sulla possibilità di far frequentare al proprio figlio il nido. Ma prima ancora di parlare dei costi, ciò che lascia esterrefatti è la sconclusionata, per così dire, organizzazione a partire dall’iscrizione. Cose che sono letteralmente sotto gli occhi di tutti. Eccole.

Quest’anno le iscrioni si sono aperte lunedì 4 aprile: il primo genitore si è presentato alle 19:45 di domenica 3 aprile! Chi scrive si è presentato alla fila alle 6:30 del mattino del 4 aprile con l’ottimo risultato di risultare 28esimo! Alle 14:00 erano in fila 102 genitori: scene da protezione civile che distribuisce i viveri, scene da stadio al derby, pura fantascienza!  Ma tutto questo invece è pura e verificabile realtà!

Il risultato di questo disagio (usando un eufemismo!) è che 40 bambini, che equivarrebbero a 3 classi scarse,  sono esclusi dalla frequentazione del nido comunale.

Alternative possibili?  I nidi i privati gestiti dalle cooperative. Vediamo i costi: 6 ore al giorno  valgono 600 euro mese, cui si aggiungono i costi dei pasti ,dei pannolini ecc ecc...

Sono dunque alternative da ritenersi possibili? Io dico di no, e con fermezza!

D’altro canto i correttivi annunciati dall’assessorato sono ancora da considerarsi a livello di intenzioni,

così come restano intenzioni -ma questo mi sembra più grave- quelle dei genitori di 40 bambini di mandare i loro figli a scuola…

Ci tengo ancora una volta a precisare che il mio intento non è assolutamente polemico, ma di sensibilizzare altri genitori, e soprattutto chi ci governa, a tener conto di un grave disagio, un disagio reale a fronte di una necessità, non esito a dire, come quella dell’istruzione e del futuro dei nostri bambini.

Mi chiedo: la scuola è sempre un diritto?

 
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