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« Tragedia!Aldilà »

Come uccidere un uomo

Post n°3 pubblicato il 06 Aprile 2011 da SignoraNesia

lunedì 5 gennaio 2009

COME UCCIDERE UN UOMO SENZA LASCIARE TRACCIA

Fonte: http://paolofranceschetti.blogspot.com/2009/01/come-uccidere-un-uomo-senza-lasciare.html

Servizi segreti, spie, terroristi e dintorni. Enciclopedia dello spionaggio

Edito da Edizioni Attualità del Parlamento, 1993

Prefazione di Flaminio Piccoli.Presentazione di Giuseppe Muratori.Postfazione di Alberto Fumi.

Di Solange Manfredi

Nel corso di questo anno, nel blog, abbiamo pubblicato diversi articoli in cui sottolineavamo le morti di alcune persone informate sui fatti, avvenute poco prima di essere ascoltati dai PM o prima dell’audizione a qualche commissione parlamentare d’inchiesta.

Il risultato di queste morti improvvise è sempre stata la mancata individuazione di mandanti ed autori dei vari delitti o stragi.

I modi in cui questi testimoni sono morti sono stati i più vari:

- incidenti stradali;
- rapine finite male;
- pallottole vaganti;
- suicidi;
- complicazioni post-operatorie;
- infarti, ecc..

In alcuni casi i lettori sono sembrati un po’ scettici quando abbiamo avanzato dubbi su alcune morti, soprattutto quando il referto autoptico confermava, magari, l’infarto o il cancro.

Allora vediamo come, secondo l’enciclopedia dello spionaggio (ed. Attualità del Parlamento, Roma), scritta da Giuseppe Muratori, Presidente dell’Istituto Ricerche Comunicazioni Sociali (IRCS) nel 1993, si può uccidere una persona facendo credere che sia deceduta per cause naturali.

E’ appena il caso di sottolineare come i metodi qui elencati siano stati resi pubblici nel 1993 e quindi, con buona probabilità, già all’epoca superati da tecniche molto più sofisticate ed ancora sconosciute (altrimenti non li avrebbero pubblicati).

Ecco alcuni metodi:

ACIDO CIANIDRICO, comunemente detto acido prussico. Sostanza letale ad effetto rapido e sicuro usato da agenti dei servizi segreti militari per assassinare i nemici. Nell’industria è usato come disinfettante gassoso[1];

ACIDO OSSALICO, usato nell’analisi chimica, come sbiancante nell’industria della stampa e nella produzione di tinture, detersivi, carta, gomma, ecc.. Anche questo usato come sostanza letale da agenti di certi servizi segreti militari per assassinare i nemici[2];

CELLULE CANCEROGENE VIVE, utilizzate con iniezioni da agenti di certi servizi segreti militari per assassinare avversari e agenti nemici. Il reperimento delle cellule cancerogene vive avviene, clandestinamente, nelle facoltà universitarie di medicina e in certi laboratori che le tengono di scorta per gli scienziati impegnati nella ricerca sulla cura del cancro[3] (se una persona muore di cancro come sospettare che sia stata uccisa?);

CIANURO, è un’arma di alluminio con silenziatore azionata da una pila da 1,5 volt. Spara proiettili formati da piccole fiale contenenti un veleno a base di cianuro che, dopo 5 minuti, non lascia alcuna traccia nell’organismo umano. E’ formata da tre cilindri, l’uno dentro l’altro. Il primo cilindro contiene una molla ed un pistone. La molla mossa da una leva spinge il pistone nel secondo cilindro. A quel momento la fialetta contenente il liquido si spezza ed il veleno è spruzzato verso il volto del nemico. La morte sopravviene in pochi istanti. Quando il medico effettua l’autopsia constata l’arresto cardiaco e diagnostica una crisi cardiaca [4];

TALLIO, sostanza priva di sapore ad effetto lento sul sistema nervoso usata dalle spie per avvelenare gli agenti nemici e i traditori[5].

Ma ancora non basta.

Se queste tecniche sono state rese note nel 1993 e, come abbiamo detto probabilmente venivano utilizzate nei decenni precedenti, un’altra tecnica, ancora più incredibile, la ricaviamo dagli atti della Commissione Parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi, presieduta dall’ON Pellegrino (rintracciabile in internet all’indirizzo http://testo.camera.it/_dati/leg13/lavori/bollet/200010/1018/pdf/26.pdf)

E’ il 18 ottobre del 2000, quando, nel corso della 74° seduta, Arrigo Molinari, ex questore che morirà nella notte del 27 settembre 2005 con 10 coltellate infertegli nella sua casa di Audora[6] in una c.d. “rapina finita male”, dichiara:

MOLINARI “Prima del 1978 a San Martino, o nei pressi di San Martino, venne istituito un centro diagnostico (che adesso è presente in tutte le città d’Italia, in tutti gli ospedali), il cosiddetto TAC. Il primo di questi impianti ad essere installato in Italia. Ad installare questo impianto fu fittiziamente Rosati, che aveva la gestione di questa TAC. Ma in realtà la TAC era una struttura della P2 che doveva servire...

 
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