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Quando dobbiamo dire : “non e’ piu’ necessario” ? (parte seconda)

Post n°5 pubblicato il 14 Marzo 2009 da atidee

(da "atidee",  segue da " parte prima"- 14/03/2009)

Io non sono di ideologia “comunista”, non l’ho mai condiviso, ma non condivido nemmeno il “capitalismo consumistico”; sono per un sistema economico libero che:

- dia spazio all’iniziativa privata ed allo stesso tempo salvaguardi tutti i lavoratori (intesi sia i     datori di lavoro che i dipendenti!);

- non consideri il giusto guadagno come un furto ( mentre nel sistema attuale in Italia , chi ha un’attivita’ in  proprio e’ considerato un ladro, quando vende la propria merce o il proprio servizio, mentre diventa comunque un ricco quando si tratta di fargli pagare le tasse; cosi’ accade che quando vende, la ricarica di guadagno sembri sempre troppo elevata anche quando s’avvicina all’1%, mentre quando deve pagare le tasse, sembra impossibile che non abbia guadagnato una cifra ben piu’ elevata; se invece sei dipendente, allora non guadagni mai abbastanza; com’e’ possibile vendere a pochissimo e guadagnare tantissimo?  sovente la risposta e’ “frode”, “furto”, “raggiro”, ecc..... );

- premi chi lavora onestamente e bene ( in un sistema di competitivita’ demagogico come l’attuale in Italia, ma non solo qui, gli utilizzatori di merci e servizi saranno sempre piu’ esposti al rischio di non avere cio’ esattamente che era stato loro promesso o ,peggio, che subiscano danni nel patrimonio o nella persona; infatti si denuncia sempre il prezzo troppo alto, ma nessuno dice niente, almeno sembra, che i prezzi al di sotto di certi minimi - pur variabili certamente per ogni situazione - siano indice di malaffare o altro ladrocinio a discapito di regole merceologiche, economiche, sicurezza, fiscali, sociali, previdenziali, ecc... ;  questo sistema ipocrita avvantaggia i cosiddetti furbi ed i veri ladri, perche’ e’ iniquo per chi lavora ed in apparenza sembra favorire gli acquisti; poi pero’ le aziende buone falliscono, se va’ bene - ma va’ mal anche in questo caso - i dipendenti vanno in  Cassa Integrazione, con costi - maggiori tasse - per i cittadini, e tra le Aziende che rimangono sicuramente ve ne saranno di losche che, ad esempio, sfrutteranno mal pagando e mal tutelando i propri lavoratori ).

Sono altresi’:

 - per un sistema fiscale equo e semplice che permetta ai cittadini di capire chiaramente cosa pagano di tasse ( il sistema vigente in Italia - parlo dell’Italia perche’ sono cittadino italiano e voglio affrontare i problemi dell’Italia in questo momento, anche se poi per carattere mi sento cittadino del mondo - e’ talmente frammentato in tasse sequenziali di ogni tipo, che alla fine anche nella parte cosiddetta di guadagno, nel momento che attui qualsiasi acquisto continui a pagare altre tasse; e il ns Governo - di qualunque colore politico - dice che le Aziende e tutti gli imprenditori devono contenere costi e guadagni per aiutare gli acquirenti e promuovere i consumi: ma che dire allora della ricarica dell’IVA del 20% nella maggioranza dei casi? Ti rispondono che questa e’ una norma europea! ma se e’ sbagliata, e’ comunque sbagliata ed occorre cambiarla prioritariamente; e di questo passo potremmo parlare delle altre ” mille ” famose tasse. 

Ma non si potrebbero eliminare tutte le tasse attuali e ad esempio sostituirle con un’unica tassa a scaglioni  di reddito - es.: da €. 1 a 12.000, esente ; da 12.001 a 15.000 il 5% ; da 15.001 a 20.000 il 10%; da 20.001 a 25.000 il 15%; da 25.001 a 30.000 il 25%; da 30.001 a 40.000 il 30%; da 40.001 a 50.000 il 35%; da 50.001 a 70.000 il 40%; da 70.001 a 100.000 il 45%; da 100.001 a 200.000 il 50%; da 200.001 in su’  il 60% -  e che si paghi dopo che il reddito l’hai conseguito?

Ti direbbero che cosi’ facendo aumenterebbero ancor di piu’ gli evasori: cari Signori governanti, ma perche’ non si rendono soggetti, per cosi’ dire, di IVA anche tutti i normali cittadini? Abbiamo gia’ tutti un codice fiscale, identifichiamolo con il codice IVA e rendiamo tutti in grado di detrarre qualunque spesa facciano e di assommare qualunque guadagno conseguano, eliminando tutte le distinzioni tra beni di lusso o meno, tra una casa ed un’automobile o 1 kg di riso: e’ chiaro che alcuni beni richiederanno una particolare registrazione per la loro maggior esistenza e qualita’ aggiuntiva al documento fiscale d’acquisto, ma perche’ se il bene che acquisto e’ una casa, per questa ci dovro’ pagare delle tasse di proprieta’; cioe’ se io tengo fermi €. 100.000 in Banca non ho tasse di proprieta’, mentre se oculatamente li investo in una casa, promuovendo commercio e lavoro poi vengo penalizzato; peggio se la casa l’acquisto con prestiti e sacrifici; io che ho mosso il commercio ed il lavoro devo essere premiato e ne detrarro’ le spese dai miei redditi. L’esempio vale anche per cose minori; cioe’, se io vendo un mio mobile di casa ad un amico, compileremo un semplice documento in duplice esemplare con tutti i ns dati precisi, dal quale risulta che io ho guadagnato es.: €. 100 e l’altro ha speso €. 100. Quando vado dal salumiere mi rilascia uno scontrino fiscale: anche questo per me e’ spesa e per il salumiere ricavo.

Secondo me non occorrera’ nemmeno applicare una ricarica sinonimo della famigerata IVA esistente - detta con eleganza  “partita di giro” per nascondere la presa per i fondelli -  per invogliare la gente a denunciare i redditi, perche’ chi detrae senz’altro lo scrivera’ e l’altro lo fara’ pure perche’ i computer del Fisco lo beccheranno di certo con i controlli incrociati.

  A me sembra molto semplice.

  O forse a qualcuno conviene che si continui a dire: bisogna eliminare i guadagni in nero!

Cosi’ continuano ad inventare nuove Leggi fiscali che invece di risolvere il problema - che e’ di semplice soluzione - si continua a vessare gli onesti; ai disonesti queste Leggi “fanno un baffo”.

 Ed i Commercialisti? continueranno ad esistere, e finalmente svolgeranno un ruolo spero piu’ professionale, che non quello di passare la maggior parte del tempo a far quadrare i conti nella miriade di caselle corrispondenti alle tasse assurde.

Di certo i costi per la tenuta delle contabilita’ si ridurranno, con beneficio dei costi per gli acquirenti - detti “consumatori”:  parola che detesto perche’ promuove il consumo, comunque, anziche’ l’acquisto quando necessario - ) .

 - per un sistema che salvaguardi la qualita’, la sicurezza, la salute di chi lavora e vive in un Paese veramente civile ( il sistema attuale di competitivita’, secondo etiche almeno minime in teoria, ma in pratica ad ogni minimo costo, oltre a sfruttare povera gente all’estero, permettendo loro di sopravvivere finche’ fa’ comodo, e’ un sistema incivile e cieco, perche’ siccome tutti i paesi tendono a sviluppare questa metodologia infame, verra’ il giorno che per la competitivita’ paradossalmente si insegnera’ a lavorare ai pinguini magari per un’acciuga al giorno; e tutto questo, pensate un po’, anche in nome di quel principio per cui tutti devono avere tutto; ANCHE IL SUPERFLUO E L’INUTILE, ANCHE A DISCAPITO DI PERSONE CHE NON FARANNO MAI PARTE DI QUESTI “TUTTI” ! ! ! !

E se questa iniquita’ facesse almeno star bene i paesi da dove ha origine, avrebbe almeno una perversa giustificazione colonialista.

Ma NON E’ COSI’ ! ! ! !

Nei paesi d’origine molta gente non sta’ per niente bene economicamente: non trovano lavoro e quando lo trovano per lo piu’ sono sottopagati; ma le Aziende dicono che non ce la fanno a dare di piu’, perche’ sul mercato ci sono analoghi prodotti e servizi esteri che costano meno e pertanto bisogna tagliare i costi!

 Riepilogando:

 a) molte Aziende, almeno quelle che detengono le principali sorti del mercato economico, si sono spostate all’Estero in Paesi dove la manodopera costa pochissimo e non e’ tutelata e dove si puo’ produrre con regole piu’ larghe in fatto di inquinamento ed ogni altro vincolo di sicurezza esistente da noi;

 b) da noi si continuano ad introdurre vincoli salariali, previdenziali, di sicurezza e per altre varie tutele;

 c) importiamo dai paesi, che non hanno le ns tutele, prodotti a bassissimo costo per i ns “consumatori”, cosi’ possono avere tutto e di piu’ a poco prezzo; ma il bengodi non dura perche’ le ns Aziende ben rispettose delle regole di tutela cominciano a chiudere ed a licenziare, ed inoltre ci si accorge che forse quei prodotti esteri non sono poi cosi’ buoni, anzi spesso sono pericolosi per la salute;

 d) da paese tra quelli che stavano discretamente, stiamo diventando un paese dove si fara’ fatica a vivere; ma adesso abbiamo a disposizione tutto e di piu’ al minimo prezzo: quale minimo? quello giusto? No! quello che portera’ al fallimento le ns Aziende locali ed alla poverta’ i loro lavoratori!

Ma non finisce qui: Aziende locali che sono andate in quei poveri paesi esteri, non avendo alle spalle i loro connazionali che acquistano i prodotti che la’ costruiscono, cominceranno a vacillare anche laggiu’, perche’ il mercato interno emergente acquistera’ ai prezzi locali che non permetteranno a queste Aziende di sopravvivere in quell’ambito.

Io non ce l’ho con i Paesi esteri e tanto meno con le loro popolazioni, ne’ sono contro alle immigrazioni, purche’ siano controllate e gestite per consentire adeguati inserimenti.

Nel contempo sono favorevole alle azioni di Governo che incentivino la formazione di condizioni di vita e lavoro nei paesi d’origine, per un giusto ritorno delle persone alle proprie famiglie, lasciate per disperazione sperando in qualcosa di meglio.

Ritengo che sia meglio spendere i soldi che spendiamo in centri di accoglienza ed altra iniziativa sociale per gli immigrati a cui non si possa dare un lavoro, rimpatriandoli e mantenendoli anche a far niente al loro paese:  €. 1 vale molto di piu’ da loro, per cui potremmo dare dignita’ e salute a piu’ gente, mentre si favoriscono le condizioni che portino un giorno ad avere lavoro da loro.

Ovviamente occorrera’ valutare prima se il rimpatrio non porti alla morte queste persone, perche’ fuggite a persecuzioni e non per aver fatto atti criminosi al loro paese.

Ma come si puo’ - o poteva - salvaguardare la qualita’, la sicurezza, la salute di chi lavora e vive in un Paese veramente civile?

A me sembra semplice anche in questo caso:

1°) vuoi andare a produrre all’Estero dove costa poco? Vai, ma alle Leggi di quel posto potrai vendere soltanto dove ci saranno quelle Leggi, non da noi!.

Attenzione: io non sono per un mercato protezionistico; io sono per un mercato dove si compete con le medesime regole e la competizione potra’ anche essere data dal prezzo, ma principalmente dalla qualita’ e dal ben eseguito, in proporzione alla richiesta.

Cio’ significa che se io vado a produrre in un Paese con meno regole e costi che da noi, per importare le conseguenti produzioni da noi, laggiu’ dovro’ produrre e trattare il personale alle ns medesime regole e stipendi; dove stara’ il vantaggio di un’Azienda ad andare laggiu’? non certo in se’ per importare prodotti uguali ad un prezzo simile ai precedenti ns, ma per opportunita’ di allargamento del mercato in altri Paesi, che l’Azienda dovra’ valutare anche insieme al ns Ministero degli Esteri, se il caso.

Inoltre se ottiene un finanziamento dallo Stato Italiano, questo lo deve investire in Italia; inoltre deve pagare le tasse in Italia per i guadagni delle merci vendute in Italia.

2°) chi dei Paesi esteri senza le nostre regole e stipendi volesse esportare prodotti e servizi da noi, potra’ farlo alle nostre regole e stipendi.

Senza andare in paesi cosiddetti del terzo mondo, nella stessa Europa ci sono paesi che ad esempio hanno regole di trattamento delle coltivazioni agricole, che da noi sono ormai vietate o piu’ restrittive; se i ns agricoltori devono rispettarle, le devono rispettare anche loro quando vogliono esportare da noi; secondo me gli Stati, spero temporaneamente, possono al momento avere ancora regole un po’ diverse, ma quando esportano, devono reciprocamente sottostare alle regole del paese dove vendono i prodotti ).

(da "atidee"  .................................   segue in " parte terza "- 14/03/2009)

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Il Mondo e' come un grande Circo .....

e se nel piccolo Circo han gia' capito da tempo che le diversita' sono la chiave del suo successo, non capisco perche' nel grande Circo del Mondo c'e' sempre qualcuno che conta che invece vuole il contrario ......

Ritengo che si crei il diverso come forma per combattere la concorrenza ..... In fondo, giudicando lo schiavismo, attuato nei vari modi (dai piu' violenti ai piu' soft), penso che per questo la creazione dell'utile diverso significhi innanzi tutto "abbattimento dei costi di produzione".....

Un modo disumano per prevalere, affermare un credo, sfruttare l'ignoranza di chi crede cosi' di ottenere piu' spazio per se' .....

Viva la diversita' ..... nell'onesta' !

(Antonio Pellegrini)

 

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