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Nessuno mi può giudicare film

Post n°5 pubblicato il 06 Aprile 2011 da SignoraNesia
Foto di SignoraNesia

Alice, 35 anni e un figlio di 9, vive, superficiale e razzista, in una grande villa a Roma nord. Alla morte improvvisa del marito, imprenditore di sanitari, viene a sapere dall’avvocato di famiglia che il consorte l’ha lasciata sul lastrico e che, se non salderà al più presto il grosso debito, perderà anche la custodia del figlio. Seguendo Aziz, il cameriere che ha insultato fino a pochi minuti prima, Alice lascia il lusso a cui è abituata per trasferirsi su una terrazza malandata del quartiere popolare del Quarticciolo. Per guadagnare tanto e in fretta, poi, ricorre al mestiere più antico del mondo, facendosi dare lezioni da una escort professionista.
Il lieto fine, garantito dal regime di commedia, che fa sì che tutti vivano ricchi felici e contenti, fa anche del film un invito bello e buono a risolvere i problemi nel modo più veloce e discutibile, perché tanto è la buona fede che conta e dunque “nessuno mi può giudicare”. Ma, moralismo a parte, la pericolosità del film di Massimiliano Bruno risiede altrove, meno in vista, più in profondità.
Punteggiato di buone battute, girato fra amici e dunque grondante divertimento, l’esordio alla regia dello sceneggiatore di Fausto Brizzi (comunque autore - non si scappa - del soggetto e della revisione del copione) può facilmente apparire più innocuo, onesto e riuscito di altri prodotti medi del genere, meno attento a come meglio posizionare corpi abiti e sorrisi e più critico verso le storture dell’attualità. Invece, spiacenti di dissentire, intravediamo in esso più di un inganno. Paola Cortellesi, brava bravissima come sappiamo che è, si presta, pur senza volgarità, ad un’ostentazione di sé in tutte le salse di cui si fa presto indigestione e la retorica sui quartieri popolari, culla dei sopravvissuti valori in via d’estinzione, dove tutti sono amici, non importa di che colore o di che fede calcistica, fa quasi accapponare la pelle. Per non parlare del personaggio toccato in sorte a Rocco Papaleo, per il quale soffriamo in silenzio.

 
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Aldilà

Post n°4 pubblicato il 06 Aprile 2011 da SignoraNesia

I nostri morti vivono nella luce e tengono i loro occhi risplendenti fissi sui nostri velati di lacrime. E sanno meglio di noi ricordare e pregare (S. Agostino).

Nel momento del decesso lo spirito di una persona lascia il corpo fisico e i due eteri più grossolani ritrovandosi in un corpo aereo formato dai due eteri più sottili e tutti gli altri veicoli di cui poteva disporre durante la sua esistenza terrena.

Nei tre giorni che seguono al decesso il defunto imprime nel suo corpo del desiderio tutto il panorama della sua vita, evento dopo evento, dal concepimento in poi. Questo è un lavoro assai importante ed è buona norma che il defunto non venga disturbato con grida o pianti. Anche il trapianto di organi non è da considerarsi consigliabile.

Il Purgatorio

Finito questo lavoro inizia la fase chiamata "Purgatorio". La persona inizia a vedere il panorama della sua vita e soffre per ogni sofferenza che gli altri hanno subito a causa sua. Questa fase dura all'incirca un terzo degli anni vissuti nel corpo fisico e viene fatta a ritroso, ovvero dalla morte alla nascita, affinché si vedano prima i dolori arrecati e poi le azioni che li hanno causati.

L'ultima parte del Purgatorio viene anche definita come "Primo Cielo". Questo esame è assai importante perché permette al defunto di rendersi conto di quanto male ha causato per il modo in cui ha agito. Questa consapevolezza imprime nello spirito la coscienza di ciò che non deve essere fatto e sarà la voce della coscienza nella vita successiva.

Quando uno spirito entra nel Purgatorio, è esattamente lo stesso personaggio che era prima di morire; ha gli stessi gusti, gli stessi desideri, le stesse avversioni di prima. Non ha però il corpo fisico per soddisfare i suoi desideri. Il beone, ad esempio, desidera ardentemente bere, ancor più di quando era in vita, non ha però lo stomaco per contenere l'alcool e creare la sensazione di ebbrezza. Può però entrare in un bar, penetrare nel corpo fisico di un beone e soddisfare, suo tramite, il pressante desiderio. Il supplizio di Tantalo intende appunto significare la situazione dei viziosi durante il Purgatorio.

Questa sofferenza termina quando lo spirito ha compreso che non vi è più alcuna possibilità di soddisfare i desideri carnali ed accetta di eliminare i suoi vizi avanzando così nel cammino spirituale. Se i suoi desideri fossero insaziabili, al punto da non poter resistere senza essere appagati, la sofferenza sarebbe davvero infernale anche se non vi fossero fiamme di sorta. Se la vita terrena è stata vissuta sobriamente il processo di purificazione viene terminato in breve tempo. Il Purgatorio diventa invece assai lungo se le brame ed i desideri sono stati forti ed incontrollati.

 
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Come uccidere un uomo

Post n°3 pubblicato il 06 Aprile 2011 da SignoraNesia

lunedì 5 gennaio 2009

COME UCCIDERE UN UOMO SENZA LASCIARE TRACCIA

Fonte: http://paolofranceschetti.blogspot.com/2009/01/come-uccidere-un-uomo-senza-lasciare.html

Servizi segreti, spie, terroristi e dintorni. Enciclopedia dello spionaggio

Edito da Edizioni Attualità del Parlamento, 1993

Prefazione di Flaminio Piccoli.Presentazione di Giuseppe Muratori.Postfazione di Alberto Fumi.

Di Solange Manfredi

Nel corso di questo anno, nel blog, abbiamo pubblicato diversi articoli in cui sottolineavamo le morti di alcune persone informate sui fatti, avvenute poco prima di essere ascoltati dai PM o prima dell’audizione a qualche commissione parlamentare d’inchiesta.

Il risultato di queste morti improvvise è sempre stata la mancata individuazione di mandanti ed autori dei vari delitti o stragi.

I modi in cui questi testimoni sono morti sono stati i più vari:

- incidenti stradali;
- rapine finite male;
- pallottole vaganti;
- suicidi;
- complicazioni post-operatorie;
- infarti, ecc..

In alcuni casi i lettori sono sembrati un po’ scettici quando abbiamo avanzato dubbi su alcune morti, soprattutto quando il referto autoptico confermava, magari, l’infarto o il cancro.

Allora vediamo come, secondo l’enciclopedia dello spionaggio (ed. Attualità del Parlamento, Roma), scritta da Giuseppe Muratori, Presidente dell’Istituto Ricerche Comunicazioni Sociali (IRCS) nel 1993, si può uccidere una persona facendo credere che sia deceduta per cause naturali.

E’ appena il caso di sottolineare come i metodi qui elencati siano stati resi pubblici nel 1993 e quindi, con buona probabilità, già all’epoca superati da tecniche molto più sofisticate ed ancora sconosciute (altrimenti non li avrebbero pubblicati).

Ecco alcuni metodi:

ACIDO CIANIDRICO, comunemente detto acido prussico. Sostanza letale ad effetto rapido e sicuro usato da agenti dei servizi segreti militari per assassinare i nemici. Nell’industria è usato come disinfettante gassoso[1];

ACIDO OSSALICO, usato nell’analisi chimica, come sbiancante nell’industria della stampa e nella produzione di tinture, detersivi, carta, gomma, ecc.. Anche questo usato come sostanza letale da agenti di certi servizi segreti militari per assassinare i nemici[2];

CELLULE CANCEROGENE VIVE, utilizzate con iniezioni da agenti di certi servizi segreti militari per assassinare avversari e agenti nemici. Il reperimento delle cellule cancerogene vive avviene, clandestinamente, nelle facoltà universitarie di medicina e in certi laboratori che le tengono di scorta per gli scienziati impegnati nella ricerca sulla cura del cancro[3] (se una persona muore di cancro come sospettare che sia stata uccisa?);

CIANURO, è un’arma di alluminio con silenziatore azionata da una pila da 1,5 volt. Spara proiettili formati da piccole fiale contenenti un veleno a base di cianuro che, dopo 5 minuti, non lascia alcuna traccia nell’organismo umano. E’ formata da tre cilindri, l’uno dentro l’altro. Il primo cilindro contiene una molla ed un pistone. La molla mossa da una leva spinge il pistone nel secondo cilindro. A quel momento la fialetta contenente il liquido si spezza ed il veleno è spruzzato verso il volto del nemico. La morte sopravviene in pochi istanti. Quando il medico effettua l’autopsia constata l’arresto cardiaco e diagnostica una crisi cardiaca [4];

TALLIO, sostanza priva di sapore ad effetto lento sul sistema nervoso usata dalle spie per avvelenare gli agenti nemici e i traditori[5].

Ma ancora non basta.

Se queste tecniche sono state rese note nel 1993 e, come abbiamo detto probabilmente venivano utilizzate nei decenni precedenti, un’altra tecnica, ancora più incredibile, la ricaviamo dagli atti della Commissione Parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi, presieduta dall’ON Pellegrino (rintracciabile in internet all’indirizzo http://testo.camera.it/_dati/leg13/lavori/bollet/200010/1018/pdf/26.pdf)

E’ il 18 ottobre del 2000, quando, nel corso della 74° seduta, Arrigo Molinari, ex questore che morirà nella notte del 27 settembre 2005 con 10 coltellate infertegli nella sua casa di Audora[6] in una c.d. “rapina finita male”, dichiara:

MOLINARI “Prima del 1978 a San Martino, o nei pressi di San Martino, venne istituito un centro diagnostico (che adesso è presente in tutte le città d’Italia, in tutti gli ospedali), il cosiddetto TAC. Il primo di questi impianti ad essere installato in Italia. Ad installare questo impianto fu fittiziamente Rosati, che aveva la gestione di questa TAC. Ma in realtà la TAC era una struttura della P2 che doveva servire...

 
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Tragedia!

Post n°2 pubblicato il 06 Aprile 2011 da SignoraNesia

Tragedia al largo al largo di Lampedusa. Centocinquanta migranti risultano dispersi, secondo fonti della Guardia costiera, a seguito del ribaltamento di un barcone durante le operazioni di soccorso. Quarantasette finora le persone recuperate. Duecento migranti, di probabile provenienza tunisina, sono cadute in mare da un barcone nel canale di Sicilia, circa 39 miglia a sud ovest dell'isola. L'unità aveva chiesto soccorso tramite telefono satellitare durante la notte alle autorita' maltesi e, su richiesta di queste, erano partite da Lampedusa due motovedette delle Capitanerie di porto e un elicottero della Guardia di finanza. Giunta sul posto alle 04:00 circa di questa mattina la prima delle motovedette ha intercettato il barcone alla deriva in una situazione di grave pericolo. Il mare molto agitato (forza 4) e la concitazione a bordo del barcone hanno reso vano ogni tentativo di trarre in salvo i migranti finiti in acqua. Il buio e le avverse condizioni meteo rendono difficili le operazioni di ricerca dei naufraghi, che stanno impegnando le stesse motovedette e un peschereccio dirottato sul posto dalle Capitanerie di porto. Dopo molte ore di negoziato, il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha firmato oggi a Tunisi un accordo con la Tunisia in materia di immigrazione. Il governo italiano e quello tunisino hanno sottoscritto un "processo verbale, un accordo tecnico", sulla gestione della vicenda immigrati che prevede "anche il rimpatrio di cittadini dei due Paesi che si trovino in situazione di irregolari". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, durante una breve conferenza stampa all'ambasciata d'Italia a Tunisi. Maroni non ha fornito molti dettagli sui contenuti dell'intesa e ha spiegato che "domani illustrero' l'intesa alla riunione del Conmitato dell'Unita' di crisi". 

 
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Rubygate

Post n°1 pubblicato il 06 Aprile 2011 da SignoraNesia

Gli occhi del mondo sul processo del secolo. Udienza lampo per il Rubygate, che vede imputato Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile. Sede: il tribunale di Milano, "rimesso a nuovo" per l'evento. Transenne per incanalare gli oltre 110 giornalisti provenienti da tutto il mondo, lampadine e tende nuove. Il procedimento subito rinviato al 31 maggio. Premier contumace. Colpo di scena: Ruby non si costituirà parte civile

 
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