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(ANSA) - CASERTA, 16 MAG - Un uomo, Domenico Noviello di 65
anni, e' stato ucciso poco fa in un agguato a Castelvolturno,
sul litorale casertano. Secondo le prime notizie, Noviello
aveva denunciato tempo fa degli esponenti della criminalita'
organizzata locale. L'agguato e' avvenuto sulla rotonda di
Baia Verde.
Domenico Noviello era ritornato alla vita normale, 11 anni fa aveva denunciato chi gli chiedeva il pizzo, era stato per tre anni un testimone di giustizia, sotto scorta, vivendo con le regole dello Speciale Programma di Protezione; era rientrato nel suo paese da otto anni, ritornato alla "vita normale", per quanto possa essere normale la vita di un uomo segnata da una esperienza così pesante. Eppure lui era tornato a lavorare in terra di Campania, sfidando gli uomini contro cui aveva parlato, ai quali aveva detto "no, basta, io sono padrone della mia vita". Con il suo ritorno, aveva dimostrato che si poteva vivere dalla parte dello Stato, con lui lo Stato aveva vinto, almeno fino ad un minuto prima della sua morte. O forse non aveva mai vinto, forse proprio il suo ritorno era stata la sconfitta delle Istituzioni. Istituzioni che non hanno saputo proteggerlo, che l'hanno lasciato solo con la sua "battaglia personale" , hanno scarcerato presto i suoi estorsori, ed hanno firmato la sua condanna a morte che si è consumata, dopo otto lunghi anni. Perchè nel sistema criminale funziona così, non è come lo Stato, lì chi sbaglia paga sempre, chi sgarra viene punito senza sconti; e colui che ha pagato deve essere da esempio agli altri, "uccidine uno per educarne cento".
E tutti gli altri sono stati educati bene a suon di sangue. L'omertà continua a tutelarli, e ad anche lo Stato ha le sue colpe. Queste morti non lo aiutano di certo. Quell'uomo, 11 anni fa ha scelto lo Stato, ed oggi è morto per mano dei suoi aguzzini. Se la nostra giurisdizione in materia di criminalità organizzata fosse realmente forte ed efficace, oggi quell'uomo sarebbe ancora qui, e come lui tutte le altre vittime.
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