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Un blog creato da fran6319 il 08/04/2010

l urlo silenzioso

nell armonia della musica

 
 

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Citazioni nei Blog Amici: 24
 

 

Unfaithfull

Post n°357 pubblicato il 04 Marzo 2013 da fran6319

BE HAPPY FOR THIS MOMENT

THIS MOMENT IS YOUR LIFE.

.....OR MAY BE YOUR LIFE.

 
 
 

Dvorak

Post n°356 pubblicato il 16 Febbraio 2013 da fran6319

La verità assoluta è una utopia.

Basta farsene una ragione.

Ce ne creiamo una personale

rendendola importante, grandiosa,

una ricerca , una cammino all interno

della mente dell uomo, che concepiamo

come un piccolo universo,

mentre altro non è che lo specchio della natura intera.

E' strano come si conosca dalle stelle al punto centrale della terra

senza capire il senso che regola il tutto.

Ma anche questo succedaneo di piccola verità

ci consola, ci fa rassegnare, ci fa sperare,

ci fa illudere,ci rende grandi in questo raffinato incedere

sulla strada di questa vita meravigliosa .

 
 
 

TIME H.Zimmer

Post n°355 pubblicato il 10 Febbraio 2013 da fran6319

 

Nella sua placida calma gonfia il cuore...

mozzando il respiro alla fine del suo incedere.

 
 
 

EMMYLOU First Aid Kit

Post n°354 pubblicato il 27 Gennaio 2013 da fran6319

Ma mi sto trattenendo, è la forza che mi manca
ogni giorno ritorna alla mia finestra
e mi porta da te e non posso semplicemente passarci sopra
ma non sto chiedendo una tempesta.

SI...STO CHIEDENDO UNA TEMPESTA DI CUI HO PAURA.

 

 

 
 
 

Tchaikovsky : Symphony No.2 in C minor, Op.17 "Little Russian"

Post n°353 pubblicato il 07 Gennaio 2013 da fran6319

Il poeta è un fingitore

finge così totalmente

da fingere che è dolore

il dolore che davvero sente

Esiste una stanchezza dell'intelligenza astratta, che è la più spaventosa delle stanchezze. Non pesa come la stanchezza del corpo, né inquieta come la stanchezza della conoscenza emotiva. È un peso della coscienza del mondo, un non poter respirare con l'anima. Allora - come se il vento si abbattesse su di esse, come su delle nuvole - tutte le idee in cui abbiamo sentito la vita, tutte le ambizioni e i disegni su cui abbiamo fondato la speranza del nostro domani, si squarciano, si aprono, si allontanano, divenute ceneri di nebbia, stracci di ciò che non è stato ne avrebbe potuto essere.( Il libro dell inquietudine)

 

 

 

 
 
 

Goodbye gate 21 Sery Tankian.

Post n°352 pubblicato il 26 Dicembre 2012 da fran6319


mi ami?
mi odi?
vuoi credermi?
pensi che tu non abbia bisogno di me?
vuoi tradirmi?

Bene:
sappi che non mi tange nulla piu' di quel che senti.
Resta una sorta di compassione, partecipazione doverosa.
Tu vuoi reprimere il mio addio
sperando che non sia per sempre.
Ma lo è: lo è sempre stato.

 

 

 
 
 

GLORY BOX PORTISHEAD

Post n°351 pubblicato il 17 Dicembre 2012 da fran6319

 

C'E' UN MOTIVO PER AMARE?

Se ci fosse non staremmo a guardare le razionali differenze

che ci distanziano dagli altri.

Sarebbe amato solo colui che avesse le credenziali aderenti

al nostro essere, uno stesso vissuto e stesse progettualità

di vita.

Ed invece ci si ritrova a morire dentro un vortice che ci travolge

senza poter muovere un alito di vento che ci porti lontano

..lontano da quella che sappiamo essere la nostra perdita dell intelletto.

Via..via...via da noi stessi.

 
 
 

Mussorgskij direzione: C. M. Giulini.

Post n°349 pubblicato il 10 Dicembre 2012 da fran6319

......

ma preferisco l originale non riveduto.

 
 
 

Mussorgskij a cura di Emerson.

Post n°348 pubblicato il 10 Dicembre 2012 da fran6319

 

ho trovato un brano...

 

 
 
 

Handel - Concerto Grosso Op. 6, No. 5

Post n°347 pubblicato il 01 Dicembre 2012 da fran6319


"Erano decisi ad attendere, a pazientare. Restavano loro ancora sette anni di quella vita; e prima d'allora, quanto intollerabile dolore e quanta felicità! Ma egli era rinato e lo sapeva, lo sentiva con certezza in tutto il suo essere rinnovato; e lei, lei non viveva che della vita di lui! La sera di quello stesso giorno, quando le baracche erano già state chiuse, Raskòlnikov, sdraiato sul tavolaccio, pensava a Sònja. Quel giorno, gli era sembrato perfino che gli altri forzati, prima suoi nemici, lo guardassero in un modo diverso. Era stato lui a rivolger loro per primo la parola, e loro gli avevano risposto affabilmente. Se ne rendeva conto solo adesso; ma non era giusto, del resto, che fosse così? Ogni cosa, ormai, non doveva forse mutare?
Pensava a lei. Ricordò come l'aveva sempre tormentata, come aveva straziato il suo cuore; ricordò il suo visino pallido, smunto; ma quei ricordi non lo facevano più soffrire: sapeva con che amore infinito, ormai, avrebbe ripagato tutte le sue sofferenze.
E poi, che importanza avevano, ora, tutte le pene passate? Ogni cosa, perfino il suo delitto, perfino la condanna e la deportazione, gli parvero allora, in quel primo impulso, come fatti esteriori, estranei, cose che non erano accadute a lui. Quella sera, tuttavia, non gli era possibile pensare a lungo ad una sola cosa, né concentrarsi in un solo pensiero; non riusciva a ragionare su nessun problema: poteva soltanto sentire... Alla dialettica era subentrata la vita, e nella sua coscienza si preparava ormai qualcosa di completamente, oscuramente diverso.
Sotto il suo guanciale c'era il Vangelo. Lo prese macchinalmente. Quel libro apparteneva a lei, era lo stesso dal quale lei gli aveva letto i versetti sulla resurrezione di Lazzaro. Nei primi tempi della sua deportazione, egli pensava che Sònja lo avrebbe tormentato con la religione, che si sarebbe messa a parlargli del Vangelo e a imporgli di leggere dei libri. Invece, con sua grandissima sorpresa, lei non aveva affrontato nemmeno una volta quest'argomento, e nemmeno gli aveva mai offerto il Vangelo. Era stato lui a chiederglielo, poco prima della sua malattia, e lei gli aveva portato il libro senza una sola parola. Fino a quel momento, del resto, lui non l'aveva nemmeno aperto.
Nemmeno adesso l'aprì; ma per la mente gli passò, rapido, questo pensiero: «Posso non avere le sue stesse convinzioni, ormai? O almeno, i suoi stessi sentimenti, le sue stesse aspirazioni?...»
Anche lei fu molto agitata, tutto quel giorno, e di notte si sentì perfino male di nuovo. Ma era così felice da aver quasi paura della sua stessa felicità. Sette anni, soltanto sette anni! All'inizio della loro felicità, in quei primi momenti, tutt'e due erano pronti a considerare quei sette anni come sette giorni... Egli ignorava perfino che quella nuova vita non gli veniva data così, gratuitamente; che avrebbe dovuto pagarla, e a caro prezzo: pagarla compiendo qualcosa di grande negli anni a venire.
Ma qui, ormai, comincia una nuova storia, la storia della rinascita di un uomo, della sua graduale trasformazione, del suo lento passaggio da un mondo a un altro mondo, del suo incontro con una realtà nuova e fino a quel momento completamente ignorata. Potrebbe essere l'argomento di un nuovo racconto; ma il nostro, intanto, è finito."
Fonti:
Delitto e Castigo

 

 

 

 

 
 
 

GAE: ROMANO VERACE.

Post n°345 pubblicato il 27 Novembre 2012 da fran6319

IO SO' DE CHIRICO,DICO IN SENSO SIMBOLICO,

C'HO UN CONTROLLO DIABOLICO,QUASI ARTISTICO,

DEL MIO STATO PSICOFISICO..............................

E SE HAI CAPITO, MO' TRADUCILO..:))))

 
 
 

CI SI FA DEL MALE.

Post n°344 pubblicato il 22 Novembre 2012 da fran6319

Certo che ti farò del male. Certo che me ne farai. Certo che ce ne faremo. Ma questa è la condizione stessa dell'esistenza. Farsi primavera, significa accettare il rischio dell'inverno. Farsi presenza, significa accettare il rischio dell'assenza.

A. de Saint Exupery.

 

 
 
 

serj TANKIAN

Post n°343 pubblicato il 13 Novembre 2012 da fran6319

 
 
 

SIBELIUS FINLANDIA

Post n°342 pubblicato il 13 Novembre 2012 da fran6319

 
 
 

ESSERE VIVA O VIVERE UNA VITA ALTRUI?

Post n°341 pubblicato il 12 Novembre 2012 da fran6319

Lei era quella che tutti si aspettavano che fosse.

 

UNFORGIVEN(Metallica)

Nuovo sangue si unisce a questa Terra
e presto lui è sottomesso
attraverso una costante dolorosa vergogna
il bambino impara le loro regole

Col tempo il bambino diventa
questo ragazzo venuto su male
Privato di tutti i suoi pensieri
Il giovane lotta attraverso tutto ciò che ha passato
Un voto con se stesso
che mai da questo giorno
gli toglieranno il suo volere.

Hanno dedicato le loro vite
a rovinare la sua
Ha cercato di accontentarli tutti
L'uomo amaro che è diventato
Per tutta la sua vita
Ha sempre combattuto
questa battaglia che non può vincere
L'uomo stanco che vedono non si preoccupa più.
Il vecchio allora si prepara
a morire pieno di rimpianti
e quel vecchio sono io.

Quello che ho provato
Quello che ho saputo
Non è mai trasparito da ciò che ho mostrato
Mai essere
Mai vedere
Non vedrai ciò che sarebbe potuto essere

Quello che ho provato
Quello che ho saputo
Non è mai trasparito da ciò che ho mostrato
Mai libero
Mai me
Perciò ti proclamo imperdonato

Mai libero
Mai me
Perciò ti proclamo imperdonato

Mi hai etichettato,
e io ti etichetterò
Perciò ti proclamo imperdonato.

 

.....
e ascolto lo sciabordio del mare che mi accompagna nella notte.

mentre un dubbio mi angoscia: sarà troppo tardi?

 

 

 

 
 
 

PAURA DELL IMMENSO.

Post n°340 pubblicato il 08 Novembre 2012 da fran6319

Tutta quella città...non se ne vedeva la fine.....
La fine, per cortesia, si potrebbe vedere la fine?
E il rumore
Su quella maledettissima scaletta...era molto bello, tutto...e io ero grande con quel cappotto, facevo il mio figurone, e non avevo dubbi, era garantito che sarei sceso, non c'era problema
Col mio cappello blu
Primo gradino, secondo gradino, terzo gradino ......
Non è quel che vidi che mi fermò
E' quel che non vidi
Puoi capirlo, fratello?, è quel che non vidi....lo cercai ma non c'era, in tutta quella sterminata città c'era tutto tranne
C'era tutto
Ma non c'era una fine. Quel che vidi è dove finiva tutto quello. La fine del mondo.
Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu, sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi fare. Loro sono 88. Tu sei infinito. Questo a me piace. Questo lo si può vivere. Ma se tu
Ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni e miliardi
Milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai e questa è la vera verità, che non finiscono mai e quella tastiera è infinita
Se quella tastiera è infinita non c'è musica che puoi suonare. Ti sei seduto su un seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio
Cristo, ma le vedevi le strade?
Anche solo le strade, ce n'era a migliaia, come fate voi laggiù a sceglierne una
A scegliere una donna
Una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di
morire
Tutto quel mondo
Quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce
E quanto ce n'è
Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell'enormità, solo a pensarla? A viverla...
Io sono nato su questa nave. E qui il mondo passava, ma a duemila persone per volta. E di desideri ce n'erano anche qui, ma non più di quelli che ci potevano stare tra una prua e una poppa. Suonavi la tua felicità, su una tastiera che non era infinita.
Io ho imparato così. La terra, quella è una nave troppo grande per me. E' un viaggio troppo lungo. E' una donna troppo bella. E' un profumo troppo forte. E' una musica che non so suonare. Perdonatemi. Ma io non scenderò.
Lasciatemi tornare indietro.
.......Io, che non ero stato capace di scendere da questa nave, per salvarmi sono sceso dalla mia vita.

 
 
 

Andre Rieu "Romance" by Shostakovich

Post n°339 pubblicato il 08 Novembre 2012 da fran6319

 

 
 
 

SCANSADORI

Post n°338 pubblicato il 06 Novembre 2012 da fran6319

Mi è capitato sottomano un articolo di questa estate appena finita su "Provedadori et Revisori sora la scansion et regolation de le spese superflue": abbreviato in Scansadori a le spese superflue.
Istituiti nel 1546 e poi trasformati in Magistratura nel 1576 a Venezia sotto la Serenissima.
Il loro compito era quello di provvedere a che le spese superflue e le cariche inutili fossero eliminate.
Perchè non reinventarli oggi e magari abbinare alla pena dello spreco " a remar per 7 anni co' feri a' piedi?!?!"
Altro che privilegi e cariche create ad hoc, o ad personam.

 

 

 
 
 

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Post n°337 pubblicato il 04 Novembre 2012 da fran6319

 
 
 

ADDIO

Post n°336 pubblicato il 31 Ottobre 2012 da fran6319

I veri addii scattano nella mente, sono silenziosi. Sono i più veri, i più pericolosi. Sono quelli che tieni per te. E puoi anche continuare a sentirla una persona. Non ti avrà più se l'hai salutata dentro. M.B.

 

 

 
 
 
 

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